Ospedale Atri, la lista nera di ciò che non va

9 dicembre 2014 | 19:32
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Ospedale Atri, la lista nera di ciò che non va

Il Consigliere regionale Luciano Monticelli, in una nota inviata al Presidente della Regione e Commissario alla Sanità Luciano D’Alfonso, evidenzia le numerose difficoltà dell’ospedale San Liberatore di Atri, emerse durante un incontro con i dirigenti e i responsabili dei diversi reparti.

«Tra i dirigenti sanitari – spiega Monticelli – il primo a intervenire è stato il direttore del reparto di Pediatria Mario Di Pietro, che ha rimarcato come i punti nascita non possono essere chiusi in base al criterio del tasso di natalità. Di Pietro ha chiesto una maggiore attenzione per il Centro regionale per i disturbi del Comportamento alimentare in età infantile e ha parlato di un importante progetto in cantiere relativo alla realizzazione di un Centro di accoglienza extra ospedaliera. La carenza di dotazione organica medica rappresenta invece la maggiore problematica messa in luce dal reparto di Medicina Interna, dove attualmente ci sono 6 medici (4 strutturati e 2 precari), non di certo sufficienti per garantire i servizi sanitari».

«Problematica che investe anche i reparti di diabetologia, oculistica e patologia clinica. Il responsabile di Odontoiatria Massimo Basile, che ha espresso il desiderio di poter realizzare importanti progetti volti alla tutela della salute dei cittadini, ha rimarcato come si trovi a svolgere da solo l’attività in un reparto che ha un’utenza numerosa. E il dirigente di Radiologia Fabrizio Capone ha manifestato la necessità di inserire, nel Piano acquisti 2015, una mammografia dotata di tomosintesi e di una apparecchiatura più grande per la risonanza magnetica. Il primario di Ostetricia e Ginecologia Giovanni Sciarra ha puntualizzato come ogni reparto debba essere visto come una importante fetta di una torta. Infatti se dovesse essere chiuso il punto nascita del San Liberatore di conseguenza si andrebbe a chiudere la pediatria e, a seguire, altri reparti. Il Pronto Soccorso di Atri, con i suoi circa 29mila accessi annui, merita maggiore attenzione: è quanto sostiene nel suo intervento il responsabile Rossano Di Quirico. Sottolinea inoltre la necessità di attivare il Servizio di Osservazione Breve Intensiva e il bisogno di incrementare il personale.

«Questi incontri rappresentano le prime tappe della costruzione di un percorso – continua Monticelli – finalizzato a garantire risposte concrete e risoluzione dei problemi da realizzare in sinergia con le rappresentanze amministrative. Ma durante l’incontro sono emerse altre problematiche del San Liberatore. Giuseppe Verdecchia, primario di Ortopedia, ha sottolineato la necessità di avviare anche nel presidio di Atri la Cifoplastica, tecnica molto efficace per stabilizzare le fratture vertebrali, e ha sostenuto con forza la necessità di valorizzare il servizio di riabilitazione.Ma non è tutto. Il reparto di Nefrologia e Dialisi necessita infatti di nuove apparecchiature che vadano a sostituire le attuali ormai vecchie e inefficienti e di nuovi spazi indispensabili per la mobilità sanitaria attiva, fenomeno fortemente in crescita. Il primario di Oncologia Amedeo Pancotti, dell’ospedale di Teramo, ha infine affermato che il reparto di Atri necessita di un intervento che consente di avviare e garantire ai cittadini che necessitano di chemioterapie un servizio adeguato. Questo andrebbe a ridurre la migrazione sanitaria di malati oncologici in altri ospedali».