
«Ha ragione Primavera; L’Aquila è una zavorra per l’intero Abruzzo, anche da un punto di vista politico».
Lo dice il presidente del Comitato di fusione Pescara-Montesilvano-Spoltore, Carlo Costantini, circa le dichiarazioni sul capoluogo di regione fatte dall’ex presidente di Confindustria Chieti e vicepresidente vicario Abruzzo Paolo Primavera.
«Ormai quella di Pescara – aggiunge Costantini – è una resa totale e incondizionata».
«Per anni – prosegue in una nota – mi è stato impedito di portare in Consiglio Regionale la delibera che il 25 maggio 2014 ha consentito ai cittadini di Pescara, Montesilvano e Spoltore di scegliere che il loro futuro li vedrà uniti in una unica grande Città. Ad ogni occasione mi veniva opposto che, se non ci fosse stato qualcosa per L’Aquila, la delibera non sarebbe mai passata».
«Quando si interromperà il flusso di denaro che alimenta appalti e ricostruzione – si legge in un altro passaggio della nota – L’Aquila avrà smesso di esistere da tempo ed avrà ulteriormente rallentato la crescita e lo sviluppo dell’intero Abruzzo».
Ieri, l’associazione delle piccole e medie imprese della provincia dell’Aquila aveva accusato Primavera di essere «in cerca di notorietà su macerie e campanilismi» e di «confondere i problemi della sua Confederazione regionale con tutto ciò che invece appartiene alla ‘sfera del mondo reale’» aggiungendo che Apindustria L’Aquila e altre strutture datoriali del comprensorio, conducono da dopo il terremoto «una sfibrante azione di supporto e, a volte, di critica, al fianco di tutti gli attori preposti non solo alla ricostruzione post-sisma ma anche a governare le criticità di territori come la Valle Peligna, la Marsica, l’Alto Sangro e la Piana del Cavaliere, ed in tutto questo tempo non mi pare si sia mai né visto né sentito un Paolo Primavera».