
[i]Signore mio, scusatemi, ma devo riferirvi tutto quello che è avvenuto oggi. Cominciate a farmi paura. Soltanto ieri avete parlato di possibili fughe delle Istituzioni dal Capoluogo verso il mare e, questa mattina, Don Chisciotte ha mostrato i muscoli allo stratega d’Abruzzo per l’ATER, per la ASL e per i Trasporti. Poi, non dite che Vi ignora. Che non legge i Vostri suggerimenti. Che non fa tesoro dei Vostri consigli. Non ha perduto una sola parola. Non ha omesso un solo argomento. Ha posizionato male soltanto qualche cifra. Ma, non fateci caso. In matematica non ha mai brillato, neppure a scuola. Non parliamo di bilanci. Li paragona sempre alla famosa bilancia a due piatti, simbolo della vecchia carta bollata per uso legale.[/i]
Mia cara signora, apprezzo la tua sensibilità. Adesso ti ergi a difesa di quel grande Hidalgo che ti ha preso in giro per la ricostruzione della casa in centro storico. “Ricostruirò il centro in cinque anni”, ha tuonato con il suo ex amico “Ministro Dario”. Hai proprio ragione. La matematica non è il suo forte. Spesso dimentica di aggiungere lo zero o, a volte, ne aggiunge troppi. Ricordati che se continua ad andare avanti di questo passo, per la ricostruzione dell’Aquila ci vorranno almeno cinquant’anni e non cinque. Come vedi è questione di zeri.
Caro Signore, dobbiamo dargli atto, però, di aver posto sul tavolo della discussione interessanti argomenti, anche se non sono tutti. So che non approvate i suoi metodi e approcci, ma per lo meno questa volta ci ha provato. Non Vi pare?
Cara mia, vorrei che tu capisca una cosa. Gli argomenti andrebbero affrontati al momento giusto e nella sede giusta. Non serve a nulla dialogare per interposta persona, ossia attraverso la stampa. Occorrerebbe sedersi a tavolino, presso la Regione o presso il Comune, e con i documenti in mano affrontare la discussione dei vari argomenti, uno per volta, senza creare confusione.
[i]Signore mio, ancora una volta avete ragione. Sarebbe logico esaminare, con documenti alla mano, il risanamento del deficit della ASL L’Aquila, Sulmona e Avezzano di circa cinquantuno milioni di euro. Ci si accorgerebbe che il bilancio è stato risanato con i fondi erogati dalle Assicurazioni per il terremoto del 2009, ben cinquantuno milioni di euro. Poi ridotti a quarantanove e, infine, a quarantasette. Una riduzione complessiva di circa quattro milioni, giustificata dalla urgente necessità di fare cassa da parte della ASL. Un bel regalo per accorciare i tempi di incasso. A questo punto il Massimo cittadino cosa dovrebbe fare?[/i]
Cara signora, ora viene il bello. Nella discussione dell’accorpamento delle ASL, l’Hidalgo aquilano dovrebbe dire allo stratega regionale: prima di cominciare a discutere restituisci all’Azienda locale quanto indebitamente sottratto. I fondi assicurativi non servono a ripianare i buffi, ma a riparare i danni arrecati dal terremoto. E non si può fare diversamente, altrimenti si corre il rischio di essere perseguiti per distrazione di fondi. Il tuo amico Don Chisciotte, conosce bene la normativa e sa pure che avrebbe dovuto vigilare essendo, tra l’altro, responsabile della Sanità locale.
Illuminato Signore, non è giusto che il Tribunale se la prenda con il Massimo cittadino per una bottiglietta d’acqua, condannandolo a restituire dignità alla Dirigente e all’esborso di ben diecimila euro.
Signora, adesso ti devo ricordare alcuni fatti. Qualche mese fa Don Chisciotte ha effettuato una serie di tagli alla spesa comunale, perché avrebbe dovuto fare qualche economia. Oggi sospende una Dirigente perché mancava la bottiglietta d’acqua ai Consiglieri, ai quali si era seccata l’ugola, non tanto per il parlare a vuoto, ma per ingoiare i rospi amari somministrati dall’opposizione. Eppure, per l’acqua il “Gran Consiglio” non si dovrebbe lamentare, visto che il grande Hidalgo ha dichiarato che sotto a Porta Roma, scusa a Porta Barete, ne scorre in questi giorni un fiume a cielo aperto. Da Porta Barete alla sede del Gran Consiglio la distanza non è poi tanta, quasi un centinaio di metri. Basterebbe allungare un tubicino.
