Ingegneri vs D’Alfonso: «Pronti a battaglia legale»

19 gennaio 2015 | 20:44
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Ingegneri vs D’Alfonso: «Pronti a battaglia legale»

«Chiediamo al presidente D’Alfonso un incontro urgente perché queste percentuali sono inaccettabili, le parcelle per i professionisti in Abruzzo si ridurrebbero anche del 70% e questo è contro le leggi che fissano tariffe minime di riferimento».

Così il presidente nazionale dell’Ordine degli Ingegneri, Armando Zambrano, sulla delibera della Giunta regionale d’Abruzzo del 5 settembre 2014 in cui vengono imposti tetti massimi, pari al 2,5% del finanziamento complessivo, per le spese tecniche di progettazione di opere pubbliche come ristrutturazione di edifici scolastici, rifacimenti dei sistemi idrici e fognari, realizzazione di impianti sportivi. Conferenza stampa, oggi all’Aquila, insieme al presidente della Federazione regionale, Agreppino Valente, e al presidente dell’Ordine della provincia dell’Aquila, Elio Masciovecchio.

I tre hanno minacciato un ricorso al Tar: «Siamo pronti, se non ci saranno passi indietro, alla battaglia legale». «Anche perché – ha aggiunto il presidente nazionale – con queste percentuali è impossibile fare un progetto di qualità. E questo alla fine farà lievitare i costi, perché senza buona progettazione si apre la strada a varianti in corso d’opera, si creano le premesse della realizzazione di opere pubbliche fatte male, a cattedrali del deserto, perché, per esempio, non sono stati ben calcolati in fase di progettazione i costi di gestione e manutenzione».

«Invitiamo la Regione a rispettare la legge – ha aggiunto Valente – non vogliamo arrivare ai tribunali. Con queste percentuali i progetti i Comuni dovranno farli fare internamente ai loro tecnici, se ne hanno uno a disposizione, cosa che non accade per i piccoli enti. E questo non potrà certo garantire la qualità della progettazione».

«È inaccettabile – ha concluso Masciovecchio – che si chiedano sacrifici di questa portata alla nostra categoria professionale, mentre lo stesso non accade per i dirigenti regionali, delle Asl, della burocrazia regionale, che incidono non poco sulla spesa pubblica».