
«La legge L’Aquila Capoluogo non sia un “giocattolo” nelle mani di D’Alfonso. Occorre condivisione e partecipazione». Questa la presa di posizione di Guido Quintino Liris, capogruppo Forza Italia al Comune
dell’Aquila e di Emilio Iampieri, consigliere regionale di Forza Italia. «L’approvazione della legge – spiegano Liris e Iampieri – non può essere un modo per togliere potere e competenza al Capoluogo di Regione lasciando al presidente D’Alfonso la cabina di regia di scelte che spettano ai territori. Dovrebbe essere e dovrà essere uno strumento che aggiunga possibilità e risorse ad una realtà che, anche a seguito del sisma, ha fretta di tornare a vivere». «E’ necessario – sottolineano i due esponenti di Forza Italia – che il testo sia discusso e migliorato, perché sia uno strumento efficace ed operativo. I nuovi fondi stanziati nella legge corrispondono allo 0,5% del gettito del bollo auto della Regione Abruzzo: stiamo parlando di circa 600 mila euro, una cifra bassissima, irrisoria, con la quale non si soddisfano le esigenze del territorio aquilano, né le aspettative suscitate tra operatori economici, mondo della cultura, del sociale, della formazione. 600 mila euro a L’Aquila Capoluogo e poi sono già pronti svariati milioni
di euro per il Ponte sul Cielo di Pescara? E’ inaccettabile!». «Nella legge – aggiungono Liris e Iampieri – vorremmo ci fosse un riferimento al rafforzamento delle funzioni amministrative, prerogativa centrale di una città capoluogo di regione; vorremmo riferimenti concreti su sanità e università, sarebbe necessaria una visione strategica sulle esigenze delle aree interne e sulla giusta e congrua possibilità di confronto ed equilibrio con la costa adriatica. Il titolo della legge (L’Aquila Capoluogo) sia il punto di partenza per un confronto vero, sano e concreto con la città dell’Aquila e tutto il territorio aquilano: è doveroso affrontare tra gli articoli di questa legge la necessità di ridurre le distanze politiche e amministrative tra il capoluogo e i comuni della provincia e della regione. E’ doveroso e urgente un confronto con tutte le forze politiche, con il Consiglio comunale dell’Aquila e con i sindaci del Cratere. Forza Italia è pronta a presentare e a condividere le proprie proposte, fino, se fosse necessario, a mettere giù un testo nuovo, magari convergente tra le varie posizioni: speriamo ci sia lo spirito giusto da parte del consigliere Pietrucci e della attuale maggioranza in Regione per aprirsi al confronto». «L’Aquila Capoluogo – concludono Liris e Iampieri – non è un argomento che si può affrontare in termini di maggioranza. Perché sia uno strumento forte ed efficace deve innanzitutto essere condiviso».
Non si è fatta attendere la risposta del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. «Sono molto contento che la legge per L’Aquila Capoluogo abbia suscitato un così vivace [i]parterre[/i] di commenti in seno alle forze di opposizione – ha sottolineato il consigliere in una nota – Il centro-destra mostra di gradire l’operazione, o quanto meno mostra di gradire l’assunto generale, e chiede di essere chiamato in causa per contribuire, modificare, ampliare, emendare. Torno a ripetere agli amici Iampieri e Liris quanto ho già annunciato in più sedi: il mio staff e io stiamo predisponendo una lista di stakeholders da coinvolgere direttamente fra gli attori economici, politici e sociali; a loro chiediamo suggerimenti, opinioni e punti di vista che sostengano la qualità di quanto inquadrato nell’articolato. E questo soprattutto in vista dell’assetto attuativo che sarà necessario elaborare per ogni macro area della gabbia normativa. Questo per quanto riguarda la società civile. Per quanto riguarda l’iter istituzionale, sono certo che sia Iampieri che Liris, che lo conoscono bene, sappiano che un progetto di legge, prima di approdare in assise consiliare, deve passare per il lavoro delle commissioni permanenti, in cui si raccolgono opinioni, pareri, emendamenti, da parte di maggioranza e opposizione che servano, in assenza di trucchi e cavilli, a rendere un progetto di legge quanto più condiviso possibile. Su questo sto lavorando con il mio staff e questo è quanto proporrò all’interno della sede istituzionale adeguata. Spero solo che questo interessamento verso il mio progetto di legge sia reale, ed è ciò verificheremo a breve, facendo con attenzione la differenza fra le proposte collaborative e concrete, tutte benvolute, e il tentativo di frenare il progetto per motivi che con lo sviluppo e il rilancio dell’Aquila e della Regione hanno poco a che vedere. Mi aspetto dunque, e credo sia fondamentale, dialettica, collaborazione, confronto e identificazione in un obiettivo comune».
PALUMBO (PD): «NON SOLO ASSE COSTIERO» – Sul tema è intervenuto anche Stefano Palumbo, consigliere comunale dell’Aquila del Partito democratico. «La recente proposta di legge sul rafforzamento delle funzioni da attribuire alla città dell’Aquila in qualità di città capoluogo di regione, impone alcune riflessioni – spiega Palumbo in una nota – Innanzitutto, significativo è il fatto che a presentare una legge per L’Aquila sia stato, insieme al consigliere Pietrucci, il presidente in persona; lo stesso, ex sindaco di Pescara, ha tenuto a rimarcare la necessità di superare il dualismo tra costa e zone interne. Territori differenti, non a caso chiamati originariamente “Abruzzi”, come diversi sono i ruoli che le due aree possono recitare nelle dinamiche di sviluppo della Regione Abruzzo. Ed è su questa differenziazione che bisogna allora concepire e costruire il contributo che noi, come capoluogo, dobbiamo fornire alla causa regionale. Bene fanno le città costiere abruzzesi, con a capo Pescara, a costruire legami e prospettive di crescita sull’asse adriatico, è legittimo e comprensibile, ma la macroregione Adriatico-Ionica non è l’unico strumento di indirizzo che Unione Europea e Governo centrale forniscono alla nostra Regione. Ci sono altri progetti, altrettanto importanti, e forse addirittura più strategici, che indicano per l’Abruzzo scenari di sviluppo incardinati anche su direttrici diverse. Il progetto “Ape” (Appennino Parco d’Europa) e il progetto “Territorio Snodo 2”, ad esempio, promossi e sostenuti rispettivamente dai ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, esaltano invece la centralità dell’Aquila e delle aree interne su due corridoi strategici: quello dorsale con la valorizzazione della montagna, dei parchi, dei borghi e delle tradizioni, da sviluppare attraverso un sistema di relazioni culturali, naturalistiche e ambientali con le altre regioni appenniniche; e quello longitudinale, con l’importante funzione di collegamento da est a ovest in cui l’Abruzzo si pone come porta d’accesso di Roma sull’Adriatico. Strategie che parlano di un Abruzzo all’interno della Macroregione Mediana, e di un territorio, quelle delle aree interne, baricentrico nei disegni di collegamento infrastrutturali e culturali con le regioni circostanti. È su questi presupposti, allora, che ha senso riaffermare il ruolo dell’Aquila come capoluogo d’Abruzzo, di una “Regione veloce” ma non a due velocità, capace di avanzare su un doppio binario. Per fare questo però non bastano solo i buoni propositi, occorre piuttosto un diverso protagonismo della città dell’Aquila e della sua classe dirigente da tradurre in proposte capaci di trovare spazio negli strumenti di programmazione operativi regionali. D’Alfonso ribadisce il ruolo dell’Aquila come capoluogo di regione; sta a noi adesso utilizzare questo riconoscimento come stimolo ad assolvere al meglio la rinnovata funzione di guida della regione».