Carissimo Signore, lasciamo stare le acque, perché non so cosa potrebbe succedere dopo l’innesto del collettore del Torrione con quello già troppo insufficiente del Fosso di San Giuliano. Se dovesse scoppiare, lo zampillo, questa volta, raggiungerebbe un centinaio di metri d’altezza. Però, lo vedete che Don Chisciotte le pensa proprio tutte, riuscendo a realizzare in quell’area il Parco delle Acque. Non si sa bene se riuscirà ad utilizzare quelle bianche, oppure quelle nere. L’interessante è che si faccia il Parco. In questo momento sono tanto preoccupata. Non so se avete sentito parlare della nuova sede comunale. Sembrerebbe che il grande Hidalgo la voglia a Collemaggio. Il suo scudiero, invece, ritiene che si debba costruire al posto dell’Autoparco. Non riesco a capire nulla. Cosa ne pensate?
Mia carissima amica, lo vedi che le sorprese non finiscono mai. Due sono le cose. Con questa operazione Don Chisciotte vorrebbe riconquistare la fiducia e la stima di Papa Celestino. Vorrebbe mettersi vicino all’Eremita. Gradirebbe diventare un suo coinquilino, almeno per le parti comuni. In questa posizione potrebbe evitare le bordate che gli arrivano dalla Regione, dal barbuto Ministro dei Beni Culturali, dal super amico Renzi, che lo ha tradito diverse volte, dalla indifferenza del Presidente emerito e dal preoccupante silenzio di Mattarella. È questa una ipotesi da scartare a priori. Invece, sta prendendo corpo l’idea che l’effervescente Presidente del Consiglio voglia riformare anche la vecchia legge 180, con la quale furono aboliti i Manicomi. In questo caso l’Ospedale Psichiatrico potrebbe ritornare in auge e, opportunamente ristrutturato con la realizzazione di invalicabili recinzioni, potrebbe benissimo ospitare il “Gran Consiglio”, la Giunta, le Commissioni e, perché no, anche le sottocommissioni. Nei locali interrati e anche in quelli della ex colonia agricola potrebbero essere collocate, al fresco naturale, le scorte di acqua minerale, le “gazzose” per ridare spirito alla maggioranza, gli aperitivi, i salatini e tutto l’occorrente per far fronte alle lunghe sedute. Comunque, sono due ipotesi che rischiano di naufragare sul nascere. Celestino non vuole l’Hidalgo nell’area monastica. Renzi nicchia nel rottamare la legge 180, perché nelle sedi istituzionali della politica nazionale non resterebbe più nessuno. Potrebbero essere tutti ospitati in quelle bellissime residenze come Collemaggio. Va bene così?
[i]Signore mio, per me va bene tutto quello che voi dite. Però, avete dimenticato un piccolo particolare. Non avete preso in considerazione la proposta alternativa, formulata in opposizione, dallo scudiero di Don Chisciotte, che vorrebbe la sede ubicata al posto dell’Autoparco comunale.[/i]
Cara la mia vedova, ho volutamente ignorato l’argomento per verificare il tuo grado di attenzione. È ancora buono. La proposta dello scudiero non è da prendere in considerazione per le ragioni che pubblicamente ha detto il Massimo cittadino. “Quella è una terra ballerina. Non è idonea. Non è un suolo buono per le costruzioni. Sotto vi scorre un fiume d’acqua che la rende instabile. E proprio quell’acqua serve a me per realizzare il grande “Parco delle Acque”. Sono stato chiaro?
Signore, più chiaro di così si muore. Sapete cosa vorrei chiedere? Richiamatemi pure accanto a Voi prima ancora che scoppi qualche altra fognatura e mi trascini verso il fiume in piena. E così sia.
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