D’Alfonso vuole «toscanizzare» l’Abruzzo

14 febbraio 2015 | 12:04
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D’Alfonso vuole «toscanizzare» l’Abruzzo

Il paradosso è che l’ente Regione è un organismo regionalista che «non conosce i numeri sociali della sua realtà» e, di conseguenza, è «incapace di essere efficace». C’è la necessità, quindi, di rompere con il passato per «toscanizzare l’Abruzzo» e intensificare la pianificazione strategica. Il presidente della giunta regionale abruzzese Luciano D’Alfonso stamattina ha «composto il sacro collegio» di assessori, consiglieri regionali, tecnostruttura regionale, presidenti di enti strumentali, nella sede del Santuario di San Gabriele, dando l’abbrivio ai lavori con una ampia relazione, finalizzata ad «imporre la dritta su ciò che si deve fare».

{{*ExtraImg_233229_ArtImgRight_300x207_}}Il presidente ha evidenziato le grandi criticità dell’Ente Regione rispetto alla difficoltà di rapportarsi con l’Unione europea, l’assenza di obiettivi, di concentrazione, di realizzabilità. La nostra «non è una Regione funzione», perché non è una «struttura organizzata, depersonalizzata» e che «non si pone, nello svolgimento quotidiano proceduralizzato, la domanda ultima sulle questioni come l’attrattività degli investimenti, la facilitazione della vita alle imprese, la formazione, la capacità di porsi obiettivi e di pensare per obiettivi». Da qui, la necessità di «insediare oggi una nuova ambizione lavorativa» e di definire un piano dettagliato degli obiettivi, inaugurando un nuovo metodo, quello dello «straniamento dal mondo, del chiamarci fuori dal secolo, per mettersi al riparo dall’ordinario emergenziale», come ha detto il presidente, aggiungendo di non volersi trovare nella condizione di un «giansenista che si trova ogni quinquennio a governare la Regione, augurandosi che non accada più».

Il confronto è proseguito con il dettaglio tecnico dei Capi Dipartimento.

GIUNTA TEMATICA E NUOVE METE – Nell’oasi di pace del convento di San Gabriele dell’Addolorata di Isola del Gran Sasso si è poi aperta la giunta tematica convocata dallo stesso D’Alfonso con un solo punto all’ordine del giorno: individuare il percorso sul quale condurre l’azione amministrativa regionale.

{{*ExtraImg_233230_ArtImgRight_300x199_}}Presenti all’incontro il presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio, il vice presidente della Giunta Giovanni Lolli, gli assessori Mario Mazzocca, Dino Pepe, Donato Di Matteo, Marinella Sclocco e Silvio Paolucci, il sottosegretario alla presidenza Camillo D’Alessandro, i consiglieri regionali Luciano Monticelli, Pierpaolo Pietrucci, Lorenzo Berardinetti, Mario Olivieri, Lucrezio Paolini, Alessio Monaco e il presidente dell’Arpa, Luciano D’Amico. Presenti anche tutti i direttori dei dipartimenti e i più stretti collaboratori della presidenza della Regione.

Prima di aprire il dibattito, D’Alfonso ha invitato i presenti a riflettere su quella che in filosofia viene chiamata la «domanda ultima»: «questa cosa che sto facendo, quali effetti produce, a chi serve, e se non la facessi quale danno produrrebbe?».

I TEMI AFFRONTATI

«NORMA SALVAGUARDIA ANCHE A FORNITORI» – Durante la giunta tematica a San Gabriele Luciano D’Alfonso ha confermato, tra le altre cose, che la Regione Abruzzo è pronta ad estendere la norma di salvaguardia, già prevista per le vicende della sanità, anche a tutti i fornitori professionisti e prestatori d’opera per l’ente Regione. Si tratta quindi di inserire in tutti i contratti quella norma per la quale chi ‘fa affari’ con la Regione non può fare contenziosi in nessun caso.

«DA UE 192 OSSERVAZIONI PIANO POR-FESR» – Se i fondi strutturali europei rappresentano oggi «l’unica vera risorsa in concreto per i territori», in Abruzzo c’è la necessità non soltanto di riordinare la gestione dei fondi, ma anche di ripristinare un rapporto con la UE. «Ho trovato una situazione difficile, ho ereditato un Por-Fesr polverizzato in interventi settoriali e localistici, ma soprattutto ho raccolto 192 osservazioni, ossia critiche», ha detto oggi il direttore del dipartimento degli Affari europei della Regione Abruzzo Giovanni Savini, il quale, subentrato a gennaio nel ruolo, ha subito chiarito che «bisogna ricostruire la credibilità dell’Abruzzo in Europa». C’è un bisogno di trasparenza, ha fatto intendere, e gli ha dato manforte il presidente della Giunta Luciano D’Alfonso, il quale è stato a Bruxelles nei giorni scorsi e ha raccontato alla platea che «l’Unione Europea è indispettita con noi anche perché quando abbiamo avuto problemi giudiziari non glielo abbiamo detto e ci siamo giustificati spiegando che pensavamo non fosse importante relazionare Bruxelles su quanto accaduto nelle sedi giudiziarie. Questo deve finire», ha concluso D’Alfonso.

