La crisi del settore artigianale delle PMI

1 marzo 2015 | 14:18
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La crisi del settore artigianale delle PMI

«La grande economia, rappresentata dalle piccole imprese, ridotta sul lastrico – scrive Agostino Del Re, direttore della Cna L’Aquila – . E’ questa la conseguenza di una catastrofe annunciata, ove la catena della crisi economico-finanziaria colpisce i grandi gruppi con tutte le conseguenze dirette ad essi connessi, crea in maniera tragica enormi danni indotti nel settore dell’artigianato della piccola impresa, 96% non supera i 10 dipendenti, con riflessi irreparabili di quasi azzeramento di un’economia che non potrà attuare alcuna forma o manovra per ristabilire un equilibrio economico.

Ciò, ancor più, ci pone un interrogativo che fa riflettere come si stia verificando un fenomeno quantomeno anomalo, ove la ricostruzione post sisma, nel cantiere più grande d’Europa, avrebbe dovuto generare humus per un terreno fertile su cui coltivare l’intera economia di un territorio ridotto in frantumi.

E ancor più, è il dato incontrovertibile sull’artigianato, emerso proprio nel settore delle costruzioni, con n. 659 cancellazioni anni 2013/2014, con perdita di migliaia di posti di lavoro che in aggiunta ai lavorati delle altre aziende in crisi, ci pone di fronte ad una vera e propria tragedia.

Purtroppo i soli dati non sono certo la soluzione, ma aiutano ad evitare ulteriori e ripetitivi errori, in cui ognuno difende i propri inutili personalismi.

Puntare, quindi – conclude Del Re -, su percorsi che siano in grado di portare certezze, in un processo, per condividere e fare una rete di rapporti basati su principi di consapevolezza e acquisire continuità, nei criteri valutativi, quale condizione necessaria per la corretta determinazione dei risultati, principio essenziale per un equilibrio economico-finanziario, tenendo conto di una costante continuità in cui si abbia certezza di erogazioni dei fondi necessari alla corretta attività di ricostruzione.

Soluzioni, immediate devono essere poste sui tavoli istituzionali in un confronto con le rappresentanze economiche, che non possono certo aspettare l’attuazione di una legge, a sei anni di distanza, che non farebbe altro che allungare l’agonia di una situazione che potrebbe raggiungere dimensioni catastrofiche».

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