
di Gioia Chiostri
‘[i]I ve le dic, massera scrocchia na jelata[/i]’. Ha forse il sindaco di Avezzano abbandonato il politichese affinato e barbosamente certosino per imbroccare la strada del dialetto ‘cotto e magnato’?. Il primo cittadino Giovanni Di Pangrazio ha già messo il ‘mi piace’ alla caricatura di sé stesso e l’ha anche promossa sulla propria pagina Facebook, guadagnando un plebiscito di consensi.
{{*ExtraImg_235399_ArtImgRight_300x264_}}Da due giorni solamente, sulla vita parallela e virtuale nota col nome di Facebook è nata lei, la pagina ‘Di Pangrazio che prevede cose’. Un fenomeno, una barzelletta, un gioco, una sottospecie di satira fine a sé stessa e senza malizia politica. Autori della trovata virale, due ragazzi marsicani, di Avezzano il primo e di Capistrello il secondo. Contattati da [i]IlCapoluogo.it[/i] e bardati da un ‘[i]nescio quid[/i]’ di mistero, hanno concesso il lusso di una brevissima intervista.
Il primo, in arte ‘il giurista’, e il secondo, noto nell’entroterra marsicano come ‘lo psicologo’, hanno, in un batter di ciglia, approntato la nuova satira del web. Una pagina Facebook che, utilizzando il volto conosciutissimo nel sindaco originario di Paterno, si fa portavoce di consigli ‘casalinghi’ prevedendo col dono del sesto senso le condizioni meteorologiche circostanti.
La molla del tutto? La famosa ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado arrivata prima ancora che il primissimo fiocco di neve avesse toccato terraferma. «Io e il mio ‘collega’ – spiega il giurista – siamo due studenti universitari, rispettivamente della facoltà di ‘Giurisprudenza’ e di ‘Psicologia’, quindi la questione ‘scuole’, in realtà, ci tange poco. L’altra sera, dopo aver letto dell’ordinanza emessa, ho pubblicato uno status sul mio profilo personale di Facebook, ironizzando sul fatto che prima ancora che nevicasse fosse già stata emessa l’ordinanza e da lì è iniziato il tutto». Quando il web si dimostra essere più acuto del reale.
{{*ExtraImg_235400_ArtImgRight_300x265_}}I due ragazzi (vignettisti ed editori delle battute in dialetto del sindaco) hanno dato vita, nel giro di poche ore, ad un ‘personaggio’ dalle connotazioni caratteriali marcate. Una sorta di ‘sindaco-veggente imbranato’, «che ci divertiamo bonariamente a prendere in giro. Speriamo solo che non se la prenda. Per quanto concerne l’eco suscitata, siamo stati accolti, dobbiamo ammetterlo, assai calorosamente, tranne per il caso di un politico aquilano che ci ha contattati tramite web un tantino infuriato, chiedendo i nostri nomi. Lo spirito delle vignette non è affatto dispregiativo o denigratorio: noi vorremmo solo sprigionare delle sane risate».
«Non abbiamo nulla di personale contro il sindaco, io per di più – spiega lo psicologo – sono anche assente da diverso tempo dal mio paese di origine, quindi non è assolutamente nostra intenzione prendere una parte politica; si tratta solo di fare satira (di quella più becera e gratuita per giunta), ma senza offendere nessuno. Devo ammettere che l’email di quel politico aquilano mi ha colto un po’ di sorpresa; ci ha scritto di ‘non gradire la pagina Facebook’». Prendere in giro, ma soprattutto prendersi in giro è un’arte. La satira politica, o meglio la semplice pantomima di personaggi noti e conosciuti al grande pubblico, risulta essere, oggi, quasi un lavoro a tempo pieno per molti artisti del mestiere.
{{*ExtraImg_235401_ArtImgRight_300x265_}}Chiediamo ai due novelli comici: la vostra può essere considerata satira politica? «Satira è una parola grossa – rispondono – con cui personalmente non vogliamo etichettare questo gioco; non siamo i nuovi Guzzanti, o Luttazzi o Travaglio, però magari da cosa nasce cosa, chi può dirlo».
