Omicidio Rigante, a poche ore dalla sentenza

23 gennaio 2015 | 15:20
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Omicidio Rigante, a poche ore dalla sentenza

Dopo una mattinata dedicata alle arringhe difensive, i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila si sono riuniti in camera di consiglio per la sentenza nel processo di secondo grado per l’omicidio di Domenico Rigante, tifoso del Pescara ucciso nel maggio 2012, in un appartamento del capoluogo adriatico in via Polacchi.

Principale imputato Massimo Ciarelli, condannato in primo grado a 30 anni per omicidio volontario premeditato, per il quale il Procuratore Generale, Romolo Como, ha chiesto la conferma della pena.

La sentenza è attesa per il pomeriggio.

Per l’accusa, nel corso di una sorta di spedizione punitiva, il primo maggio del 2012, sul pianerottolo della sua casa, Rigante fu raggiunto da un colpo di pistola poi risultato fatale.

Sempre per l’accusa, Massimo Ciarelli era accompagnato dal nipote Domenico ed i cugini Luigi, Antonio e Angelo Ciarelli, in primo grado condannati a 19 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio volontario. Durante l’udienza di stamani l’avvocato Franco Metta ha chiesto per Massimo Ciarelli l’assoluzione o, in subordine la derubricazione del capo di imputazione in omicidio preterintenzionale, principalmente ritenendo che il testimone dell’accusa, Mimmo Nobile, è inattendibile.

Per lo stesso motivo l’avvocato Giancarlo De Marco ha chiesto l’omicidio colposo o preterintenzionale per Domenico Ciarelli. Gli imputati erano stati giudicati in primo grado il 3 febbraio scorso, con rito abbreviato, dal gup del Tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea.