Pescina, primo corso base di cucina marsicana

5 gennaio 2015 | 13:29
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Pescina, primo corso base di cucina marsicana

di Gioia Chiostri

A caccia di meraviglie passate fra pentole e fornelli della Marsica curiosamente matura, che guarda al domani. La sapienza culinaria di una saggia zia marsicanissima, le ricette più antiche della pianura fucense e una squadra di apprendisti cuochi pronta ad impararle a memoria. Un barattolo di vetro, senza etichette alcune e col tappo scuro dell’anonimato ben serrato in cima, è l’ottima metafora concreta per raccontare la produzione di un’idea che si possiede, ma che fatica ad uscire. Si brama un progetto, lo si assorbe fino in fondo, ma è durante la sua realizzazione e venuta al mondo che l’etichetta acquista valore e le lettere una precisa presa di posizione. «Credo fermamente che le tradizioni popolari siano una risorsa importante, culturale ed economica, di ogni popolo. Vanno trattate con i guanti bianchi della curiosità e della delicatezza del sapere: bisogna sempre guardarsi alle spalle, ma non col cipiglio tipico dell’arroganza dell’uomo moderno sul volto». La pescarese di nascita ma pescinese di adozione Stefania Agresta, donna innamoratissima delle semplici verità del passato casalingo, ha deciso di imbandire la tavola della tradizione e di promuovere il primo corso di cucina marsicana ‘della zia’ fatto in casa. Un’idea, questa, alquanto originale, che travalica le usanze moderne delle feste natalizie di famiglia per eccellenza e si lega ad un dettame antico tanto scontato quanto desueto: tornare a cucinare con la lentezza di una volta e il sorriso colmo di felicità ben disteso sulla propria bocca.

{{*ExtraImg_228754_ArtImgCenter_500x281_}}Rocambolesca la vita frenetica di oggi, ma non per questa marsicana sui generis, che, nel giro di qualche ora e attraverso il canale massiccio di diffusione via internet quale Facebook, ha organizzato, in men che non si dica, un’occasione unica di incontro mirabile, tesa a promuovere le bellezze culinarie del nostro territorio. «Attraverso la riscoperta delle nostre antiche origini, – racconta a [i]IlCapoluogo.it[/i] – il recupero delle tradizioni e il trasferimento, di generazione in generazione, dei segreti e delle usanze della vita quotidiana di una volta, credo si possa davvero comprendere il presente, partendo appunto dal passato per poi proiettarsi nel futuro. Quest’ultimo termine soprattutto, oggi è innaffiato da una miriade di significati differenti. Per me, si aggancia invece ad un unico concetto che è quello del turismo sostenibile. Ovviamente, tutto ciò va fatto insieme, perché stare assieme sotto uno stesso tetto è bello, arricchisce ed aiuta a superare i momenti difficili che, volenti o nolenti, si intrecciano con la vita propria. Il territorio va vissuto ed esplorato assieme e solo assieme si può far leva sui suoi tesori per renderlo appetibile all’Estero. Lo stare insieme, inoltre, dà luogo a soluzioni inaspettate e insperate che, magari, saltano fuori mentre si sta stendendo la pasta, chiacchierando del più e del meno, come facevano le nostre nonne, tanto tempo fa. Ebbene, questa è l’atmosfera che intendo ricreare grazie al corso di cucina fai-da-te: un incontro di più persone, tutte torchiate dai ritmi frenetici di adesso, ma che posseggono, in fondo al cuore, la bramosia unica di riscoprire vecchie usanze dolci e propiziatorie. Esiste modo migliore per incominciare il nuovo anno?».

{{*ExtraImg_228760_ArtImgCenter_500x281_}}Cucinare in casa con amici e parenti: un’azione oggi poco praticata. Cosa si vuole dimostrare attraverso il corso di cucina marsicana fai-da-te? «Voglio dimostrare – spiega Stefania – che non servono molti artefici per ritrovarsi quando si vuole condividere la propria esistenza. Ho voluto mettere a disposizione un luogo familiare – la casa dove vivo da tre anni – per riscoprire, per l’appunto insieme, la socialità che un tempo teneva unite le famiglie, gli amici e tutta la propria comunità di appartenenza. Sono pescarese di origine, ma, attraverso gli occhi di mio marito, ho imparato ad amare questa terra, una culla fertile, piena di tradizioni genuine, che sanno di buono. La passione per la cucina, invece – continua Stefania – l’ho ereditata da mio padre, un uomo positivo, mentre il piacere di stare con gli amici di tutte le età è una passione che ho sempre avuto. Non mi ci è voluto molto per ottenere questo cocktail di ingredienti e riassumere il tutto in un’idea divertente e sbarazzina. In pochi giorni, ecco venuto al mondo il primo corso di cucina marsicana».

