Superare i pregiudizi per affrontare la Presbiacusia

28 febbraio 2015 | 17:29
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Superare i pregiudizi per affrontare la Presbiacusia

Sono circa 7 milioni gli italiani che avrebbero bisogno di un ausilio auditivo; la regione più colpita risulta essere la Liguria mentre l’Abruzzo si allinea sulla media nazionale.

E’ quanto affermato dal Prof. Gaetano Paludetti, Direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche del Policlinico Gemelli di Roma, intervenuto oggi all’Aquila, al corso con crediti ECM su “[i]La presbiacusia come fenomeno sociale. Cause, implicazioni, soluzioni[/i]”.

«E’ chiaro – ha dichiarato Paludetti – che, innalzandosi l’età media, aumentano anche le persone che hanno bisogno di un aiuto dal punto di vista uditivo.

Non va comunque sottovalutato il discorso della prevenzione che sta nell’avere una vita il più possibile sana, nell’evitare ambienti molto rumorosi e nel curare alcune malattie che possono incidere sull’orecchio. Se la cosa comunque accade, l’unica soluzione risiede oggi negli apparecchi acustici ovvero le protesi che stanno raggiungendo livelli tecnologici molto avanzati per la cui applicazione è richiesto un complesso di team multidisciplinare.

Agli audioprotesisti spetta, comunque, una gran parte del lavoro, mente noi medici dobbiamo capire quando una protesi debba essere messa».

Il corso, moderato dal giornalista televisivo e divulgatore medico scientifico Luciano Onder, ha pertanto messo insieme tutte le figure che intervengono nell’ affrontare il fenomeno, dai medici generici e specialisti, agli audioprotesisti, passando anche per la figura dello psicoterapeuta essendo la presbiacusia un problema legato all’invecchiamento e causando nella persona affetta problemi non solo di udito.

«La presbiacusia – ha sottolineato Onder – è un problema sociale che investe oltre al malato, la famiglia e tutto il contesto in cui l’anziano svolge la sua quotidianità. L’anziano affetto da presbiacusia, infatti, se non giustamente trattato, può andare incontro a depressione e ad una demenza senile più repentina. Una famiglia attenta, pertanto, è importante così come lo è una diagnosi precoce».

«Bisogna cominciare – ha proseguito il Dottor Vittorio Sconci, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale del San Salvatore dell’Aquila – a diffondere una cultura per la quale una persona che non sente non è una persona che ha dei problemi, bensì una persona che ha un problema naturale. Bisogna restituire naturalezza ad un fenomeno che, sopratutto con l’aumento dell’età media, sta diventando ubiquitario. Insieme a questa cultura va diffusa anche, nell’ambito della normalità, la cultura di tutti quegli strumenti che possono permetterci di vincere questo tipo di difficoltà. Sono convinto che, col superamento del pregiudizio nei confronti della presbiacusia, degli apparecchi acustici e di una vecchiaia a tutti i costi malandata, il problema diventi uno di quei problemi che la vecchiaia ci riserva, rispetto ai quali dobbiamo essere abituati».

«Già lo scorso anno – ha dichiarato il Dottor Loreto Fantauzzi, tecnico audioprotesista – avevamo contribuito con Audiosalus, partnership dell’iniziativa di oggi insieme alla Phonak, alla realizzazione di un altro corso ECM, per le ipoacusie neonatali. Il corso di oggi, è stato voluto per creare un circolo virtuoso tra medico di base, medico otorino ed audioprotesista perché possano intervenire insieme sul problema delle ipoacusie, fenomeno in aumento che impatta su una popolazione sempre più vasta.

Il 25% della popolazione, infatti, ha più di 65 anni e degli over 65, il 33% ha problemi di udito; la perdita dell’udito, purtroppo, sembra essere un fattore che influenza anche il decadimento cognitivo delle persone che ne sono affette e pertanto, va trattato con la giusta attenzione».

L’evento che ha ottenuto 8 crediti formativi, è inserito nel Piano Formativo 2015 ALBA AUXILIA.

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