Operazione ‘Aquila Nera’, gli interrogatori

24 dicembre 2014 | 10:50
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Operazione ‘Aquila Nera’, gli interrogatori

Sono arrivati al Tribunale di Pescara Stefano Manni, ex sottufficiale dei carabinieri, 48enne originario di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano, e Franco Montanaro, residente a Roccamorice (Pescara), per essere interrogati per rogatoria dal gip Nicola Colantonio. Era atteso anche Emanuele Pandolfina, palermitano residente a Pescara. L’uomo avrebbe avuto un malore in carcere ed è stato quindi portato all’ospedale per un controllo. I tre sono stati arrestati due giorni fa nell’ambito del blitz dei carabinieri del Ros contro il terrorismo neofascista.

Manni è considerato il capo indiscusso del presunto gruppo eversivo “Avanguardia Ordinovista” che, secondo gli investigatori, stava progettando omicidi, stragi di extracomunitari, rapine per arrivare al sovvertimento dello Stato che il presunto ideologo dell’organizzazione, il 93enne Rutilio Sermonti (indagato), definiva «fantoccio».

I tre sono stati arrestati insieme ad altre 11 persone nell’ambito dell’operazione “Aquila nera”, portata a termine due giorni fa dal Ros dopo un lavoro certosino fatto di intercettazioni varie ma soprattutto per l’apporto decisivo di due appartenenti al Reparto operativo speciale dei carabinieri che erano riusciti ad infiltrarsi nel presunto sodalizio di estrema destra.

Le ordinanze di custodia cautelare – 11 in carcere e tre ai domiciliari – sono state emesse dal gip del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo. (Fonte: Agi)

MONTANARO RESPINGE LE ACCUSE – Ha respinto tutte le accuse Franco Montanaro, residente a Roccamorice (Pescara), arredato due giorni fa nell’ambito del blitz dei carabinieri del Ros contro il terrorismo neofascista. «Il mio assistito – ha detto l’avvocato Gabriele Torello, al termine dell’interrogatorio di garanzia – ha respinto le accuse. Non posso dire altro». (Fonte: Agi)

MANNI NON RISPONDE AL GIP – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Stefano Manni, ex sottufficiale dei carabinieri, 48enne originario di Ascoli Piceno ma residente a Montesilvano, considerato il capo indiscusso del presunto gruppo eversivo “Avanguardia Ordinovista” . Manni, che dal 22 dicembre è rinchiuso nel carcere di Pescara, ha preferito non rispondere alle domande del gip del capoluogo adriatico, Nicola Colantonio. Il legale di Manni, l’avvocato Nicola Montani, non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. (Fonte: Agi)

PANDOLFINA SI DIFENDE – «E’ tutta colpa di Facebook. Ho avuto la dabbenaggine di seguire i post pubblicati. Essendo di destra, ho apprezzato i pensieri ma non ho aderito alle azioni. Facebook è la rovina della gente». Si è difeso così Emanuele Pandolfina, palermitano residente a Pescara, arrestato due giorni fa nell’ambito dell’operazione “Aquila nera”. L’uomo, difeso dall’avvocato Antonio Di Blasio, ha risposto alle domande del gip di Pescara Nicola Colantonio, e del pm titolare dell’inchiesta, Antonietta Picardi.

«Il mio assistito – ha detto ai cronisti l’avvocato Di Blasio – ha chiarito la sua posizione spiegando di non aver aderito a ipotesi sovversive. Pandolfina – ha aggiunto – ha spiegato di aver letto i post su Facebook e di averli apprezzati, essendo di destra. Ha detto di averlo fatto senza pensare a cosa potesse esserci dietro alle idee che venivano prospettate. Conosce solo quattro o cinque indagati e si sono incontrati occasionalmente qualche volta». Pandolfina ha anche sostenuto di essere una persona tranquilla e pacifica, di non essersi reso conto del carattere violento del gruppo e di non aver mai pensato di mettere in pratica gli atti violenti di cui si parla nell’ordinanza. Pandolfina, secondo gli inquirenti, stava organizzando un furto di armi ai danni di un privato, «ho detto – ha riferito l’indagato al gip -che conoscevo un privato proprietario di alcune armi da caccia e che si poteva andare a prenderle, ma non sapevo cosa dovevano farci». L’avvocato Di Blasio ha annunciato di aver chiesto gli arresti domiciliari per il suo assistito.

Ieri Marina Pellati, convivente di Manni, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. (Fonte: Agi)