
In Abruzzo i disoccupati sono passati dai 62.586 del secondo trimestre del 2014 ai 69.944 del terzo trimestre, con un’aumento di 7.358 unità, pari al +11,8%, in controtendenza con il dato nazionale (-4,3%). Tali valori pongono la regione al primo posto in Italia. È quanto emerge da un’analisi condotta dal ricercatore abruzzese Aldo Ronci, il quale sottolinea che il tasso di disoccupazione, nel terzo trimestre, sale al 12,9% (11,8% in Italia).
Dall’indagine di Ronci emerge inoltre che il numero degli occupati cresce di 10.533 unità, passando dai 463.510 del secondo trimestre ai 474.043 del terzo trimestre, con un incremento pari al 2,3%, risultato migliore rispetto alla media nazionale (+0,5%) e uno dei migliori tra le regioni. Il tasso di occupazione è pari al 53,2% (52% nel secondo trimestre, 56% in Italia).La variazione è stata del +1,2% (+0,3% in Italia).
Le variazioni degli occupati per attività economiche sono state molto disomogenee tra di loro: l’industria registra un consistente incremento pari a 9.177 unità, le costruzioni di 3.674 unità, l’agricoltura di 1.344 unità, mentre i servizi e il commercio, assieme alle attività ricettive, subiscono un decremento rispettivamente di 2.271 e 1.390 unità.
«I risultati positivi realizzati nel terzo trimestre nell’occupazione sono il segnale di un’inversione di tendenza o solo un fatto episodico? – si chiede il ricercatore – Bisogna tener presente che la situazione è molto pesante perché l’incremento di 10 mila occupati ha recuperato meno di un terzo dei 36.000 occupati in meno registrati nel primo semestre 2014 senza dimenticare la flessione di 28.000 occupati registrata tra il 2008 e il 2013. Bisogna inoltre considerare i tremila disoccupati in più registrati nei primi nove mesi del 2014 ai quali bisogna aggiungere i 27mila in più annotati tra il 2008 e il 2013. In breve, dal 2008, in cinque anni e nove mesi – conclude Ronci – si registrano 54.000 occupati in meno e 30.000 disoccupati in più».