Sisma L’Aquila: «Infiltrazioni in crescita»

24 gennaio 2015 | 12:46
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Sisma L’Aquila: «Infiltrazioni in crescita»

Il presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, Stefano Schirò, ritiene «in crescita il fenomeno delle infiltrazioni di criminalità organizzata proveniente da Sicilia, Campania e Calabria e interessate alle attività economiche nell’intera regione e, in particolare, alla ricostruzione nell’Aquilano e al traffico di droga nelle Province di Teramo e Chieti».

Il rischio infiltrazione della malavita organizzata, contrastata tra gli altri dalla direzione distrettuale antimafia dell’Aquila, è tra le criticità maggiori nel territorio segnalate nella relazione presentata da Schirò nel corso della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario 2015.

Tra le inchieste citate, «un procedimento in fase dibattimentale che riguarda la criminalità calabrese», quello che vede imputato anche l’imprenditore aquilano Stefano Biasini con tentativi non riusciti di aggancio della ndrangheta e «un altro ancora in fase di indagini preliminari, ma con emissione di numerose misure cautelari, che vede la cointeressenza tra imprese locali e altre collegate alla camorra». Quest’ultima è l’inchiesta ‘Dirty job’ che ha portato all’arresto di sette imprenditori e alla scoperta di cantieri aggiudicati a ditte aquilane dove lavoravano «illegalmente operai campani assoldati dalla camorra che restituivano in nero metà del loro compenso».

Oltre al capoluogo, in materia di infiltrazioni, per Schirò è «degna di menzione» l’attività della procura di Vasto (Chieti), «territorio a forte rischio, sia per la sua vicinanza ad aree a più alta concentrazione malavitosa, sia per l’insediamento, in paesi del circondario, di alcuni esponenti della camorra napoletana».

Schirò ha fatto riferimento anche ad un recentissimo procedimento promosso dalla procura della Repubblica dell’Aquila in seguito ad attività investigativa avviata dal Ros dei Carabinieri nel 2013, nei confronti di indagati per associazione con finalità di terrorismo con emissione da parte del Gip di «numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere».

A proposito del contrasto alle infiltrazioni Schirò ha ricordato la recente visita del vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, che ha incontrato il mondo della giustizia abruzzese, ammonendo, tra le altre cose, sul pericolo in Abruzzo, in particolare nel cantiere più grande d’Europa, per la ricostruzione dell’Aquila e del cratere del sisma.

L’amministrazione della giustizia in Abruzzo ha conseguito «incrementi di produttività e comune di erosioni di arretrato sia nel settore civile (4-5%) che in quello penale (10%) nonostante le difficoltà non solo materiali, ma anche psicologiche» ha sottolineato il presidente della Corte d’Appello dell’Aquila Stefano Schirò, che ha denunciato «le gravi carenze nelle piante organiche» e ha chiesto «solidarietà» vera tra la magistratura e la società civile, difendendo i magistrati dopo le proteste di piazza per la sentenza di assoluzione in appello per sei dei sette componenti della Commissione Grandi Rischi.

Tra le emergenze oltre al pericolo infiltrazioni in chiave ricostruzione dell’Aquila, Schirò ha segnalato l’aumento dei reati legati allo spaccio di droga, della prostituzione e della tratta di donne provenienti dalla Nigeria.

Schirò ha infine espresso preoccupazione «per una ennesima riforma processuale non definitiva».

D’ALFONSO, «MIGLIORARE PATRIMONIO NORME» – «La politica deve migliorare il patrimonio delle norme riguardanti l’affidamento dei lavori pubblici e privati e il controllo», ha detto il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso a margine della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario 2015, commentando l’ammonimento del presidente della Corte d’Appello, Stefano Schirò, sulla crescita dei tentativi di infiltrazione mafiosa.

In particolare il governatore si è soffermato sul disegno di legge che detta nuove regole per la ricostruzione privata post-sisma, fermo da quando Giovanni Legnini ha lasciato il ruolo di sottosegretario all’Economia con delega al post-sisma, rilevato solo di recente da Paola De Micheli, per diventare vice presidente del Consiglio superiore della magistratura.

«Su questo fronte abbiamo un punto di riferimento significativo dato dall’allora parlamentare Legnini al Parlamento ma anche al Governo – ha aggiunto – Io e la senatrice Stefania Pezzopane, il vice presidente Giovanni Lolli e il sindaco Massimo Cialente, assieme all’onorevole De Micheli stiamo costituendo un supporto affinché si trovi la retta via per la massima velocizzazione di questa nuova norma che deve riguardare tutta la vita delle procedure riferite alle opere pubbliche e private».

Altra priorità è, per D’Alfonso, «che i direttori dei lavori e amministratori di condominio assumano la qualifica di ufficiali per fare in modo che possano essere sottoposti a controllo rigoroso della loro attività».

Sempre sulla lotta alle infiltrazioni, infine, il presidente affermato di aver «rilevato uno spirito di grande collaborazione tra i diversi livelli istituzionali», è stato anche un appello del vice presidente Legnini oggi ripreso dal presidente della Corte Schirò. «Daremo tutto il nostro contributo – ha assicurato – assegnando a tempo le risorse umane che concorderemo sia al tribunale dell’Aquila sia ad altri livelli di giustizia».

FALCONE A ISTITUZIONI, CONTRASTATE CORRUZIONE – Ha stimolato le Istituzioni a un maggiore contrasto contro condotte che «non soltanto minano il sentimento di coesione sociale, ma pregiudicano anche la fiducia nelle istituzioni, comportando inevitabilmente sentimenti di ribellione» il procuratore generale della Repubblica, Giuseppe Falcone, nella sua relazione in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario 2015.

Nel 2014 «l’attività di ricostruzione nel settore pubblico – ha detto – è apparsa spesso permeata da fatti corruttivi, da turbativa d’asta e da frode in pubbliche forniture. Nel settore della ricostruzione privata è stata registrata la presenza e infiltrazione della criminalità organizzata, favorita spesso dalla poca chiarezza, per non dire quasi inesistenza, di una normativa adeguata». Il magistrato ha sottolineato che nell’anno passato «particolarmente significativa ed efficace è stata l’attività della direzione distrettuale antimafia della procura dell’Aquila» e che c’è stata «piena collaborazione di altre autorità pubbliche», nonché «piena disponibilità di tutti gli organismi di polizia giudiziaria, la cui azione è stata preziosa per il conseguimento di apprezzabili risultati».

Il pg ha rilevato «l’esistenza, sempre più preoccupante, di una stretta connessione tra condotte criminose poste in essere dalla criminalità organizzata e condotte illecite di pubblici funzionari, favorite queste ultime spesso dalla negligenza o dall’assenza di controlli, interni e preventivi, nelle singole amministrazioni sia in merito alle procedure di appalto, sia in merito all’affidamento degli appalti stessi, sia sulla corretta esecuzione dei lavori». «L’ingente spesa pubblica destinata alla ricostruzione costituisce per le organizzazioni criminali il vero obiettivo su cui dirigere la propria attenzione – è stato un altro passaggio della sua relazione – essendo più remunerativa rispetto ad attività illecite pregresse e apparendo il profitto più facilmente conseguibile con attività corruttive che mediante azioni di violenza o altri reati diretti all’intimidazione».