
Un vagito della Ciociaria per tagliare il traguardo dei mille parti nel 2014. Alle 11.50 di sabato scorso, 27 dicembre, al San Salvatore la cicogna ha deposto nella culla una vigorosa bimba di 3 chili e 550 grammi. Con lei, frutto dell’amore di una coppia residente nell’area a Sud-Est del Lazio, il reparto di ostetricia, diretto dal professore Gaspare Carta, oltrepassa la soglia dei mille parti anche nell’anno che sta per concludersi.
Dopo la bimba di sabato scorso, venuta al mondo con un cesareo, il contatore delle nascite ha continuato a girare tanto che, ad oggi, la ‘contabilità’ dei parti è arrivata a quota 1.005. Standard in linea con l’anno precedente – in media, più di 3 nascite al dì – ma che va ‘letto’ come un valore aggiunto. Infatti in Italia, da alcuni anni, il numero di nascite è in calo verticale e gli ospedali che si mantengono al di sopra dei mille bebé sono sinonimo di qualità dell’assistenza, sicurezza e attrattività.
L’Aquila esercita un significativo richiamo su altre Asl abruzzesi (soprattutto dal Teramano) e regioni (in prevalenza Lazio) come conferma, non a caso, il millesimo parto.
Il superamento del traguardo dei 1000 bebé – in una congiuntura segnata dalla recessione anche per la culla – è legato anche al progressivo arricchimento della gamma di servizi che l’ospedale San Salvatore annovera nella propria ‘bacheca’. L’Aquila, infatti, dispone della Tin (Terapia intensiva neonatale), un servizio di alta qualità per assistere i bimbi pretermine, cioè nati prima dell’ordinaria durata della gestazione. La Tin è garantita dal reparto di Neonatologia, diretto dalla dottoressa Sandra Di Fabio, che ogni anno assicura questo delicato trattamento a oltre 100 neonati prematuri.
Tra l’altro Neonatologia, dal 17 novembre scorso, si è dotata del Retcam, un’apparecchiatura (l’unica attualmente in Abruzzo negli ospedali) di alta tecnologia che consente di fare diagnosi della retina su bimbi prematuri per valutarne eventuali danni e rischi di cecità. Con un solo esame – senza sottoporre il bambino ai tradizionali controlli multipli che richiedono tempo e possono ritardare la diagnosi precoce – Retcam scatta ‘foto’ alla retina utilizzando un’altissima risoluzione.
Il 30 novembre scorso al San Salvatore vi è stato il primo parto in acqua, un’esperienza che ‘sublima’ la maternità e che, in Abruzzo, è quasi un’esclusiva di L’Aquila. Da quel 30 novembre scorso le richieste delle mamme di far nascere il proprio piccolo immerso nel liquido registrano un continuo crescendo. Ad oggi, sono 3 i virgulti venuti alla luce in acqua e oltre 10 i travagli che, svoltisi nel liquido, si sono poi conclusi con modalità ordinarie (quindi non col parto in acqua) per scelta della partoriente o per decisione del medico.
Infatti, non sempre il desiderio delle donne di dare alla luce il bimbo ‘a bagno’ può essere esaudito poiché occorre il consenso del medico che viene dato solo quando la gravidanza non presenta rischi. L’ultima richiesta da fuori provincia di praticare il parto ‘liquido’ nel capoluogo regionale è giunta nei giorni scorsi da Pescara.