
di Alessia Lombardo
Spogliatoi distrutti a Centi Colella negli impianti del Cus L’Aquila. Si tratta di quelli utilizzati dalle squadre di rugby che, come si può vedere dalle foto, presentano porte rotte, sia quelle dei bagni che quelle di ingresso, docce danneggiate e muri scrostati. Ad onor del vero tutte le altre federazioni, e le squadre di calcio comprese, gestiscono i propri spogliatoi con civiltà.
Una situazione quella delle formazioni del rugby che sembra perdurare nel tempo, tanto che il presidente del Cus L’Aquila Francesco Bizzarri circa venti giorni fa ha indirizzato una lettera alla federazione per capire quanto costasse ritirare la squadra dal campionato ovale.
Una situazione sconcertante – data la carenza di impianti nel post-sisma e la proprietà pubblica della struttura – e allo stesso tempo imbarazzante anche per gli stessi allenatori e genitori dei ragazzi, probabilmente neanche a conoscenza dell’accaduto.
Eppure non è la prima volta che gli spogliatoi vengono ridotti così. In passato infatti, oltre ad essere state risistemate le docce e le porte, sono state anche cancellate delle scritte apparse sulle pareti. Inoltre qualche rugbista sembra abbia preso il water come un cestino dove buttare la bottiglia di bagnoschiuma ormai vuota.
Un mix fra maleducazione e mancanza di rispetto per le cose di tutti che lascia senza parole. Eppure lo sport in generale (e il rugby in particolare) dovrebbe essere maestro di vita e dovrebbe insegnare a bambini e ragazzi a relazionarsi con gli altri e a “sfogarsi” correttamente in campo.
Gli stessi spogliatoi, inizialmente risistemati, nella mattinata di venerdì sono risultati nuovamente danneggiati (come si può vedere dalle foto) e hanno ospitato fino a ieri i sessanta ragazzi venuti all’Aquila per il Torneo delle Regioni, organizzato dalla Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettiva relazionale), manifestazione di calcio a cinque riservata ad atleti con sindrome di Down.
Una magra figura del Cus con i propri ospiti.