{{*ExtraImg_228750_ArtImgCenter_500x281_}}Una trovata entusiasmante, capace di inorgoglire un territorio intero che, in quelle usanze e tradizioni, ha lasciato scivolare il suo peso e il suo passato d’oro. Ogni goccia del proprio sangue contiene un chicco di eredità collettiva, che si identifica, scontato dirlo, con tutti i passi percorsi e le spade sguainate dai propri avi per la difesa di un solo ideale: il suolo natio. Per la giornata di lunedì 5 gennaio, Stefania Agresta, la madrina della cucina in casa, inaugurerà il primo ‘Corso base per principianti di cucina marsicana’, questo il titolo dato all’evento. «Il progetto nasce da un mio bisogno personale, in realtà. Ho sempre avuto il desiderio di imparare a realizzare i succulenti piatti tipici della terra dove vivo oggi, da riproporre magari anche in maniera originale a quanti verranno a trovarci in futuro da lontano. Da qui, l’idea del corso, che ho inteso poi estendere a tutti i miei compaesani: mai perdere di vista chi si è stati un tempo». L’iscrizione al corso casalingo di cucina è gratuita e aperta a tutti e chi vorrà partecipare, potrà farlo avendo cura di venire munito della tipica ‘pannozza’, ossia il classico grembiule da cucina casereccia. Il corso vero e proprio inizierà alle ore 15 del pomeriggio e sarà tenuto da più ‘esperti’ che si alterneranno nella realizzazione delle ricette tipiche davanti ad un pubblico di ‘discepoli’ , che potrà prendere appunti ed esercitarsi ai fornelli. «A capo di tutti – aggiunge Stefania – c’è la mitica congiunta anziana di mio marito, la zia Olga, che verrà, per l’occasione, affiancata dal noto storico di Pescina, Diocleziano Giardini, e da una cuoca professionista, la signora Bina. Tutti esperti marsicanissimi, ovviamente».

{{*ExtraImg_228755_ArtImgCenter_500x281_}}Al corso parteciperanno più di trenta persone, raggiunte e iscritte tramite social network. Chiediamo: ti aspettavi tutta questa accoglienza da parte dei tuoi compaesani?«Non mi aspettavo una partecipazione così numerosa e i preparativi per far posto a tavoli e partecipanti, fervono! Apriremo le porte di casa, la dimora di Stè&Mau, a più di trenta ‘alunni’ che si cimenteranno con le seguenti ricette marsicane doc: [i]La panonta, I frascareje, Gnucchitt’ j cic’, I patrh nostr’, I fasciur’ alla salsa, Il bianchetto[/i]».Piatti che raccontano, pietanze che narrano. Ogni filo d’olio versato, parla di un modo di vivere condotto sul mito della sopravvivenza rallegrata. Ogni boccone è un inno alla cucina povera che sapeva sfamare anche lo spirito, mantenendolo vivo e in carne.

«Alla fine della giornata – conclude Stefania – da cuochi rilasceremo un ‘ringraziamento’ speciale al gruppo di amici e parenti che avrà partecipato. Una sorta di attestato di partecipazione, sul quale troveranno stampata a chiare lettere la scritta ‘Grazie per esserci stato, per esserti messo in gioco!’. Infine, daremo luogo alla classica foto ricordo, rigorosamente con le ‘pannozze’ al collo! La serata, poi, proseguirà con il buffet dei piatti preparati durante il pomeriggio e verrà accompagnata dalle canzoni tipiche della tradizione popolare, con le armonie ‘alla chitarra’ di un caro amico e musicista, di nome Luciano Costantini. Sono invitati tutti quelli che si impegnano a vivere con il sole ben adocchiato di fronte, nonostante tutto e tutti. Coloro che non hanno bisogno di settimane bianche, di capi firmati, di frasi fatte e rapporti finti sono ben accolti a casa nostra! Il motto è: stare insieme per brindare ad una terra piacevole, fruttifera e colma di generosità. Dalle nostre mani, davvero può nascere un sogno se, energia dopo energia, fatica dopo fatica, si impasta il mito del sacrificio personale con la bellezza dell’eredità di ideali familiare». Un insegnamento che va oltre la semplice ricetta da imparare a menadito: a casa di Stefania, il 5 gennaio, si servirà su una povera ‘scifella’ di legno, la Marsica d’oro dei tempi migliori.

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