«SBLOCCO GARANZIA GIOVANI ANCHE CON ERASMUS» – Durante il meeting nel quale tutti i quadri regionali si sono confrontati con la Giunta regionale, ampio spazio è stato dato non solo alla riorganizzazione interna degli uffici regionali, ma anche a come mettere nelle migliori condizioni gli uffici di lavorare per il territorio. «Ho trovato molta roba ferma da anni», ha ammesso allargando le braccia il direttore del dipartimento Lavoro e Formazione, Tommaso Di Rino, il quale ha chiarito che «sto ancora lavorando su Fse 2007/2013». «Per esempio Garanzia Giovani era ferma e la stiamo sbloccando con 14 obiettivi concreti nel 2015 – ha proseguito Di Rino – Per i primi 500 iscritti stiamo organizzando stage formativi in Europa potendo contare anche sui fondi Erasmus che ci sono stati sbloccati: il che significa che a questi ragazzi potremo dare anche qualche soldo in tasca». Ma Di Rino, in questo supportato energicamente anche da D’Alfonso, ha insistito sul fatto che in tema di lavoro e formazione il rapporto diretto con le persone è fondamentale: «Io personalmente ho aperto un profilo Facebook e Twitter su Abruzzo Lavoro e siamo già a migliaia di contatti: ora la gente può chiederci qualcosa e noi siamo in grado di rispondergli – spiega Di Rino – Sono convinto che la presenza sui social in tema di lavoro e formazione sia indispensabile per la Regione». Le parole di Di Rino sembrano fatte apposta per sottolineare quanto in apertura di Giunta ha detto D’Alfonso che ha parlato di «scarto rispetto al passato, creare una nuova ambizione lavorativa, trovare nuove vie per rappresentare quel nuovo rapporto che cerchiamo tra Regione-imprese-cittadini». «Anche perché – ha polemizzato D’Alfonso – le ultime quattro legislazioni regionali sono state bocciate soprattutto per un giudizio di delegittimazione da parte degli abruzzesi».

«PIÙ PASSEGGERI PER ARPA UNICA» – Il futuro dell’azienda unica dei trasporti passa attraverso un lungo lavoro che viene definito da Luciano D’Amico, presidente dell’Arpa unica, come un «recupero di efficienza». L’intervento di D’Amico alla Giunta tematica abruzzese è stato finalizzato a far capire che «per rimettere in sesto il trasporto pubblico regionale bisogna comprendere come la copertura dei ricavi da traffico rappresenti solo il 25% del bilancio della nuova azienda. Non arriveremo mai a coprire i costi come l’azienda pubblica di Venezia che è arrivata al 59% anche grazie al fatto che il biglietto di un vaporetto costa 7 euro». «L’unica strada che può percorrere l’Abruzzo – ha spiegato D’Amico – è quella di aumentare i passeggeri, quindi gli incassi». Il rettore dell’Università di Teramo prestato alla politica spiega che «per compensare o ridurre quel 75% che manca per coprire le perdite di bilancio che derivano dalla copertura dei ricavi da traffico può avvenire solo riorganizzando linee e tratte, coordinando ferro e gomma, diminuendo costi, migliorando efficienza, cioè aumentando la produttività del lavoro, ma anche sfruttando i volumi delle forniture». Ed ecco quindi il nodo cruciale della strategia della nuova Arpa. «Il trasporto su gomma vive di spese correnti che possiamo assolutamente razionalizzare – dice D’Amico – possiamo recuperare molto nella manutenzione che faremo in casa e non più realizzata all’esterno, facendo lavorare di più in house le nove officine che abbiamo sul territorio nonché ridiscutere tutte le forniture. Se riusciremo in questo saremo in grado – ha concluso – di offrire un servizio migliorato, aumentare gli utenti, cioè i passeggeri, e far salire quel 25% di incasso da biglietto a cifre più consone al trasporto pubblico».

