Studenti universitari in rivolta: sit-in

22 novembre 2014 | 09:31
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Studenti universitari in rivolta: sit-in

Si ritroveranno martedì 25 novembre al Consiglio Regionale per manifestare contro la stasi che «le “non” politiche regionali in materia di diritto allo studio stanno provocando» una delegazione di Azione Universitaria e una dell’Udu L’Aquila.

Gli studenti lamentano il mancato rinnovo del CDA dell’Adsu che è in regime di prorogatio fino a dicembre e «ci sentiamo in dovere di dissentire – scrivono i ragazzi di Azione Universitaria – contro la miopia politica che l’assessore al diritto allo studio, Marinella Sclocco, sta attuando contro l’Azienda del Diritto allo Studio del capoluogo abruzzese. L’assessore è perfettamente a conoscenza che il Cda dell’organo è in regime di proroga sino a dicembre, eppure ancora non attua una scelta chiara e lineare capace di andare incontro a quelle che sono le difficoltà economiche e dirigenziali di un organo che si trova in emergenza gestionale».

Gli studenti vogliono un incontro con l’assessore e con il presidente della regione Abruzzo.

«Nel pomeriggio del 20 Novembre – scrivono gli studenti dell’Udu L’Aquila in un comunicato -, prima dell’inizio del consiglio di amministrazione dell’Adsu, un gruppo di circa 200 studenti e una delegazione dell’UDU l’Aquila hanno manifestato davanti agli uffici dell’azienda chiedendo il ritiro immediato dalla delibera n°42, approvata nel CdA del 9/10/2014 che sancisce l’erogazione del solo pasto alternativo. Oltre a non rispettare l’uniformità di trattamento per gli studenti iscritti agli atenei abruzzesi non è neanche conforme al piano regionale triennale del diritto allo studio.

Solo dopo continue e insistenti richieste, ad un ridotto numero di persone è stata data la possibilità di essere ascoltati. Abbiamo richiesto garanzie sul ritiro della suddetta delibera – concludono – e l’attivazione di tutte le procedure per riportare a bando l’erogazione del pasto completo. Come sua abitudine da tempo, ormai, il consiglio ha preferito aggiornarsi a data da destinarsi senza ratificare le nostre richieste».

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