
Un appello ai parlamentari abruzzesi, affinché «contrastino le norme previste nella legge di stabilità che operano tagli insostenibili per le Province», e al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, perché «attivi immediatamente un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali sull’adozione delle scelte regionali in materia di riordino delle funzioni regionali attualmente conferite alle Province». A lanciarlo sono le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil.
I sindacati chiedono a gran voce di «salvaguardare i servizi per i cittadini e i lavoratori. Le Province – spiegano infatti i segretari regionali e della Funzione pubblica – rischiano di non garantire più i servizi ai cittadini a partire dal primo gennaio 2015. Ci sarà ancora il trasporto scolastico dei disabili, il piano neve e i centri per l’impiego? Chi garantirà la prosecuzione del piano europeo ‘Garanzia Giovani’? Verranno stanziate risorse per garantire la viabilità, gli interventi contro il dissesto idrogeologico e l’edilizia scolastica?», si chiedono le tre sigle.
«Tutte queste funzioni – aggiungono i sindacati – sono messe in discussione dalla Legge di stabilità in approvazione al Parlamento che taglia 3 miliardi in tre anni e che rischia di eliminare i servizi oggi offerti provocando situazioni di dissesto finanziario delle Province abruzzesi. Mentre i dipendenti delle Province non hanno certezze circa il loro futuro lavorativo, la Regione Abruzzo, che dovrà effettuare le scelte in materia, è in forte ritardo sulla individuazione delle aree vaste cui affidare le funzioni e sulla definizione degli assetti istituzionali – concludono – con grave pregiudizio della qualità dei servizi offerti al cittadino».