Tagliacozzo Comune sicuro: vero o falso?

28 gennaio 2015 | 19:37
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Tagliacozzo Comune sicuro: vero o falso?

di Gioia Chiostri

Per riuscire ad abbarbicarsi allo scoglio della sicurezza, bisognerebbe promuovere in avanti piccole bracciate ponderate, mai carenti e sempre continue. Proprio qualche giorno fa, nel mezzo della routine quotidiana, a Tagliacozzo è avvenuto un fatto criminoso. Un episodio di disordine pubblico spiacevole che, volente o nolente, rinverdisce quei sani propositi di rendere più forte e presente la sicurezza nei medio-piccoli Comuni della Marsica. «Alcuni vandali – spiega il consigliere comunale Alfonso Gargano – avrebbero distrutto delle fioriere in centro e spaccato una vetrina; il tutto a danno della Proloco locale, la quale si è anche riservata, giustamente, di sporgere una formale denuncia/querela». Un sasso scagliato contro il vetro della tranquillità, quindi. Come poter trasformare quest’ultimo in una lastra temperata? Ma soprattutto: Tagliacozzo può dirsi, ad oggi, un comune sicuro?

«Eviterei di accendere un allarmismo totale – risponde Gargano – ma visti gli ultimi avvenimenti, è bene che il Comune prenda seri provvedimenti per tentare di redimere questi fenomeni scuri che, in molti casi, sono dovuti anche a fattori di disagio sociale. A Celano, ad esempio, è stato richiesto l’intervento del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, per tentare, in maniera assolutamente democratica, di addivenire ad una soluzione utile per tutti i cittadini. Da noi, invece, solo parole. La locale caserma dei Carabinieri – aggiunge – cerca con ogni mezzo di reprimere eventuali reati, ma si ritrova a coprire un territorio troppo ampio: da sola non ce la fa». Una bella gatta da pelare per chi amministra.

La ‘moda’ del momento, in fatto di maggiore sicurezza rivolta alla cittadinanza, sembra essere l’implementazione della videosorveglianza, o comunque l’affidarsi, tout court, alla tecnologia. Cosa è stato fatto finora per rendere sicura la Città d’arte? «L’Amministrazione comunale – replica Gargano – ha fatto poco o niente finora, se si parla di atti concreti, ma ha dato alle stampe, di converso, tanti articoli di propaganda. Io, assieme ai consiglieri Giovagnorio Roberto, Giovagnorio Vincenzo e Pendenza Giampietro, ho richiesto al sindaco Di Marco Testa un impegno di spesa per l’acquisto di telecamere, da implementare alle poche presenti sul territorio».

Situazione al limite nelle frazioni di Tagliacozzo, poi, laddove, cioè, non v’è nemmeno l’odore di una sola telecamere di videosorveglianza. Esse rassomigliano ad un cono d’ombra che risulta, ad oggi, affatto coperto dalla lunga vista di un occhio vigile elettronico e che lascia, quindi, la popolazione lì residente scoperta dal punto di vista della protezione h24. «Non ve ne è installata nemmeno una – precisa il consigliere – ma anche in questo caso, il sindaco e l’intera giunta sono rimasti sordi alla nostra richiesta, sollecitata oltretutto da diversi cittadini. Abbiamo di fatti presentato anche una specifica interrogazione al sindaco il giorno 18 dicembre 2014 per avere chiarimenti in merito sulle sue intenzioni e per sapere per quale motivo il progetto di installazione delle telecamere portato avanti dal consigliere comunale Stipano Antonio, fosse stato bloccato. Ad oggi, i termini della risposta sono scaduti ed il sindaco si è rifiutato di rispondere. Su questo episodio, stiamo preparando una dettagliata nota da inviare al Prefetto dell’Aquila, il dottor Francesco Alecci».

L’ultimo nocciolo aspro che s’intravvede nella quotidianità tagliacozzana, risulta essere il mancato annullamento dell’ormai famoso atto declassatore, firmato dal manager della Asl 1, Giancarlo Silveri, riguardante il nosocomio locale ‘Umberto I’: a breve depotenziato totalmente. Una ferita scottante per la popolazione dell’intera fetta ovest della zona marsicana. «Il Tar – commenta Gargano – ha respinto recentemente la sospensiva. Il tema dell’Ospedale di Tagliacozzo è molto complesso da esplicare, in realtà. Io ho seguito personalmente, anche con la passata Amministrazione Comunale, quand’ero Assessore ai Lavori Pubblici, tutte le fasi politiche e giudiziarie sia del Consiglio di Stato, che del Tar. Quello che manca oggi, a mio avviso, è la volontà politica da parte dell’attuale Amministrazione Comunale di tutelare lo stesso Ospedale. Dal punto di vista politico, infatti, siamo totalmente assenti su tutti i tavoli di trattativa; sul fatto giudiziario poi, inutile dirlo, è meglio stendere un velo pietoso, in quanto il Comune di Tagliacozzo, per ben due volte non ha presentato nemmeno i ricorsi, costituendosi solamente ad adiuvandum e in secondo tempo per giunta. Anche questo, secondo la mia opinione, è stato un freno per la tutela dell’Ospedale. Ricordo benissimo che l’Avvocatura dello Stato, proprio in sede di udienza in Consiglio di Stato, sollevò la questione della mancanza di interesse da parte del Comune».

Tanti sembrerebbero, quindi, i nodi ancora da dipanare per quanto concerne la sicurezza e la tutela della comunità tagliacozzana. Alcuni passi in avanti si notato, senza dubbio, ma sono ben lontani dal rassomigliare a quelle lunghe camminate profumate d’ottimismo e di trasparente fattività. È l’energia di fondo, infatti, che rende la bracciata in mare potente, non l’urlo di sprone che l’accompagna.

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