«SU TURISMO IMITARE PUGLIA» – Uno degli argomenti caldi discussi durante la Giunta tematica è quello del turismo e le sue connessioni tra trasporti e cultura. Il dirigente a capo del dipartimento, Giancarlo Zappacosta, ha proposto in assemblea quanto bolle in pentola, spiegando che il turismo è uno dei settori che più riesce a creare connessione con gli altri territori e quindi ad accedere a risorse comunitarie. Zappacosta ha messo a conoscenza la Giunta di una serie di iniziative che gli uffici stanno seguendo evidenziando alcuni progetti: «Bisogna uniformare – ha detto il dirigente – quella che viene chiamata l’offerta di turismo religioso e che il collegamento con Andalusia e altre regioni europee è stata chiamata “Le vie della Passione”. L’Abruzzo in questo progetto UE porta eventi come il Cristo Morto di Chieti, la Perdonanza, la Madonna che scappa di Sulmona, i Cammini Celestiniani, per le quali sono pronti da incassare fondi per uniformare standard di livello qualitativo comuni. Con noi molte regioni del sud d’Europa, anche la Sicilia. A dar manforte al dirigente regionale è intervenuto il presidente della Giunta, Luciano D’Alfonso. Per D’Alfonso, a parte le regioni del nord benedette dalla natura, solo due regioni negli ultimi anni hanno avuto effettivi benefici da una politica turistica «e sono la Puglia di Vendola, e le Marche Spacca. Tra taranta, pizzica e ‘sociologia Cassano’, Vendola è riuscito a rendere la Puglia attrattiva come mai era stata nella sua storia repubblicana. Noi adesso – ha concluso D’Alfonso – non dobbiamo solo pensare a realizzare le piste ciclabili ma anche al dopo, a come metterle a reddito».

«PROGETTO PER CERTIFICAZIONE TURISTICA COMUNE» – Durante la Giunta tematica abruzzese i dirigenti del dipartimento Turismo della Regione Abruzzo hanno rivelato che è stato presentato un progetto, che per la sola Regione Abruzzo vale 800 mila euro, che riguarda il turismo della costituenda Marca Adriatica. Il progetto, ha spiegato il dirigente Giancarlo Zappacosta, riguarda Marche, Abruzzo e Molise, ed è finalizzato alla «revisione della certificazione della ricezione turistica standard». In parole povere, si tratta di rimettere a posto le stelle dell’offerta alberghiera che vadano da Pesaro a Campobasso, per far sì che in tutta la fascia costiera adriatica esista una unica classificazione alberghiero-turistica e che metta in comune gli standard qualitativi. Questo progetto ha come successivo risultato quello di una identificazione e codificazione di un prodotto tipico comune alle tre regioni.

LE CONCLUSIONI

«ORA UNA LEGGE OBIETTIVO ANNUALE» – I lavori della giunta tematica si sono chiusi nel tardo pomeriggio. Il confronto tra Esecutivo regionale e Tecnostruttura produrrà, come ha spiegato D’Alfonso, una «legge obiettivo annuale che precisa le dieci grandi questioni da realizzare».

Dopo le relazioni degli oltre cinquanta partecipanti, il presidente ha passato in rassegna gli assessori.

Il vicepresidente, Giovanni Lolli, ha proposto una nuova «iniziativa capovolta, dove la politica indica ciò che vuole, pensando a ciò che manca, perché noi siamo sul punto di fare scelte».

Duro il commento dell’assessore alla Programmazione sanitaria Silvio Paolucci, che ha parlato, riferendosi ai rilievi della parifica del 12 luglio, di «fallimento della dimensione regionale in questa regione». «Sforiamo i tetti sui dispositivi medici di 50 milioni di euro», una quantità maggiore rispetto alla spesa per beni e servizi che, però, può essere ricostruita per appena il 58 per cento, «ciò vuol dire – ha detto Paolucci – che di 20 milioni di euro non abbiamo traccia».

Per Donato Di Matteo, che ha apprezzato l’iniziativa, bisogna incamminarsi sulla strada della sburocratizzazione, dell’adozione dei regolamenti in materia comunitaria per calmierare l’anticipazione chiesta alle Regione dall’Unione europea.

L’assessore Dino Pepe ha evidenziato la «confusione organizzativa del settore» dopo la chiusura dell’Arssa. «Nonostante tutto – ha aggiunto – abbiamo lottato per evitare il disimpegno delle risorse del Piano di Sviluppo locale».

L’assessore al Sociale, Marinella Sclocco, ha parlato di un «vuoto di 17 anni e un buco di 23 milioni di euro di trasferimenti in meno ai 35 ambiti», gli organismi che gestiscono i servizi alle persone.

Mario Mazzocca ha anticipato la notizia dell’adozione del Piano dei rifiuti entro due mesi, la rivisitazione dell’Arta, il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici.