Il Lamento della povera vedova

23 febbraio 2015 | 20:06
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Il Lamento della povera vedova

[i]Signore mio, questa mattina, appena sono arrivata all’edicola e ho letto le prime notizie sul quotidiano più informato, sono restata impietrita. Il Comune escluso dal convegno in Vaticano su Celestino V. Mi sono venuti alla mente alcuni dubbi. Vuoi vedere che la lunga mano di Papa Francesco ha cancellato dall’elenco degli invitati al convegno il nome del grande Hidalgo aquilano? Mi sono convinta subito del contrario, perché ritengo che Papa Bergoglio non conosca neppure l’esistenza del nostro Don Chisciotte. Comunque, non riesco a immaginare quale Porporato, Prelato, Arciprete o Pretonzolo di campagna abbia potuto effettuare materialmente la cancellazione. Voi sapete qualcosa di più?[/i]

Mia cara signora, vedo che l’età incombe e l’elasticità mentale appare alquanto sofferente. Non gridare al lupo, prima di averlo visto. Non attribuire al clero colpe che non ha, almeno in questo caso. E non pensare che il grande Hidalgo cittadino non sia conosciuto in Vaticano. È noto in tutto il mondo per le sue gesta senza fine. Questa volta il “Giuda” traditore lo tiene in casa. È vero che fa parte del PD con posizioni apicali, per effetto di una formazione avvenuta in casa della “balena bianca”. Suppongo che sappia chi sia la “balena bianca”. Per risparmiare tempo, te lo dico io. Si tratta della vecchia D.C. che, malgrado tutto, non muore mai. Infatti ha ricollocato anche Mattarella al Quirinale. Gli allievi peggiori, però, quelli bocciati e senza possibilità di fare carriera nella DC, li ha trasferiti al PD, vedi la Bindi, Renzi, Franceschini ed altri.

[i]Caro Signore, non andate oltre, ho capito tutto. Questo Dario è lo stesso con il quale il massimo Cittadino andava a braccetto per il Corso dicendo, tra una risatina e l’altra, che lui e l’Hidalgo avrebbero ricostruito in cinque anni l’intero centro storico?[/i]

Cara amica, non ti sei sbagliata affatto. Occorre precisare, però, che il Ministro intendeva ricostruire il centro storico attraverso la realizzazione di un plastico e non manufatti, palazzi e piazze. Poi, sulla via del ritorno a Roma, è stato affiancato da Celestino, che gli ha sussurrato qualcosa all’orecchio. È stata una vera folgorazione, tanto forte da convincere il barbuto “Dario” a cancellare il nome di Don Chisciotte dall’elenco degli invitati. Ci saranno tutti i Sindaci del “percorso celestiniano” con la fascia tricolore in diagonale, tranne quello dell’Aquila.

[i]Signore, ho capito la ragione dell’esclusione del grande Hidalgo. Non può partecipare senza la diagonale, perché, forse Napolitano non gli ha mai restituito la fascia che aveva lasciato alla portineria del Quirinale. Ecco perché lo vedo molto afflitto.

Carissima, adesso sei veramente cattiva. Sta giù di corda. È comprensibile. Dopo che il “Giuda Dario” lo ha tradito nello stesso memento in cui lo ha baciato al casello dell’autostrada. È deluso come il vecchio Quintiliano, che diceva : “Nihil gravius quam destitutae spes torquet”, ovvero, “Nulla maggiormente affligge gli animi, che le deluse speranze”. Se, poi, al bacio di “Giuda” ci aggiungi quello del re indiano della rottamazione, l’illusorio decollo dell’aeroporto commerciale, la mancata redazione del PRG, lo scoppio delle fognature e, in ultimo, la scarsa considerazione dei milanesi per l’inclusione della Perdonanza nel programma EXPO’, le condizioni morali di Don Chisciotte stanno a zero[/i].

[i]Mio adorato Signore, avete descritto perfettamente la situazione del Massimo cittadino. Sta come uno zerbino. Disteso a terra, mentre tutti lo calpestano: imprese, operatori economici, commissari, dipendenti, assessori, consiglieri, simpatizzanti e compagni di partito. Lo hanno anche trombato alle primarie per la segreteria regionale del PD[/i].

Mia devota signora, questo non è che il principio della fine del grande Hidalgo. Vedrai cosa succederà fra non molto. Per ora ha tamponato la falla in giunta ricorrendo a un espediente turistico. Si è rivolto a Capri per portare un po’ di sole nella “cassa comunale”. Te lo dico oggi, in tempi non sospetti, in maniera che tu possa essere testimone di un imminente azione di grande strategia politica. Sarà approvata, con grandi dolori di pancia, la fantasiosa proposta di L’Aquila Capoluogo e, contestualmente, la città sarà spogliata di ogni potere politico. L’ATER, i trasporti, l’Università, il polo ospedaliero regionale, l’ASL regionale, finiranno tutte in riva al mare e voi inermi aquilani starete a guardare col naso in sù, aspettando che scenda la manna o che arrivi ancora la befana. Cerca di mettere in salvo almeno la tua famiglia, finché sei in tempo.

[i]Signore mio, mi state spaventando. Vorrei essere ottimista, ma se poi le cose dovessero andare come Voi dite? Cosa mi consigliate di fare?

Cara mia, cerca di mettere al sicuro almeno le cose essenziali. Lascia perdere i beni terreni. Pensa alla tua anima e a quella dei tuoi figli.

Signore, non indugiate. Richiamate pure la mia anima accanto a voi, prima che Don Chisciotte possa portare all’EXPO’ la “maldicenza” come alternativa alla Perdonanza. E così sia[/i].