Centrale Snam, Mazzocca: «Ribadita nostra contrarietà»

«Abbiamo ribadito la nostra contrarietà all’intesa sull’opera, come avevamo già dichiarato nella delibera del luglio scorso. Continuiamo a ritenere necessaria l’istituzione di un tavolo con il Ministero e la stessa ditta Snam per individuare soluzioni alternative a quelle oggi in atto». Lo ha detto l’assessore regionale abruzzese Mario Mazzocca, intervenuto questa mattina alla conferenza di servizi convocata a Roma.
Mazzocca ribadisce tre questioni pregiudiziali: «No ad un procedimento amministrativo in assenza della V.A.S.. Non possiamo avallare [i]tout court[/i] un procedimento amministrativo in assenza della V.A.S. e della V.I.A unica. Crediamo che le opere rispondenti a una finalità unitaria, come i cinque tratti dell’unico gasdotto “Rete Adriatica” e che vengano realizzate in tempi e procedure diversi, assurgono in realtà al livello di programmi o piani; ragion per cui l’opera andrebbe assoggettata nel suo complesso a una preventiva procedura di Valutazione Ambientale Strategica. L’opera, inoltre, dato il suo carattere di decisa unitarietà, va sottoposta ad una procedura di V.I.A. unica e non a cinque procedure V.I.A. separate, come è avvenuto. Si tratta di un [i]modus operandi[/i] confermato anche dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’unione europea, in base alla quale non risulta accettabile che un progetto complesso venga artificialmente ed arbitrariamente suddiviso in varie parti».
Alla luce «dell’avvenuta approvazione dell’emendamento sulle procedure che disciplinano gli atti successivi al diniego dell’intesa», per l’assessore è doveroso «presentare una più che opportuna richiesta di sospensione della decisione di cui alla Conferenza dei Servizi odierna».
«A tal proposito sottoliniamo, infatti – continua Mazzocca – che l’approvazione dell’emendamento di cui sopra esplica la propria piena efficacia ed operatività quanto meno fino alla eventuale pronuncia della Corte Costituzionale (in caso di impugnativa da parte del Governo entro 60 gg.)».
«Finora – sottolinea l’assessore – sono state fatte valutazioni superficiali in merito alle possibili alternative al progetto presentato dalla Snam. Il tracciato della ‘Rete Adriatica’ non sembra aver incontrato ostacoli fino a Biccari (FG). Successivamente, la scelta del corridoio è stata condizionata dall’impossibilità di trovare una via percorribile, che da Biccari si spingesse in prossimità della fascia costiera, risalendo verso nord, in direzione di Pescara, per ‘criticità geologiche’; criticità, individuate per lo più ‘nel tratto Biccari-San Salvo’, che non sembrano trovare rispondenza alcuna con la realtà: infatti – continua Mazzocca – la ‘Rete Nazionale Gasdotti’ include previsioni relative a gasdotti di altra società lungo proprio quel percorso che la Snam non ha evidentemente considerato all’epoca della progettazione della “Rete Adriatica”. Il mancato approfondimento di una possibile e reale alternativa di un percorso in prossimità della fascia interna della linea di costa (dorsale adriatica) ha evidentemente influenzato anche il comportamento della Commissione V.I.A. che si è limitata a prendere in esame esclusivamente il tracciato proposto sulla dorsale appenninica, vale a dire proprio la soluzione che presenta le più elevate criticità sul piano ambientale, idrogeologico e, soprattutto, sismico».
«In definitiva – afferma l’assessore Mazzocca – continuiamo a ricercare una possibile condivisione con il Governo riguardo ad una soluzione alternativa che scongiuri la realizzazione della centrale SNAM a Sulmona (12 ettari o qualcosa come 25 campi di calcio) in un sito ad alta valenza storico-architettonico-ambientale ubicato fra la Badia Morronese e l’Eremo Celestiniano, oltre che connotato da un elevato grado di ricettività tellurica. Ora la palla passa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’avvio della procedura decisoria entro la fine di gennaio e l’assunzione della competente decisione finale. Mi auguro che in questa sede si possa trovare un accordo su di una soluzione alternativa; in mancanza la PCM potrebbe avocare a sé il procedimento e decidere in maniera monocratica anche in presenza del diniego della Regione. Sarebbe un caso più unico che raro».