Ospedale Tagliacozzo: Tar boccia, Comitato resiste

25 gennaio 2015 | 19:54
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Ospedale Tagliacozzo: Tar boccia, Comitato resiste

di Gioia Chiostri

Lo scorso 14 gennaio il Tar si è pronunciato contro la sospensiva per il ricorso che aveva ad oggetto il depotenziamento dell’ospedale Umberto I di Tagliacozzo. Il Comitato civico pro Ospedale, sorto proprio a difesa del punto di soccorso locale e capeggiato dall’avvocatessa battagliera Rita Tabacco, proprio non ce la fa a chinare il capo e ricorre al Consiglio di Stato. «Noi rispettiamo la pronuncia giudiziale – ha commentato a [i]IlCapoluogo.it[/i] – ma non sventoliamo ancora bandiera bianca».

A nulla, quindi, sembrerebbero essere valse le innumerevoli proteste portate avanti dalla cittadinanza tagliacozzana, la quale, martedì prossimo, 27 gennaio, assieme alle Forze Sociali, si ritroverà con gli esponenti del Comitato proprio per discutere sulla prossima azione da intraprendere.

Il Comitato Pro Ospedale, di fatti, sentito telefonicamente dal Capoluogo, spiega che «contro la decisione giudiziale, si appella alla sovranità popolare – afferma la Tabacco – L’Ospedale è di tutti ed è per tutti ed è della gente, per questo non si tocca. Noi del Comitato saremo là, pronti a far capire questa operazione di difesa. La Regione Abruzzo, in questo modo, sta perdendo il treno della democrazia. Avrebbe dovuto, nelle persone dei consiglieri regionali, attraverso un atto eclatante, imporre al presidente D’Alfonso, in veste di Commissario, la salvezza del presidio stesso, preservando così non solo la vita (il bene maggiore Ndr.) ma anche il denaro, che sarà distribuito invece alle varie strutture sanitarie private attraverso la da noi non accettata rete delle convenzioni. Questo che si dipana all’orizzonte è un Abruzzo addolorato, ma non ancora piegato».

«Luciano D’Alfonso – spiega la Tabacco – presidente della Giunta regionale e commissario alla sanità, ha, di recente, infatti, inteso aprire una trattativa per il bene del nostro Ospedale. Egli intanto, di tutto contro, sta facendo, proprio in questo momento, edificare un ospedale fra Chieti e Pescara», come riportato su ‘Il Messaggero’.

«Il Tar ha respinto il nostro ricorso – aggiunge la Tabacco – e noi le sentenze le rispettiamo in nome del popolo italiano perché sono appunto state proclamate. Ma, proprio in nome di quello stesso popolo, sul quale i giudici si dovranno interrogare moralmente, noi andremo in Consiglio di Stato e ci muoveremo da lì. Ciò che chiediamo al Tar e a chi lo rappresenta è di interrogarsi su un piano umano e non giuridico. La gente è con noi in questa istanza di giustizia».

Intanto, venerdì 23 gennaio, una delegazione del Comitato Pro Ospedale è stata incontrata dal vice presidente della Regione, Giovanni Lolli. Le richieste dell’Ospedale sembrerebbero, a detta sua, fondate e accettabili, a quanto riferito dalla stessa Tabacco. «Ci troviamo in un clima di attesa – spiega l’avvocato – Le richieste sono state considerate da Lolli come giuste e plausibili e lui stesso si è impegnato a presentarle all’assessore Silvio Paolucci. Il tavolo della trattativa è aperto, quindi».

{{*ExtraImg_230963_ArtImgRight_300x192_}}L’orizzonte decisionale stesso sembra non essere stato ancora tracciato. «Abbiamo ricevuto ascolto grazie ad uno degli Sportelli che la Regione ha aperto nelle Province. Noi abbiamo chiesto le reperibilità professionali: cardiologhe, ortopediche, chirurgiche e anestetiche. Chiediamo semplicemente la sicurezza: la Sanità non è un’azienda». Richiesta reiterata anche quella relativa al servizio di ambulanza, il grande scomparso di Tagliacozzo e frazioni: «questo è stato tolto il primo dicembre scorso e, apprendiamo, solo nella nostra Asl. In tutte le altre, nessun manager, ad oggi, ha adoperato un taglio chirurgico del genere. Spostando l’ambulanza ad Avezzano, la Asl ha colpito al cuore una grande fetta della Marsica intera che, quindi, ne resta mutilata, privando anzitutto infermieri e medici delle giuste retribuzioni e mettendo a rischio i pazienti, i quali, dal primo dicembre in poi, hanno dovuto e dovranno attendere il tempo della reperibilità, dato che il 118 deve arrivare dalla città di Avezzano. Con la nostra ambulanza, invece, noi avevamo subito la soluzione delle emergenze: il territorio adesso è sgombro di rimedi. Ai pazienti si ‘regalano’ 30 minuti di attesa, il più delle volte; i quali, invece, risultano fondamentali per mettere a tacere un infarto, ad esempio».

«Moralmente – conclude la Tabacco – ci poniamo degli interrogativi. Noi, in questo momento, affidiamo a D’Alfonso la responsabilità anche morale della situazione perché noi, pur accettando i giudici e le loro decisioni, li richiamiamo alle loro responsabilità umane». Lo slogan che si ripercuote nell’aria ha il sapore di una pioggia acida, che viene giù per levigare tutte le rugosità di fondo: ‘Giù le mani dall’Ospedale’.

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