
di Maria Chiara Zilli
C’è anche un pizzico di “aquilanità” nell’edizione 2015 della competizione internazionale Diageo Reserve World Class, che incoronerà, anche quest’anno, il miglior bartender del mondo, ovvero il Word Class Global Bartender of the year 2015. Tra i 24 semifinalisti italiani che si sfideranno a colpi di cocktail e talento per agguantare l’ambito titolo c’è infatti Andrea Melfa, 35 anni, di cui otto vissuti nel capoluogo abruzzese. Word Class è ritenuta la gara più importante al mondo nel settore, si tratta infatti di una competizione che coinvolge quasi 50 paesi, con una media di 18 mila iscritti.
{{*ExtraImg_232043_ArtImgRight_300x200_}}Melfa lavora a L’Aquila, dietro il bancone del Gastro Pub Public Enemy, e non si rispecchia nei ‘titoli’ esterofili di [i]barman[/i], [i]bartender[/i] o [i]mixologist[/i]. «Io sono un barista – spiega – Sono italiano, lavoro in Italia e amo utilizzare prodotti del nostro paese. Non ha senso autodefinirmi con un termine che non appartiene alla nostra terra». «Ho iniziato a lavorare in questo settore quando avevo 17 anni», racconta, sottolineando che il suo percorso nel mondo dei drink è iniziato quasi per caso. «Un mio amico gestiva delle discoteche e ho chiesto di lavorare dietro il bancone – spiega – Il mio percorso è iniziato così, poi, gradualmente, ho iniziato con la formazione specifica».
{{*ExtraImg_232044_ArtImgRight_300x200_}}«Ho scoperto tardi che cosa volevo fare da grande», dice Melfa, anche se l’universo dei cocktail ha sempre avuto un ruolo centrale nella sfera delle sue passioni e delle sue attività. Il barista, infatti, non solo ha gestito due locali a L’Aquila – uno aperto nel 2010, l’altro nel 2013 – ma ha anche lavorato per cinque anni, come responsabile commerciale, in una ditta che si occupa di forniture, allestimenti e progettazione di locali pubblici. «Ho progettato quasi la metà dei locali che attualmente sono a L’Aquila», racconta. A dicembre del 2014 arriva la svolta: «A 34 anni ho scelto di dedicarmi completamente al mondo dei cocktail. Ho deciso di migliorare la mia formazione studiando tanto e analizzando la storia dei drink. Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo». Tra le esperienze formative affrontate da Melfa anche un corso di mixologia molecolare e uno sul tiki style con Daniele Dalla Pola.
{{*ExtraImg_232045_ArtImgRight_300x400_}}Polveri, liquidi, sapori e fuoco. Quando Melfa mescola gli ingredienti dei suoi cocktail sembra di assistere al lavoro di un alchimista. Fluidi colorati, spezie e fumi ‘magici’ sfuggono dalle sue mani per precipitare in un contenitore che raccoglie creatività. Il risultato si chiama ‘Acquaregia’, il cocktail con il quale Melfa parteciperà alla competizione internazionale targata Diageo Reserve.
«Acquaregia – sottolinea Melfa – è un drink pensato per la cittadinanza aquilana: rispecchia il clima, le abitudini e i gusti dei cittadini del capoluogo abruzzese. E’ in grado di scaldare e di dare un gusto deciso». Si tratta, insomma, di un cocktail «corroborante per l’anima, per il cuore e per il fisico» e «ispirato a L’Aquila, oltre che pensato per L’Aquila».
{{*ExtraImg_232046_ArtImgRight_300x200_}}«Lo “spirits” del drink – spiega – è il Johnnie Walker Gold Label del portfolio Diageo Reserve, scelto per dare al cocktail il gusto del whisky. Un altro ingrediente fondamentale è un liquore creato appositamente per realizzare ‘Acquaregia’». Per ideare il nuovo liquore, che ha lo stesso nome del drink completo, Melfa si è ispirato ad un’antica e particolare ricetta della genziana, sulla quale è ‘inciampato’, per puro caso, frequentando come cliente un’erboristeria. Ulteriore elemento del drink è il liquore abruzzese ‘Acquasanta’. Sono presenti, poi, Talisker Storm, Spanish bitter e acqua.
