
di Valter Marcone
Da [url”nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-bottega-dei-sogni”]nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-bottega-dei-sogni[/url]
recupero questa breve storia. Una storia affascinante, di quelle che oggi non si sentono più raccontare, alle quali è sempre più difficile credere. Eppure . . . Eppure è la metafora bella, forte e appassionata di un presente che ha bisogno di una strenua lotta per affermare che i sogni sono importanti e che noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. Una lotta che non ha bisogno di super eroi per essere combattuta, ma solo della determinazione di ciascuno di noi. Sarà questo il tema e il senso delle poesie che saranno pubblicate nelle prossime settimane.
[i]“L’orizzonte è una finzione geografica, se esiste è solo dentro di noi. Ma Itaca no, Itaca è necessaria alla libertà del viaggio. Altro non so dire, chiedo scusa”.
Il signor Max, un omino accartocciato dallo sguardo umido, ha ricevuto una brutta notizia. Il suo negozio deve chiudere. I sogni non si vendono più. La crisi non fa sconti a nessuno. Soprattutto alle piccole botteghe profumate di vecchio. La gente spende sempre meno e il piacere è un lusso che non si può permettere.
Max ha centinaia di sogni nei cassetti. Erotici, avventurosi, comici, surreali, horror. Alcuni sono in lingua inglese e spagnola. Da poco è riuscito ad avere un sogno in cinese ambientato a Hong Kong. Lo ha ordinato per un cliente molto devoto, un banchiere innamorato dell’Oriente che si lamenta di dover sognare ogni notte di far l’amore con rosee e formose donne occidentali.
Adesso cosa ci avrebbe fatto con tanto meraviglioso materiale? Sogni fatti su misura, sogni di bambino, sogni a puntate, sogni in bianco e nero, sogni a occhi aperti. Una collezione straordinaria destinata a essere incenerita. Si era addirittura fatto dare sottobanco, da dei teppistelli, una decina di incubi. Ci sono sempre due o tre masochisti che hanno voglia di soffrire.
Tutto per nulla. Anni di ricerca e passione, per ritrovarsi svuotato nelle tasche e nell’anima.
Max cammina su e giù per il negozio. Sbuffa scuotendo il capo. Gli restano poche ore per liberare il locale. Lo avrebbero rimpiazzato, di lì a poco, con un negozio di robot sexy usa e getta.
Negli anni aveva provato più della metà di tutti quei sogni. Era affezionato a uno in particolare, dove si vola con gli uccelli fino alla linea dell’orizzonte. È inserito nella categoria dei sogni allegorici. Ma lui non dà peso alle interpretazioni. Non cerca risposte. Ama semplicemente l’odore di sale che viene dal mare.
Max ha deciso. “Non lo farò . . . Saranno gli altri a prendersi la terribile responsabilità di distruggere gli ultimi sogni rimasti”, mormora lacrimando. Poi, con il cuore infranto, esce in strada. Non si volta mai, tira dritto verso casa. Sua moglie lo sta aspettando, con pronta una scodella calda di pasta e fagioli. (- See more at: [url”http://nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-bottega-dei-sogni#sthash.WrDKsf4g.dpuf”]http://nova.ilsole24ore.com/frontiere/la-bottega-dei-sogni#sthash.WrDKsf4g.dpuf[/url])[/i]
Per il fatto che dobbiamo vivere
Per il fatto che dobbiamo vivere
ancora un po, guardiamo fuori la finestra,
beviamo acqua con il limone
e a colazione mangiamo ciambelle
con il burro.
Solo un po’ dobbiamo ancora vivere
e quando vengo da vivo
a parlarti nell’ora morta
nel mezzogiorno della città
là sotto il monte dove dormi
lascio che tu mi immagini
dovunque ora sei
e il tuo riflesso è dentro
dentro i miei occhi.
Ora e ancora un tavolo
è un tavolo, un bicchiere
un bicchiere e per questo
io ti parlo di tutto
di tutto quello che voglio.
Come se potessi ancora abbracciarti
e cerco il tuo volto
su una foto e vedo solo
quel chiaro e quell’alone
che trepida nell’aria.
Nell’aria del nostro parlare
ancora, vigilia di nessun avvenimento
perché tu stai lì ed io qua,
mi consola
non so in quale ricordo
l’amore che mi porto ancora
dentro sorgente di luce e canto
che mai mi allontana da te
e dal mio sogno.
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