
La tubercolosi, da malattia tipica degli stranieri a patologia sempre più frequente nei marsicani.
Un dato che si associa a un lieve aumento generale dell’incidenza della patologia nel comprensorio, rilevato dal reparto di malattie infettive di Avezzano, che intende accentuare l’azione di contrasto contro la patologia, esortando allo screening e rinsaldando l’alleanza coi medici di famiglia.
Negli ultimi anni la tubercolosi è sempre più frequente sui marsicani con un’incidenza che tocca oggi circa il 50% dei casi di malattia complessivi registrati nel comprensorio. Ogni anno in Marsica i casi di tubercolosi oscillano tra 10 e 12.
Attualmente sono 3 i pazienti ricoverati per tubercolosi in malattie infettive (con problemi ai polmoni) e tutti marsicani (tra 30 e 60 anni). Peraltro ora i trattamenti ospedalieri sono ancora più efficaci sui pazienti poiché, da un paio di mesi, malattie infettive dispone di uno spazio adeguato con due stanze cosiddette a ‘pressione negativa’ che assicurano un isolamento totale del malato e quindi rafforzano l’efficacia di prevenzione nella gestione della patologia.
L’intensificarsi di flussi di migrazione in Marsica, soprattutto dall’Est europeo, è uno dei fattori alla base della recrudescenza di una malattia riemersa gradualmente dalle nebbie di un passato che si credeva consegnato agli archivi della medicina.
«Va evitato l’allarme – sostiene il dottor Maurizio Paoloni, direttore di malattie infettive dell’ospedale di Avezzano – ma, al tempo stesso, occorre una strategia più efficace, centrata soprattutto sul prezioso contributo dei medici di famiglia. Quest’ultimi hanno il polso della situazione sui propri assistiti e sono dunque nella condizione di cogliere i primi segnali, purtroppo molto labili, dell’insorgenza del morbo. Nella fase di incubazione la tubercolosi è caratterizzata da sintomi quasi impalpabili o addirittura dalla loro pressoché totale assenza; dunque occorre prestare attenzione ai minimi indizi, come la tosse».
«La malattia – dichiara Paoloni – si trasmette tramite goccioline di saliva sprigionate nell’aria dai colpi di tosse. La forma più diffusa di tubercolosi è quella che attacca i polmoni ma ve ne sono altre che colpiscono i tessuti ossei e la parte linfatica. L’altro strumento di prevenzione su cui far leva – oltre all’opera di sorveglianza dei medici di base- è lo screening periodico o quello fatto in presenza di sintomi sospetti. Se scoperto per tempo l’agente patogeno può essere combattuto e debellato con efficacia anche se le terapie (basate sostanzialmente sugli antibiotici) richiedono tempi piuttosto lunghi, con ricoveri in ospedale di durata variabile, tra i 30 e i 40 giorni. In Marsica occorre mantenere alta la guardia, potenziare il monitoraggio con visite di controllo su tutta la popolazione, quella locale e quella degli immigrati».
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