{{*ExtraImg_232047_ArtImgRight_300x200_}}«Volevo creare qualcosa che fosse conviviale e divertente», spiega Melfa, sottolineando che «il servizio è ispirato alla Grolla dell’Amicizia valdostana e al Café Brûlot, che si prepara a New Orleans». Acquaregia viene introdotto da una [i]Welcome Water[/i], in questo caso un infuso che viene servito caldo. Il drink può poi essere servito in due versioni. «Nella prima – spiega Melfa – il cocktail viene servito con ghiaccio secco in una cocotte congelata, con due pistilli di zafferano di Navelli. In questa versione il drink è quasi a temperatura ambiente. Il secondo servizio viene invece fatto utilizzando una cocotte bollente. In questa versione il drink è caldo, deve essere consumato con una cannuccia e può essere zuccherato con un “leccalecca” creato appositamente con miele, curcuma e polline d’api». Il drink viene servito con un incenso che dona una particolare percezione olfattiva. «Il connubio di questi elementi – rileva Melfa – permette di utilizzare tutti i sensi».
{{*ExtraImg_232048_ArtImgRight_300x449_}}Il [i]fil rouge[/i] del drink è l’oro. Lo zafferano è infatti conosciuto con il nome di oro rosso. La curcuma viene considerata l’oro delle indie, oltre ad essere ritenuta, nella tradizione locale, «un antibiotico e antinfiammatorio naturale». Infine, spiega Melfa, «il Johnnie Walker Gold Label viene realizzato con un malto raro che proviene da una zona dove sono stati trovati giacimenti d’oro».
Anche il nome del drink rimanda all’oro. La denominazione del cocktail deriva infatti da un composto chimico denominato “acqua regia” e attribuito all’alchimista musulmano Jabir ibn Hayyan, più conosciuto con il nome latinizzato Geber. L’acqua regia di Geber – considerato anche l’inventore della distillazione – è «un connubio di due acidi in grado di sciogliere i metalli preziosi, tra cui, appunto, l’oro», considerato dagli alchimisti il “re dei metalli”. L’acqua regia, sottolinea Melfa, «era considerata anche come una sorta di pietra filosofale, un elisir di lunga vita».
{{*ExtraImg_232049_ArtImgRight_300x200_}}A stabilire se il cocktail Acquaregia permetterà al barista aquilano d’adozione di approdare alle fasi successive del concorso sarà un team di giudici che il 10 febbraio arriverà nel capoluogo abruzzese, al Pub Public Enemy, proprio per mettere alla prova Melfa nel suo ambiente di lavoro. Il vincitore della competizione italiana, oltre ad essere eletto Word Class Bartender of the year 2015, potrà accedere alla finale mondiale del concorso, che si svolgerà a Città del Capo.
{{*ExtraImg_232050_ArtImgRight_300x200_}}«Per me un drink non è né arte, né scienza. Un drink è amore e passione. E’ la parte finale di un’esperienza – conclude Melfa – Il bar nasce come luogo di socializzazione, non conta il barman ma il modo di stare in un locale. Il focus non è né sul drink, né sul barman. Il focus è sul cliente e le sue aspettative. Nel locale dove lavoro cerchiamo di creare una bella atmosfera, di generare un’occasione di aggregazione e di dare la possibilità di bere bene. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere agli aquilani dimensioni diverse del gusto del bere». Una passione che, naturalmente, deve rimanere confinata nella dimensione dei piaceri (moderati) della vita e mai sfociare in quella, sempre deleteria, degli eccessi.
LA PREPARAZIONE DI ACQUAREGIA
([i]Produzione Visioni Future, regia Luca Cococcetta,
fotografia Diego La Chioma[/i]).
[i]Fotografie drink: Andrea Fiordigiglio.[/i]