
di Francesca Marchi
Quando si racconta col suo entusiasmo, Valeria Gallese ti immerge nel suo mondo fatto di passione e sacrifici, ma che non conosce ostacoli.
Aquilana d’adozione, ha 35 anni, mamma di due bambini, sposata con Ovidio Damiani e innamorata della lana.
Una passione così grande che è diventata il suo lavoro.
Il 2006 è l’anno della svolta. Mette in pratica quello che ha studiato frequentando la facoltà di Veterinaria e conosce quello che diventerà il compagno della sua vita.
«Ovidio – racconta Valeria – è nato proprio pastore. Questo non è un mestiere che s’inventa o s’improvvisa, ma ci si nasce».
Si sono messi in gioco insieme e hanno creato un marchio AquiLANA per commercializzare la lana prodotta dalle pecore del loro gregge.
Una scommessa, visto che la crisi non risparmia il settore agricolo, ma negli anni la lana ha fatto crescere il reddito aziendale.
Hanno dovuto imparare a gestire le greggi in modo da massimizzare la resa e la qualità dei velli che poi mandano fino a Biella per la filatura.
C’è un lavoro incredibile dietro un gomitolo di lana confezionato, morbido e colorato.
«Non è mai domenica, per noi è sempre lunedì, ma ho ricavato i miei spazi pur avendo due bambini», ci spiega Valeria che per adattarsi anche alle esigenze dei suoi piccoli ha deciso di tingere in casa solo con sostanze naturali.
Il suo sogno? Riportare la filiera della lana all’Aquila e creare prodotti identificativi del luogo.
Non si sente chiusa dalle montagne e da questo territorio che spesso si scontra con una difficile mentalità. «Queste montagne per me sono una custodia, una difesa e ne traggo la forza che porto in giro per l’Italia».
Valeria Gallese infatti non si ferma qui, già pensa alla prossima estate quando prenderà parte all’Expò di Milano. In passato ha avuto esperienze simili, come quella del Salone del Gusto a Torino e Eataly a Roma.
La lana di Valeria è stata una delle protagoniste di Mettiamoci una pezza, iniziativa che negli anni passati aveva colorato Piazza Duomo.