
«Che senso ha per uno stesso partito, il Pd, esprimere due posizioni che si elidono? E perché lo si fa contestualmente»? A chiederselo, attraverso una nota, è Alfonso Magliocco.
«Il giorno 25 novembre 2014, infatti – argomenta Magliocco – alcuni parlamentari del Pd presentano una proposta di legge costituzionale che ridisegna le regioni e nella quale il nostro territorio viene indicato esplicitamente come ex regione Abruzzo. Quasi contestualmente, il giorno 24 dicembre, sempre il Pd, attraverso un suo consigliere regionale, annuncia la presentazione della proposta di legge “L’Aquila Capoluogo d’Abruzzo“. Ora, invece di denunciare tale esplicita contraddizione e cercare di capirne le vere motivazioni, l’opposizione di centrodestra si accapiglia per migliorare o riscrivere la legge regionale annunciata e si adegua ad una strategia che, in termini prospettici, disegna la fine dell’Aquila e del suo territorio».
«Si tratta – aggiunge Magliocco – di un “arma di distrazione” mentre, contestualmente, l’azione politica del Pd e di D’Alfonso è tutta incentrata sulla costruzione di un grande centro metropolitano, politico, amministrativo ed economico, quale “capoluogo” della costituenda Regione adriatica. In tale ottica ben si comprende lo spostamento sulla costa del potere amministrativo con l’esclusione di aquilani dai vertici del nuovo assetto dei dipartimenti della Regione e soprattutto la volontà di modificare l’attuale rete ospedaliera ridisegnando così una nuova area metropolitana che, per estensione e popolazione, vuole ambire a divenire il nuovo capoluogo. La costruzione ipotizzata nella proposta di legge costituzionale e la nuova regione conseguente condanna L’Aquila ad un ruolo di marginalità territoriale, economica e amministrativa, mentre fa emergere di fatto un nuovo capoluogo di regione che, per posizione “baricentrica” e forza economica, è destinata ad essere il nuovo punto di riferimento per la nuova regione».
«Sulle briciole di una legge che è un riconoscimento formale ad un capoluogo in via d’estinzione – e che sembra essere la precostituzione di un “[i]ti accontento oggi così non puoi recriminare domani[/i]” – la classe politica aquilana di centrodestra sta litigando per apporre una firma per migliorarla – rileva Magliocco – Si combatte per l’eutanasia dolce. Se a Roma Renzi può contare per le sue vittorie su un centrodestra allo sbando, in Abruzzo, D’Alfonso sta ancora meglio. Chi ha detto che i capponi non sono felici di partecipare al pranzo di Natale»?