Nella contentezza degli scampati

4 marzo 2015 | 05:08
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Nella contentezza degli scampati

di Valter Marcone

Nella contentezza degli scampati

ognuno di noi sapeva

quello che avrebbe cantato quando ci sarebbe stato solo

il rumore del mare là proprio sull’ultimo orizzonte

ma anche dentro le piazze, le case

le stanze, le strade della città abbattuta.

Avrebbe saputo

che non era più tempo di potare la rosa,

accarezzare il gatto, bere birra ghiacciata l’estate.

Sono ricomparsi poi nel giorno successivo

il tramonto e i suoi colori,

la luna e i suoi vapori

ma ognuno di noi sapeva che avrebbe scoperto al loro posto.

Ma tutto era una contentezza da scampati.

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