Bagni chimici, archiviazione per Bertolaso

27 novembre 2014 | 16:54
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Bagni chimici, archiviazione per Bertolaso

Nessuna irregolarità da parte dell’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso sulle procedure di gara, costi e gestione dei bagni chimici posizionati nelle numerose tendopoli installate all’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Lo ha deciso il gip di Roma Giulia Proto che ha archiviato un procedimento che vedeva Bertolaso indagato per abuso d’ufficio. Analoga decisione per Angelo Borrelli, attuale vice di Franco Gabrielli.

L’inchiesta, aperta dalla Procura dell’Aquila, era stata trasferita a Roma per competenza territoriale in quanto i fatti contestati si sarebbe svolti nella Capitale.

Le presunte irregolarità, denunciate da una società esclusa dalla fornitura di bagni chimici, riguardavano le procedure di proroga dell’affidamento del servizio da parte di una commissione della protezione civile all’azienda, la Sebach, cui era stato affidato l’incarico dopo il terremoto.

A chiedere l’archiviazione era stato il pm Attilio Pisani. Il gip, in sede di opposizione, ha dichiarato inammissibili le argomentazioni della società denunciante, accogliendo quelle del pm e degli avvocati Filippo Dinacci ed Efisio Figus Diaz, difensori di entrambi gli indagati.

PROTEZIONE CIVILE: «NOI SEMPRE CORRETTI» – Soddisfazione viene espressa dalla Protezione civile per l’archiviazione, disposta dal tribunale di Roma, del procedimento penale – che vedeva coinvolti anche l’ex capo del Dipartimento, Guido Bertolaso e l’allora dirigente Angelo Borrelli – relativo all’acquisizione di un servizio di noleggio di bagni chimici per le esigenze della popolazione colpita dal sisma del 6 aprile 2009.

Il giudice per le indagini preliminari, rileva il Dipartimento, «ha verificato sia la correttezza dell’operato dei funzionari nelle operazioni di gara, sia la regolarità delle proroghe disposte per il servizio di noleggio dei bagni chimici in occasione del terremoto dell’Aquila. In particolare, il gip ha chiarito che nessun favoritismo è stato compiuto con i provvedimenti di ‘proroga tecnica’, adottati dal Dipartimento della Protezione civile per fronteggiare l’emergenza avvalendosi della società già affidataria. Al contrario, l’archiviazione evidenzia come grazie ai provvedimenti di ‘proroga tecnica’ sia stato possibile l’impiego di 4.000 bagni chimici per fronteggiare le esigenze di assistenza alla popolazione e allo stesso tempo si sia ‘consentito all’erario di risparmiare ingenti somme‘».

«Alla società incaricata del servizio, infatti – ricorda la Protezione civile – è stato corrisposto l’importo di 19,50 euro al giorno per il noleggio del singolo bagno, contro i 32,80 euro cui avrebbe avuto diritto se si fosse proceduto all’aggiudicazione della nuova gara per l’affidamento prorogato: gara bloccata ‘a causa delle azioni proposte’ dalla società denunciante, che ne era stata esclusa avendo presentato un’offerta ‘particolarmente elevata’, pari a 179,30 euro al giorno per lo stesso servizio. Il risparmio per l’erario è stimabile in oltre 10 milioni di euro, che sarebbero stati necessari qualora fossero stati applicati i nuovi corrispettivi dell’appalto».

«La decisione del giudice di Roma, oltre a porre fine alla vicenda giudiziaria – conclude – conferma come i funzionari del Dipartimento della Protezione Civile abbiano sempre operato nell’esclusivo interesse della pubblica amministrazione, garantendo il servizio indispensabile all’assistenza alla popolazione ‘in situazioni di emergenza con notevole abbattimento dei costi’».