Dramma Poste ad Ortucchio

1 febbraio 2015 | 17:14
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Dramma Poste ad Ortucchio

di Gioia Chiostri

Perché? È questa la domanda che un lettore de [i]IlCapoluogo.it[/i], altamente amareggiato ed infastidito dai continui malfunzionamenti dell’Ufficio delle Poste Italiane collocato ad Ortucchio, si ripete quotidianamente. Lui, un uomo di 62 anni, residente da una vita nel paese marsicano, che, ad oggi, conta circa 2000 abitanti in totale, ha deciso di farsi portavoce di un’istanza chiara e semplice, quale quella di un ufficio postale funzionante, sempre aperto e, soprattutto, a completo servizio della cittadinanza. Una richiesta, quest’ultima, che sta assumendo sempre più, purtroppo, i contorni di un miraggio a lunga scadenza per gli abitanti ortucchiesi. «L’ufficio postale è una piaga. Ora come ora, è un covo di rallentamenti. Una situazione a catafascio», dichiara.

Ma procediamo per gradi. «Circa sei o sette mesi fa – spiega il nostro affezionato lettore – l’ufficio postale di Ortucchio ha incominciato a manifestare lentezza, malfunzionamento generale e ritardi. Noi cittadini, infatti, da quel momento in poi, abbiamo dovuto incominciare ad aspettare puntualmente delle ore intere in sede prima che i computer iniziassero a funzionare normalmente, per far sì che tutte le attività legate al servizio di posta potessero essere effettuate nel migliore dei modi. Ciò, inoltre, è avvenuto di rado: nella maggior parte dei casi, infatti, le Poste non hanno offerto alla cittadinanza un servizio totale e ordinato. E’ una cosa spaventosa: ad Ortucchio c’è un servizio postale che fa acqua da tutte le parti». La cittadinanza sembrerebbe essere arrivata davvero allo stremo, a detta del lettore, di cui preferiamo, in questa sede, mantenere l’anonimato. «Inoltre – spiega proprio quest’ultimo – ogni qualvolta scocca il giorno X delle pensioni, come accadrà ad esempio nella giornata di domani, 2 febbraio, l’ufficio va automaticamente in tilt perché non vi è un’organizzazione degna di questo nome alla base». Orari ballerini, computer non funzionanti, linea che va e che viene: questi i disagi quotidianamente riscontrati dagli abitanti.

Ma quel che più conta è che i residenti di Ortucchio, proprio a seguito delle suddette situazioni di malfunzionamento, siano addirittura costretti ad ‘emigrare’ in altri lidi per godere di un servizio Poste maggiormente funzionante. «Io sono stato obbligato a rivolgermi anche ai Carabinieri della stazione locale – lamenta il cittadino –. Di mia sponte, ho colloquiato con il maresciallo di Ortucchio per sapere cosa fare e lui stesso si è reso disponibile a sollecitare l’apertura dell’Ufficio quando questo viene trovato chiuso dagli utenti. Una donna del posto, ad esempio, è solita fare dei versamenti periodici in Posta per l’acquisto del tabacco; ebbene, ogniqualvolta lei si reca all’ufficio postale di Ortucchio, puntualmente lo trova chiuso. Come mai? Ovviamente, preso atto di ciò, si trova ogni volta costretta ad usufruire del servizio da tutt’altra parte, ossia nel Comune vicino di Gioia dei Marsi».

E il direttore dell’Ufficio postale dello ‘scandalo’, come risponde a suddette lamentele? «Il direttore – afferma il lettore – solitamente, si reca in ufficio alle otto in punto di mattina, come è giusto che sia. Un giorno, io mi ricordo di essere stato il primo della fila; ciò che accadde allora rasenta davvero l’inverosimile: entro nei locali, la direttrice con calma accende tutti i terminali e alla fine si rivolge a me riferendomi queste esatte parole: ‘mi spiace ma i computer non funzionano’. Morale della storia: non riuscii a portare a termine tutte le operazioni che avevo in mente di svolgere. Il più delle volte, poi, è solo uno l’operatore che funziona davvero. Detto in una parola, la condizione dell’Ufficio postale locale è un’agonia. Proprio il giorno 29 gennaio, ad esempio, hanno dovuto addirittura chiudere l’ufficio postale di Avezzano e reclutare lì gli operatori per andare ad aprire la sede di Ortucchio e renderla così funzionante, ma alle 11 di mattina». I disagi sembrerebbero essere legati all’avanzato stato di avaria dei computer presenti e alla mancanza di personale.

Le lamentele, oramai una botte piena, sono giunte anche all’orecchio del sindaco di Ortucchio, Federico D’Aurelio, e del suo vice, Raffaele Favoriti. «Hanno fatto orecchie da mercante – afferma il lettore -, anche se, a dire il vero, la situazione non dipende dalla cattiva volontà dei dipendenti». Ogni giorno, dalle ore otto, si giunge come minimo alle ore nove e trenta del mattino in attesa che il collegamento funzioni per poter incominciare ad effettuare qualche semplice operazione postale: un vero stillicidio di pazienza. «Dalla direttrice non abbiamo, ad oggi, alcuna risposta illuminante rispetto al problema. La cosa migliore, a mio avviso, sarebbe allertare l’Ufficio centrale di L’Aquila».

«I disagi poi, inutile ribadirlo, sono legati anche alla velocità di consegna delle lettere per cui il malfunzionamento dell’ufficio è evidente. A mia moglie, solo una settimana fa, sono arrivate ben 16 lettere scadute poiché non consegnate in tempi ragionevoli». Al dramma dell’ufficio, si accosta quindi anche quello del lavoro sconnesso di coloro che dovrebbero risultare delle funzionali propaggini della roccaforte centrale stessa. In questo caso, invece, assumono più le sembianze di intralci e classici bastoni tra le ruote. «Mi è stata consegnata la bolletta del gas in ritardo, scaduta da 10 giorni circa: una vergogna».

Nell’Ufficio postale di Ortucchio, in breve, si sa quando si entra ma non si sa quando si esce e se si esce più che altro ‘vivi’. «Dalle otto e mezza, – conclude il cittadino – gli utenti si ritrovano a rivedere la luce del sole alle ore 13 in punto. È una situazione che va risolta il prima possibile. Almeno, noi residenti, auspichiamo ciò». Ortucchio potrebbe anche essere considerato metafora di un’Italia che va ad intermittenza. Eppure, la domanda che ci si pone insistentemente è: ma prima, l’Ufficio postale di Ortucchio, era funzionante o no? «Purtroppo la situazione non è mai stata delle migliori, neanche prima dello scoccare dell’ora X. Adesso, però, il malfunzionamento sembra essersi parecchio aggravato», aggiunge il lettore. «Noi rivolgiamo a chi di dovere una richiesta semplice: perché la Posta di Ortucchio non funziona?». Una domanda pulita, chiara e diretta. Ad essa, per la terza legge della Dinamica, dovrebbe corrispondere una reazione uguale e contraria, ossia una risposta altrettanto pulita, chiara e diretta, ma esaustiva, che dovrebbe quantomeno azzerare tutti i punti interrogativi che infestano la località marsicana da tempi oramai immemori.

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