
di Daniela Citerni*
Siamo a Dicembre, le giornate sono ormai un passo di pulcino, spesso c’è la nebbia, cosa insolita per la nostra città, il cielo è sempre plumbeo, quasi a ricordare che l’estate è finita, e ormai dobbiamo prepararci all’arrivo dell’inverno.
Si avvicina il Natale, è ora di pensare ai regali, ai pranzi e ai dolci. Si cominciano a vedere i primi addobbi, belli, alcuni di molto gusto, ma forse troppo consumistici visto il momento di crisi che il nostro paese sta attraversando.
Mi reco al mercato per comprare alcune cose necessarie per gli addobbi e preparare piccoli regali per parenti e amici. Un odore di castagne arrostite, porchetta, aranci e mandarini mi investe, sulle bancarelle vedo i primi cardoni, i fichi secchi e qualche ramo di agrifoglio e per un momento ritorno indietro nel tempo. Rivedo i natali della mia infanzia, i pini veri con i pupazzetti di cioccolato e i mandarini, le minestre tipiche preparate da mia madre, l’immancabile capitone, i fritti della vigilia preparati con grande abilità da Zì Nicolina, gli struffoli che aveva imparato dai parenti del marito originario della Campania, la Novena nella Chiesa della Concezione sotto i portici, l’odore di ponce e di dolci emanato dai bar del centro, il via vai e l’allegria dei portici, dove tutti si rifugiavano nelle fredde giornate di dicembre, l’attesa degli zii che avrebbero trascorso il Natale con noi e quell’atmosfera di calore e di attesa che coinvolgeva tutti.
Nell’età adulta, il Natale per me aveva cambiato aspetto, era divenuto qualcosa da far passare in fretta, all’insegna delle code nei negozi, levarsi il pensiero di comprare i regali e fare tutto al più presto.
L’unico momento che mi ha sempre coinvolto è la Fiera dell’Epifania, forse perché legata a mia madre, che in qualità di dirigente della loca CCIAA, era stata uno dei promotori. E’ sempre un grande piacere, aggirarmi tra le bancarelle mangiare frutta secca e succulenti panini. Ma le cose sarebbero cambiate . . .
Il destino ha voluto che la mia città sia stata grandemente danneggiata dal terremoto, tutti noi sparsi qua e là, come un vaso pieno di olive che si rompe, ed io ho riscoperto il vero natale apprezzando le piccole cose: gli odori e l’atmosfera del mercato, i giorni precedenti, carichi di attesa e piacevoli fatiche, il partecipare alla Novena, gli incontri con gli amici, oggi veramente apprezzati, e ritornare un attimo bambina mentre preparo addobbi e giocattoli, forse perchè adesso ho un nipotino che aspetta tante sorprese sotto l’albero.
Questa dolce atmosfera sembra illuminare queste giornate spente e brumose. Quest’anno il Natale sarà per me ancora più bello: a fine gennaio ho appuntamento con un altro nipotino, che verrà a completare la mia felicità.
Lo squillo del telefono interrompe i miei pensieri: è mio nipote Emanuele che con la sua vocetta squillante mi chiede un libro con i disegni di Natale, dalla bancarella che vende i CD risuonano le note di Tu Scendi dalle Stelle, che inondano tutto il mercato. Mi avvio verso la libreria per compare qualcosa di originale. Immersa in quest’atmosfera calda, gioiosa, mi sento leggera e allegra, pregustando ogni momento di queste giornate. E’ questo il vero Natale, fatto di piccole cose e della gioia che possono darci.
*lettrice
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