
di Roberta Galeotti
1 gennaio 2015, il sole brilla sul Gran Sasso e l’aria gelida sferza la pelle del viso. Le temperature bassissime non hanno fermato i tanti turisti che, inaspettatamente, si sono ritrovati nella giornata di capodanno a Fonte Cerreto. Ma gli aquilani, è rinomato ormai, non sono dei commercianti e, a differenza dei cugini trentini, non hanno mai saputo vendere le splendide montagne. Così ieri il piazzale Simoncelli era completamente ricoperto di neve e i turisti hanno dovuto ripiegare parcheggiando sull’unica strada d’accesso, tra i mucchi di neve ammassati a bordo strada.
Lo stesso ingresso al piazzale era ostruito da una muraglia di neve alta oltre un metro.
E si parla di Centro Turistico del Gran Sasso… e si parla di turismo invernale… E si continua a parlare di come rilanciare le nostre montagne…
Ma quando smetteranno i nostri “governanti” di parlare e passeranno ai fatti?
{{*ExtraImg_228507_ArtImgRight_300x168_}}La [i]spending review[/i] ha tagliato i fondi per la pulizia del parcheggio a servizio di Fonte Cerreto? Quando dovrebbe servire secondo voi questo parcheggio sul Gran Sasso, in estate?
Quando ci troveremo di fronte a cervelli accesi che sappiano gestire e governare i processi di ammodernamento di questa città?
Ogni anno intorno a novembre ricominciano i soliti discorsi e le solite dispute sul CTGS. Ogni anno si ripropongono le solite frasi vuote, i soliti scioperi e il solito balletto di poltrone. E gli aquilani storditi assistono inermi ai soliti discorsi, senza realizzare che quelle perdite causate dalle municipalizzate vengono pagate con le loro tasse e quegli sprechi, prodotti da amministratori incompetenti ed incoscienti, vengono tappate con le loro tasse…
Il CTGS, l’Asm, l’Ama, il Sed (cosa dimentico?) sono acronimi degli sprechi aquilani e italiani creati e prodotti nell’ultimo ventennio da una politica inutile, inefficace ed inefficiente che ha saputo soltanto cacciare quei poveri esemplari di uomini minimamente illuminati e preservare i più insignificanti soldatini utili alla causa dell’inutilità.
Una politica senza un progetto di città, senza l’orgoglio della crescita e l’entusiasmo di far conoscere al mondo le bellezze della nostra terra.
Una politica concentrata esclusivamente sulla propria preservazione.