Smaltimento rifiuti, sequestri nella Marsica

4 dicembre 2014 | 17:16
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Smaltimento rifiuti, sequestri nella Marsica

Il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato due vaste aree tra Avezzano e Aielli. L’operazione, nata da un accertamento effettuato dagli agenti del Comando Stazione Forestale di Celano, agli ordini del vice ispettore Francesco Angelini, alla fine di ottobre nel territorio del Comune di Aielli (L’Aquila), «ha evidenziato», come ricostruito dalla stessa Forestale in una nota, «una illecita attività di smaltimento di rifiuti, sotto forma di ammendante/fertilizzante, su alcuni terreni agricoli dell’area fucense».

«I controlli, compiuti su alcuni mezzi che stavano effettuando il trasporto dei rifiuti, hanno permesso – spiega ancora la Forestale – di risalire al sito di provenienza degli stessi, identificato in una vasta area di pertinenza del dismesso Zuccherificio di Avezzano, ove insistevano le vasche di deposito delle calci di defecazione residuo della lavorazione delle barbabietole da zucchero. I terreni sui quali è stato effettuato lo smaltimento e tutta l’area dello zuccherificio oggetto di lavori di escavazione e di trasformazione morfologica per la rimozione delle calci, sono stati sottoposti a sequestro dai Comandi Stazione del Corpo Forestale di Celano e Avezzano che hanno proceduto, dopo aver effettuato, con l’ausilio dei tecnici dell’Arta, diversi campionamenti che permetteranno di stabilire se l’illecita attività di smaltimento abbia comportato anche un inquinamento ambientale».

«Va specificato – spiega ancora la Forestale – che le calci di defecazione sono originate, durante la lavorazione degli zuccheri, dal processo di depurazione dei sughi zuccherini mediante trattamento con latte di calce (defecazione) ed anidride carbonica (carbonatazione); il carbonato di calcio e le altre sostanze che ne derivano vengono poi avviate alle vasche di decantazione per il deposito».

«L’origine del rifiuto potrebbe non destare particolare allarme – spiega il Comandante Provinciale Nevio Savini – ma saranno le analisi dell’Arta a stabilire se la permanenza per oltre trent’anni nei luoghi di deposito, l’esposizione agli agenti atmosferici e le contaminazioni dovute alla presenza in zona di altre tipologie di rifiuti, abbiano prodotto la formazione di sostanze inquinanti».

«Le indagini proseguono – conclude la Forestale – per accertare le responsabilità dello smaltimento illecito dei rifiuti e se gli stessi siano muniti delle ulteriori autorizzazioni e pareri degli organi competenti necessari, anche dal punto di vista urbanistico-edilizio, per le attività in corso».

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