
di Claudia Giannone
Post partita, come era ovvio, dai toni molto amareggiati: dal mister al capitano dei rossoblù, le parole non sono state di certo incoraggianti. Dopo cinque vittorie consecutive e un pareggio esterno contro il Forlì, una sconfitta simile era l’ultima cosa che serviva al team di Nunzio Zavettieri. Il momento è molto delicato, ci si sta avvicinando al mercato invernale e l’umore, fino a poche settimane fa ancora alle stelle, si trova ora ad abbassarsi di colpo.
{{*ExtraImg_226721_ArtImgRight_300x200_}}«Mi assumo le responsabilità di questa partita – ha affermato il tecnico aquilano – perché i ragazzi hanno dato tutto. Ne faccio un mea culpa. È stata una prestazione sotto le nostre aspettative. Devo capire di che tipo di problema si tratta: non so se la difficoltà si trova nell’affrontare squadre chiuse, oppure in un semplice discorso mentale. Si tratta di partite difficili, ma oggi abbiamo perso con grande ingenuità». «È stata una giornata totalmente negativa. Devo rivedere di certo la mia prestazione: ho fatto delle scelte che non hanno pagato, immaginavo un altro tipo di partita nel primo tempo. Volevo dare più intensità con Perna e Del Pinto: un’intensità che è arrivata, ma con poca qualità. Ne sono dispiaciuto, ma il campionato è questo. Non dobbiamo trascurare niente».
{{*ExtraImg_226722_ArtImgRight_300x200_}}Ma ora, dopo le brevi considerazioni e l’attesa per una conferenza che dirà molto di più, si cerca di guardare solo al futuro. «Mi aspetto molto di più. Non voglio nessuna scusa, io per primo ho fatto una partita molto sottotono. Non siamo riusciti ad incidere come volevamo con il nuovo modulo. Ci metteremo d’impegno con i ragazzi per recuperare il tempo perduto».
Aggiunge qualcosa al suo commento Marco Pomante, che ammette la difficoltà della squadra in questo match. «È stata la classica partita ‘no’: abbiamo sbagliato tutto, a partire dall’approccio. Oggi non era una partita da perdere: potevamo anche pareggiarla, ma non perderla. C’è un grosso rammarico nella squadra. Ma il primo errore è stato sottovalutare il Pro Piacenza».
Ma ciò che il capitano commenta con più vigore è quello che si è visto al termine della gara: tra i fischi del pubblico e i timidi applausi ricevuti da chi crede incondizionatamente nell’Aquila Calcio, un piccolo gruppo di tifosi ha alzato un po’ troppo il tono di voce, rivolgendo insulti come “buffoni” o “venduti”. E il fatto, giustamente, non sembra essere andato a genio ai giocatori. «I fischi ci stanno, vogliamo le critiche del pubblico. Ma non è possibile ricevere da una piccola frangia di tifosi degli insulti come quelli che abbiamo ricevuto oggi. Noi stiamo mettendo anima e cuore in questo campionato: in ogni partita la maglia è sempre sudata, qualsiasi sia il risultato».
{{*ExtraImg_226723_ArtImgRight_300x200_}}Una battuta spetta, infine, anche al mister avversario, Arnaldo Franzini. «Non volevamo venire a difenderci. Sappiamo che L’Aquila parte molto bene negli incontri. Ma noi, segnando per primi, non abbiamo mai perso. Abbiamo cercato di impostarla in questo modo. Il momento più positivo? Il primo quarto d’ora».
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