Export Abruzzo: i vini tengono, male l’industria

28 gennaio 2015 | 16:00
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Export Abruzzo: i vini tengono, male l’industria

Cala l’export dei distretti industriali d’Abruzzo, ma tengono i vini del Montepulciano: è una sintesi di quanto emerge dal[i] “Monitor dei distretti industriali dell’Abruzzo”[/i] realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca dell’Adriatico. Nel terzo trimestre 2014 in forte calo le esportazioni dei 5 distretti industriali (-10,8%) e l’Abruzzo è ancora una volta tra le regioni italiane più in difficoltà.

Sull’andamento negativo dei distretti, si legge nel rapporto, incide il crollo dell’export dell’abbigliamento sud abruzzese (-57%) cui si aggiunge l’arretramento subito dall’export della pasta di Fara (-2,7%). Positivo l’andamento delle altre aree distrettuali: vini del Montepulciano (+8%), mobilio abruzzese (+12,8%), abbigliamento Nord abruzzese (+0,6%).

Dopo due anni in calo torna in territorio positivo il Polo Ict dell’Aquila (+43,2%) grazie al buon andamento dell’export sul mercato americano, sua principale meta commerciale.

«Il distretto dei Vini del Montepulciano – commenta il direttore generale di Banca dell’Adriatico, Roberto Dal Mas – che risulta in questo trimestre il migliore tra i distretti vitivinicoli italiani e il primo tra quelli abruzzesi, è riuscito a raggiungere un livello di export superiore a quello conseguito nel periodo pre-crisi».

L’analisi complessiva dell’orientamento geografico delle esportazioni abruzzesi, si legge ancora nello studio, mette in evidenza nel terzo trimestre 2014 una riduzione dei flussi commerciali indirizzati sia verso i principali mercati di riferimento europei ed extraeuropei (Germania, Francia, Stati Uniti, Belgio) sia su importanti nuovi mercati (Federazione Russa in primis, Cina, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Ucraina). Contrastanti i segnali che emergono dal mercato del lavoro. Nei primi 11 mesi del 2014 sono diminuite le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni; in particolare sono diminuite quelle di Cig ordinaria, ma hanno registrato un incremento quelle di straordinaria (Cigs), richieste soprattutto in situazioni di crisi aziendali.