
«Nonostante le nostre proteste e i nostri allarmi, la lunga lista di errori nella gestione del diritto allo studio in Abruzzo mostra tutti i suoi effetti: mense chiuse». La denuncia arriva, attraverso una nota, dai portavoce di Udu L’Aquila. «Abbiamo lanciato l’allarme nel lontano 9 ottobre – spiegano gli studenti – ma sin da subito siamo stati tacciati di catastrofismo. Ci auguravamo che non si arrivasse a tanto, ma ad oggi il nostro realismo di allora ha dimostrato di essere, ancora una volta, la dura realtà».
I portavoce dell’Udu, in particolare, protestano contro l’Azienda del Diritto allo Studio Universitario, ma ritengono anche che «l’amministrazione regionale non sia esente da colpe, in quanto, in una situazione che si paventava estremamente grave, ha preferito non assumersi nessuna responsabilità».
«Ad oggi – segnalano gli studenti – ci si ritrova senza l’organo di indirizzo politico dell’ente, consiglio di amministrazione o commissario, e con il servizio di ristorazione chiuso. Le nostre denunce sono state trattate con sufficienza, per farci ascoltare i nostri rappresentanti sono stati costretti alle dimissioni. Insufficienti anche queste a svegliare dal torpore la Regione, siamo stati obbligati a scendere in piazza, prima in Campomizzi e poi davanti al Consiglio Regionale stesso».
«A nulla sono servite le nostre rimostranze – si legge ancora nella nota dell’Udu – L’unico risultato ottenuto è stato che la Regione si è “chiusa nei suoi palazzi”, fingendo di capire la situazione e cercando di coprire il CdA che, a sua volta, tentava di “arrampicarsi sugli specchi”, cercando di scaricare le proprie responsabilità un giorno su uno, un giorno su un altro. Da domani, se nulla accadrà, L’Aquila avrà questo scenario: mense chiuse in tutti i poli universitari e nell’unica residenza universitaria».
«Serve ribadire ancora come sia impossibile vivere a Campomizzi senza servizio ristorazione? Noi l’abbiamo fatto troppe volte – denunciano gli studenti dell’Udu – con toni pacati quando ci è stata data l’opportunità di parlare nelle opportune sedi e gridando quando la [i]governance[/i] regionale sceglieva di non ascoltarci o, in un finto stato di tranquillità, ci forniva soluzioni alternative non sempre praticabili. Lo diciamo alla politica regionale: ci avete sfidato, avete operato ritenendo che che solo “la politica delle belle parole e del nulla di fatto” avrebbe potuto risolvere la realtà, avete delegittimato le funzioni di un consiglio di amministrazione anche tramite il suo mancato rinnovo, avete negato il diritto di rappresentanza studentesca e, grazie anche a tutto ciò, non solo ci state togliendo il diritto a mangiare, ma avete reso invivibile la nostra “casa universitaria” (Campomizzi)».
«Noi dell’Unione degli Universitari – conclude la nota – ribadiamo con forza il nostro sdegno per la inaccettabile gestione della questione Dsu, auspichiamo, pertanto, una risoluzione di emergenza che garantisca la fornitura di pasti fino all’espletamento della gara d’appalto. Sino ad allora noi non cederemo un millimetro delle nostre posizioni, ma anzi, se dovesse essere necessario, le ribadiremmo con forza ancora maggiore».