Sora, quei treni che non passano mai

7 febbraio 2015 | 19:52
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Sora, quei treni che non passano mai

di Gioia Chiostri

Treno fermo fra Lazio e Abruzzo per via di una rotaia danneggiata.
Circa 70 pendolari (fra studenti e lavoratori), viaggiatori abituali del mezzo di trasporto più antico del mondo, sarebbero rimasti bloccati presso la stazione della città di Sora, tra Cassino e Balsorano, per oltre due ore.

E’ sfumato amaramente, quindi, l’entusiasmo sprigionato per il ritorno in funzione della linea ferroviaria Avezzano-Roccasecca: all’apparenza, una conquista per gli instancabili viaggiatori.

Una disavventura costata la bellezza di due ore di ritardo nella giornaliera tabella di marcia di tutti gli studenti che usufruiscono del servizio di trasportosu rotaia. «E nel 2015 – afferma una ‘sopravvissuta’ – dobbiamo ancora fare i conti con una disorganizzazione di questo tipo. Ieri, sono tornata a casa alle 16. Una vergogna per chi paga regolarmente l’abbonamento mensile». Parole di una giovane studentessa di 18 anni che, ieri, si è trovata faccia a faccia con l’ennesimo disguido firmato Trenitalia. Col ritorno delle locomotive sui binari, quindi, sarebbero ritornati anche i dimenticati guai nei propri piani di vita quotidiani.

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Il pezzo fuori uso era risultato tra Balsorano e Civita D’Antino. Circa un’ora per porvi rimedio. «Ogni mattina – afferma la studentessa a IlCapoluogo.it – ci troviamo a far fronte a ritardi dilaganti. Che siano di 10 minuti o di mezz’ora, i treni fanno sempre e costantemente ritardo: un’inefficienza continuativa inspiegabile. Ieri, ad esempio, verso le ore 14 e 30 in punto, i controllori ci hanno avvisato che il treno che avrebbe dovuto ‘riaccompagnarci’ a casa portava un ritardo non quantificato per via del danneggiamento di una rotaia lungo la tratta ferroviaria e che, quindi, il mezzo di trasporto, proveniente da Cassino, era rimasto bloccato. Siamo rimasti fermi fino alle ore 15 e 15 circa: un disagio davvero insopportabile per chi, quotidianamente, deve andare a scuola di mattina e studiare di pomeriggio».

«Eppure – spiega la studentessa – questa non è la prima volta che accade un fatto simile. Anzi: noi che regolarmente prendiamo gli autobus della Cotral (l’azienda di trasporto pubblico della Regione Lazio), ad esempio, ci troviamo ogni giorno a dover combattere contro il tempo per poter arrivare a scuola in orario visto che l’autobus non aspetta il treno. E, puntualmente, i treni giungono in ritardo. Le Cotral che ci conducono a scuola, a Sora, sono due: la prima passa alle 8 e 15, mentre la seconda, che risulta essere anche l’ultima utile, alle ore 8 e 30. Dopodiché, non c’è più maniera di raggiungere l’edificio scolastico. A quel punto – continua la 18enne – o ce ne torniamo forzatamente a casa o attendiamo un passaggio di fortuna». La giovane frequenta l’Istituto scolastico della Regione Lazio. Assieme a lei, una miriade di studenti indiavolati contro un’inefficienza che perdura. «Vi era anche qualche lavoratore – aggiunge – ma nel complesso, siamo noi alunni ad avere il disagio maggiore. Ieri, abbiamo cercato spiegazioni da alcuni controllori presenti. Ovviamente, noi sappiamo che non è colpa loro e che, purtroppo, incidenti di questo tipo possono accadere all’ordine del giorno. Eppure, è mai possibile che non si riesca a far fronte ad impedimenti così frequenti? Basterebbe escogitare qualche soluzione alternativa, dato che si corre sempre il rischio di lasciare alla mercé dei disagi circa 70 studenti, i quali si trovano costretti, nel peggiore dei casi, ad attendere su di un treno fermo, il successivo mezzo di trasporto per poter tornare finalmente a casa».

«Nell’ultima settimana – spiega ancora la ragazza – ostacoli di questa natura sono occorsi per ben quattro volte. Siamo disperati». La giovane, agguerrita giustamente, si è scagliata anche contro diversi enti che potrebbero in effetti apportare qualche miglioria alla scomoda situazione dilagante. «Ho contattato anche il Comitato ‘Salviamo la Ferrovia Avezzano-Roccasecca’ per trovare conforto e delucidazioni».

I docenti, a detta della studentessa, sembrano, per ora, soprassedere di buon grado alle numerose entrate in ritardo accumulate dai loro giovani alunni. « Abbiamo – sottolinea la ragazza – più volte pensato di servirci dell’Arpa al posto del solito treno per raggiungere le scuole, ma anche quest’ultimo mezzo di trasporto non ci pone nelle condizioni di arrivare in orario per poter usufruire normalmente del servizio Cotral».

70 persone in tutto rimaste ferme sul ciglio della strada ferrata. Del folto gruppo originario, 20 ragazzi hanno deciso di tornare a casa avvisando per tempo i genitori, partiti prontamente con l’automobile dalle loro dimore, fortunatamente poco distanti dal luogo dell’ ‘abbandono’. 50, invece, hanno dovuto attendere la ripartenza tardiva del mezzo perché residenti in luoghi troppo lontani dalla stazione. Un treno dovrebbe macinare chilometri e non lamentele.

La ragazza si è fatta portavoce di una richiesta generale, urgente ed incombente: «Noi paghiamo di abbonamento mensile circa 40 euro totali per un servizio che va e che viene; senza considerare che, spesse volte, ci vengono affibbiate delle multe economicamente pesanti, di circa 200 euro l’una, perché magari dimentichiamo il documento d’accompagno all’abbonamento a casa. Ciò che non capisco è: ma non esiste una multa per chi invece non ci conduce in orario a scuola? Chi mi ripaga di tutto il tempo perso su un treno fermo? La richiesta è che si riconosca più rispetto ai nostri impegni quotidiani; chiediamo, in fondo, solo di arrivare in orario – conclude la giovane studentessa -. Andare a scuola non può assumere i contorni di un’odissea giornaliera; dovrebbe essere una routine normalizzante la vita giovanile. Le nostre lamentele rimangono, ad oggi, inascoltate: un vero peccato. Non si rammenta sempre, forse, che siamo noi e solo noi a dover dar vita al futuro di domani? Con questi presupposti, come pensano gli adulti di oggi che potremmo un giorno voler bene al nostro Paese di origine?».

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no voler bene al nostro Paese di origine?».