Cinghiali, Asl scopre caso di trichinella nell’Aquilano

12 gennaio 2015 | 14:24
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Cinghiali, Asl scopre caso di trichinella nell’Aquilano

«Le fitte maglie dei controlli Asl 1 hanno individuato carne di cinghiale infetta, dovuta alla trichinella, parassita nocivo per la salute dell’uomo se ingerito». A comunicarlo, attraverso una nota, è la stessa Asl dell’Aquila.

Nei giorni scorsi la ‘rete di protezione’ del Servizio Veterinario di Igiene degli alimenti di origine animale della Asl 1, diretto dalla dottoressa Francesca De Paulis, ha infatti «imposto lo stop al divieto di consumo su un campione di carne di cinghiale, abbattuto nel territorio del comune di San Pio delle Camere, in provincia dell’Aquila». «La conferma della presenza del parassita, frutto della selvaggina da caccia – spiega la Asl – è arrivata oggi, in seguito a uno dei controlli che il servizio veterinario effettua, come accade ogni anno, a cavallo tra dicembre e gennaio».

Oltre 600 le verifiche sulle carni compiute dal servizio della Asl 1 su tutti i cinghiali abbattuti, sia su quelli destinati ai laboratori di lavorazione sia su quelli riservati ai consumi privati. Il campione infestato dalla trichinella – parassita che può trasmettersi all’uomo tramite il consumo di questo tipo di carne, cruda o poco cotta – «verrà ora distrutto con le modalità di legge».

«Grazie alla sensibilizzazione promossa dal servizio di igiene degli alimenti di origine animale – spiega la Asl – è stata avviata una proficua collaborazione con i cacciatori. Un’intesa sviluppata anche con corsi di formazione-informazione, svolti dallo specifico servizio dell’azienda sanitaria a beneficio degli stessi cacciatori, in collaborazione con le associazioni di categoria e gli enti preposti».

«Va evidenziata – dichiara la dottoressa De Paulis, direttore del servizio Igiene degli alimenti di origine animale della Asl 1 – l’importanza dei controlli preventivi. La Regione impone il controllo obbligatorio nei confronti della trichinellosi su tutti i cinghiali abbattuti, sia su quelli destinati ai laboratori di lavorazione sia su quelli destinati al consumo privato. Quest’anno abbiamo superato i 600 esami di carne in tutta provincia dell’Aquila. Tramite esami specifici sui capi possiamo intervenire ed evitare il manifestarsi della malattia che, seppur rara, può avere conseguenze gravi per la salute».

«La trichinellosi – spiega la Asl – è una malattia parassitaria sostenuta da un verme tondo del genere Trichinella, in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili, soprattutto se animali carnivori o onnivori. La trichinella passa dall’animale all’uomo con l’ingestione di carne fresca di alcune specie – in particolare cinghiale, suino, cavallo – ma il pericolo di contagio sussiste solo se la carne non è sottoposta a controllo sanitario».

«Quindi l’unico rischio – aggiunge la dottoressa De Paulis – è rappresentato dal consumo di prodotti a base di carne cruda o poco cotta di cinghiale, quali ad esempio gli insaccati freschi e stagionati, che andrebbero consumati solo se provenienti da animali preventivamente controllati. Il rischio sanitario non sussiste per il consumo di carne suina, equina e di selvaggina regolarmente macellata ed immessa in commercio, sulla quale il controllo per la ricerca della trichinella è sistematico. La possibilità di entrare in contatto con il parassita della trichinellosi è invece elevato per le carni di cinghiale non sottoposte a controllo sanitari».