
Il Consiglio comunale è riunito, in seduta straordinaria aperta, per discutere in merito alla proposta di legge regionale per L’Aquila capoluogo, di cui sono relatori il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, presenti alla seduta.
La convocazione era stata richiesta dai consiglieri comunali Giorgio De Matteis, Emanuele Imprudente (L’Aquila Città Aperta), Luigi D’Eramo, Vito Colonna (Prospettiva 2022) e Daniele Ferella.
«Questa legge – ha dichiarato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente – va letta come uno sforzo, da parte della Regione, per superare quelle frammentazioni che hanno finito per determinare situazioni di confinamento e assistenzialismo, figli di un modo superato di fare politica. Attraverso questa proposta di legge si prova, finalmente, a fare un’operazione che, oltre che politica, è di senso. Si parte interrogandosi su qual è il ruolo che L’Aquila è chiamata a svolgere».
«Innanzitutto – ha proseguito il sindaco – L’Aquila è il capoluogo di Regione perché ha in sé storia e ricchezza di risorse culturali, lo è perché può assurgere a simbolo. Ebbene, questa possibilità di esercitare un ruolo, essendo un simbolo, costituisce la nostra sfida. Questo vuol dire che bisogna avere progetti basati su un’idea specifica e peculiare di sviluppo, basata sulle caratteristiche e sulle vocazioni del territorio. La legge, infatti, stanzia delle risorse finalizzate alla realizzazione di progetti specifici. Per questa ragione le polemiche sui fondi e sulla copertura finanziaria sono pretestuose e frutto di un modo superato di intendere la politica. L’intera Regione dovrà sviluppare, insomma, un’idea di sviluppo locale partendo dalle vocazioni di ciascuna area. A questo punto ogni singolo progetto destinato a un territorio diventa di interesse collettivo, evitando così frammentazione e assistenzialismo. Anche rispetto all’idea della macro regione adriatica dobbiamo cercare di cogliere un’opportunità, osteggiarla non ha senso ed è una battaglia persa. Dobbiamo investire sulla vocazione nei settori della ricerca, dell’innovazione e del turismo, attingendo magari alle possibilità legate alla costituzione di un’area dell’Italia Mediana, con una funzione baricentrica della nostra città, come ha sottolineato il consigliere Pierluigi Properzi nel suo intervento in aula. L’Abruzzo, insomma, deve interrogarsi sulla funzione delle diverse realtà geografiche. Dobbiamo stare attenti ai campanilismi, ma anche a scivoloni opposti. Come il progetto di accorpamento delle Ater, che rischia, in questa fase, di essere dannoso e improduttivo, come pure alle gravissime affermazioni riportate nella relazione tecnica legata al decreto legislativo di riforma degli ispettorati del lavoro, laddove incredibilmente sostiene che L’Aquila, non avendo sedi pubbliche, non può ospitare la nuova agenzia unificata».
«Il senso dello sviluppo, in definitiva, ed è questo il punto di forza della legge regionale per L’Aquila capoluogo – ha concluso Cialente – è dato dallo sviluppo e l’incentivo ad autonomie locali in grado di sviluppare progetti specifici restando, al contempo, coese e solidali».
In apertura dei lavori l’assemblea ha votato all’unanimità un ordine del giorno, che vede come primo firmatario il consigliere Stefano Palumbo (Pd). Il documento, facendo riferimento in premessa al progetto di legge depositato dall’assessore regionale Di Matteo sulla riorganizzazione dell’edilizia pubblica, impegna il sindaco a «sollecitare un intervento legislativo, in sede regionale, che consenta all’Ater dell’Aquila, così come organizzata e composta, di entrare nel progetto Ara, a conclusione dei lavori di ricostruzione del proprio patrimonio, prevedibilmente negli anni 2018-2020».