Un miracolo chiamato Fede

4 febbraio 2015 | 12:37
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Un miracolo chiamato Fede

di Lucia Ottavi

E’ capitato ad ognuno di noi, nei momenti più bui dell’esistenza, di aggrapparsi con tutte le forze a nostra disposizione alla preghiera. Quando la luce in fondo al tunnel era scomparsa e nulla sembrava avere più senso, la vita era pronta a regalarci una speranza chiamata Fede. Sono davvero tanti i racconti riguardanti questo meraviglioso dono, quella che vi propongo oggi è una storia che spero avvicini molti a quel miracolo, a quella speranza che ha un solo nome, Fede. Il protagonista è Giammarco De Vincentis, un imprenditore marsicano residente a San Benedetto dei Marsi.

{{*ExtraImg_232089_ArtImgRight_300x403_}}«Senza la Fede oggi la mia vita non avrebbe senso – afferma Giammarco De Vincentis – lei mi ha aiutato a superare momenti difficili di una malattia che oggi ancora molti chiamano incurabile e che per me è solo un brutto ricordo. Fu allora che la mia vita cambiò. La preghiera nei momenti difficili, e non solo, mi aiutò a superare la disperazione, il dolore, la rabbia per la mia condizione, una volta guarito tutto mi era più chiaro. Era il primo maggio 2004 quando, insieme a Amato Del Gizzi, posizionai in località Santa Maria, frazione di Ortona dei Marsi, una statua della Madonna. Da quel momento notai un’aria di gioia negli sguardi di quel pugno di vecchietti che abitavano ancora a Santa Maria. L’inaugurazione della statua vide la partecipazione di tantissima gente, sono certo che quello che è accaduto non è stato semplicemente un caso. Non so perché ho ritenuto giusto posizionare la statua proprio in quel piccolo paesino, su di un colle, credo che un giorno anche questo avrà un senso. Una cosa è certa, però, dal giorno primo maggio 2004 centinaia e centinaia di persone, hanno fatto visita a quella che è divenuta nel tempo la “Madonnina del sassolino”.

{{*ExtraImg_232091_ArtImgRight_300x300_}}Questo nome deriva da un’usanza che si è sviluppata nel corso degli anni. Quando si sale sul colle dove si trova la statua della Madonna, lungo il percorso, ognuno raccoglie un sassolino, posizionandolo, una volta arrivato a destinazione, ai piedi della statua della Madonna, con questo gesto è come se si affidassero a lei i nostri peccati e le nostre preoccupazioni. Questa tradizione è nata da un desiderio che ho portato avanti negli anni con la collaborazione di Don Antonio Pecce, di Ortona dei Marsi, conosciuto da tutti come il “prete del sassolino”».

{{*ExtraImg_232090_ArtImgRight_300x199_}}«Ormai – prosegue De Vincentis – è diventata per me una consuetudine, quasi tutti i giorni vado a trovare la Madonnina e spesso penso alle domande che mi fanno le persone che vengono a pregare sul colle, non avrei mai pensato che tutto ciò sarebbe successo. Sono davvero numerose le persone che ringraziano, attraverso la pagina di facebook www.facebook.com/lamadonnadisantamaria oppure il sito internet www.innamoratidimaria.it/, la loro fede, grazie alla quale si sono sentiti meglio, hanno avuto dei benefici, ma come unico miracolo certo la conversione. Oggi la nostra Madonnina di Santa Maria vede ai suoi piedi e su una croce che feci realizzare nel 2010, anno in cui il fidanzato di mia figlia Roberta ebbe un gravissimo incidente sul posto di lavoro, rimase in coma 40 giorni, ma per fortuna oggi è qui con noi e gode di ottima salute, innumerevoli sassolini provenienti da ogni parte del mondo, Uruguay, Medjugorje, Santiago di Compostela, Francia, Germania, un frammento arrivò anche dall’Aquila, a mandarlo un uomo che nel terremoto del 2009 era stato sotto le macerie per due giorni e che in quelle lunghissime 48 ore ha tenuto stretto tra le mani quel piccolo sassolino. Tuttora la croce è accanto all’altare, quel luogo è diventato nel tempo una chiesa “a cielo aperto”, dove spesso si celebra la Santa Messa e molte persone si recano a pregare, anche in pellegrinaggio, a piedi, dai paesi limitrofi».

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