I due ragazzi ammettono di non conoscere personalmente il sindaco in questione, ma di aver assistito e partecipato a numerose sue conferenze tenutesi nel territorio marsicano. «Solo grazie al tam-tam dei social – spiega lo psicologo – sono venuto a conoscenza del provvedimento dell’altro ieri. Quello che mi ha fatto pensare è stato soprattutto il fatto che, ‘ai miei tempi’, le scuole restavano aperte anche quando nevicava, quando cioè si faceva lezione addirittura nei container, una sorta di scatole di latta».
{{*ExtraImg_235402_ArtImgRight_300x265_}}Di Pangrazio ha sempre sottolineato, in varie adunanze pubbliche, di sentirsi molto vicino al mondo dei giovani e di lavorare sodo, in primis, proprio per loro. «Non vogliamo esprimerci in materia politica – dicono i due – possiamo solo dire che il nostro sindaco, anche se può apparire a tratti burbero e un po’ ‘alla mano’, è una persona preparata sui temi dell’amministrazione».
La pagina, in soli due giorni e mezzo, è arrivata a quota 2735 ‘like’. Il web, quindi, sembra aver premiato e compreso il senso esilarante di fondo. «Siamo due simpaticoni! – affermano – La cosa strana è che non l’abbiamo per nulla pubblicizzata; di solito, infatti, quando si crea una pagina, legge non scritta vuole che si invitino tutti gli amici a mettere il classico ‘mi piace’ per farla crescere di più. Credo che il successo possa ravvisarsi nel fatto che il nostro sindaco sia una ‘macchietta’ che tutti conoscono; condire il tutto, poi, con un pizzico di dialetto non ha avuto prezzo. Insomma: Una mistura, quella fra presa in giro dei politici e dialetto-mania, che sui social network attecchisce bene».
Il ‘vostro’ sindaco parla in dialetto marcato, almeno così si evince dalle vignette espresse. Si tratta di un misto idiomatico fra capistrellano e avezzanese? «Da bravo avezzanese, devo sforzarmi di tradurre le vignette che pensa il mio collega capistrellano», scherza il giurista. I due della satira ‘dipangraziana’, però, sembrano aver trovato il tanto cercato ago nel pagliaio: il giurista pensa alle vignette e lo psicologo alla grafica; ovviamente, «consigliandoci l’un l’altro. Di Pangrazio non parla strettamente in avezzanese, ma diciamo che l’accento ‘paesano’ si sente parecchio».
{{*ExtraImg_235403_ArtImgRight_300x199_}}Dal Cialente aquilano che ‘in preda a deliri mistici pedala con un mezzo improbabile’ (4902 mi piace) al Di Pangrazio veggente il passo è breve e quasi scontato. Si tratta, in fondo, di ridere sulle storture umane di due amministratori che si interpellano a volte per i problemi più banali, ma che non lesinano nel rispondere.
C’è qualche messaggio subliminale nascosto in ognuna delle vostre irriverenti vignette? «Ma no! Sono totalmente fini a sé stesse! Solitamente pensiamo a qualcosa di ovvio e, successivamente, a come potrebbe essere totalmente stravolto. Tra le mie preferite – spiega il giurista – quella in cui il sindaco afferma che senza dubbio ‘quest’anno Pasquetta cadrà di giovedì’». Il titolo della pagina Facebook, ossia ‘Di Pangrazio che prevede cose’, è saltato fuori dalle meningi giovanili, ma attente al panorama odierno, per caso. «Abbiamo notato, inoltre, – aggiungono i due – che parecchie persone con le quali, normalmente, non intessiamo buoni rapporti, hanno apprezzato di gran gusto le nostre battute e le hanno anche condivise. Ci hanno apprezzato anche più dei nostri amici ‘reali’, cosa che non avrebbero fatto conoscendo la nostra identità. Ecco: questo magari è un fattore positivo di Facebook che viene sempre troppo marginalizzato».
Domanda del nove: ma voi, in fondo, avreste chiuso le scuole, sì o no? «Assolutamente no! – rispondono all’unisono – Avremmo forse aspettato qualche ora prima di dare l’annuncio». E al politico aquilano che non ha gradito la vostra ironia cosa dite? «Ci chiediamo se sia questo il lavoro dei politici: passare la mattinata a discutere con ragazzi che creano una pagina Facebook per farsi due risate. Il nostro sindaco avrà anche preso una cantonata, ma almeno lo ha fatto ‘lavorando’ e non passando del tempo prezioso su Facebook».
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