
Secca ma ponderata la reazione dei Comuni di Avezzano e Luco dei Marsi in relazione alla questione Powercrop.
I due Comuni – in seguito all’incontro di giovedì sera, tenutosi presso la sala consiliare di Luco dei Marsi, dopo aver rappresentato la situazione a tutti i cittadini e alla presenza dei coltivatori diretti interessati, nonché alla presenza delle varie sigle sindacali degli stessi, «prevedendo il parere favorevole della Commissione via della Regione Abruzzo per la semplice presa d’atto della modifica di un traliccio con la realizzazione di un cavidotto posto ai limiti della riserva naturale del Salviano» – in perfetta sinergia tra loro hanno inteso affrontare il problema in sede pubblica, nonché di convocare una riunione ristretta dei Sindaci di tutto il bacino del fucino per giovedì 12 marzo alle ore 18.30 presso la sala consiliare del Comune di Avezzano, dove, come si legge in una nota diffusa dal Comune di Avezzano, «saranno affrontati e sviscerati i problemi che potrebbe rappresentare la realizzazione della Centrale e trovate le opportune soluzioni da adottare».
«Nulla è cambiato», dicono dalla residenza comunale di Avezzano, «era e rimane un semplice passaggio tecnico che non modifica più di tanto la decisione sul No dettato dall’amministrazione comunale in data 5 e 26 ottobre 2010, unitamente a tutti gli atti precedenti».
«Si potrebbe dire – si legge in una nota diffusa dal Comune di Avezzano – di aver perso una battaglia o delle semplici posizioni all’interno di essa, ma di certo non la ‘guerra’, che, dal punto di vista tecnico, dovrà essere affrontata davanti al Tar Abruzzo. In quella sede si affronteranno le vere tematiche scottanti inerenti sia la natura dei ricorsi proposti dai Comuni che quelle proposte dall’azienda in tema di ampliamento dei confini del Parco del Salviano. Lì si affronterà la tematica della captazione delle acque e il suo relativo sversamento che stravolgerebbe completamente il sistema idrico sia in fase di captazione che di sversamento, vista la richiesta dell’azienda proponente l’insediamento che depaupererebbe tutto o quasi tutto il bacino del fucino. Lì si esaminerà l’immissione dei fumi nell’atmosfera e non con la semplicistica presa d’atto dei fumi rilevati unicamente nell’altopiano delle rocche, così come proposto nel progetto iniziale, ma su tutte le sommità delle catene montuose della Marsica, ovvero nell’ambito di una area da una parte sottoposta a riserva e nel bacino sottoposta totalmente a vocazione agricola che coinvolge il citato mondo in dieci e più Comuni e non solo quelli che hanno provveduto a fare opposizione. Lì dovrà essere rivista l’incidenza del traffico su gomma che per la richiesta della Power Crop dovrebbe riguardare un semplice traffico di circa novecento autoarticolati al mese (oltre quello oggi preesistente), su strade non idonee, su cui pende una accesa discussione tra Comune di Avezzano e altri Comuni e la Provincia dell’Aquila per la loro appartenenza, competenza e quant’altro. Lì si dovrà ulteriormente discutere se l’impianto è in zona di riserva o in zona sottoposta a relativa fascia di rispetto della riserva del Monte Salviano, ove, da ultimo, sono stati anche rivalutati da un punto di vista storico culturale i Cunucoli di Claudio».
«Le tematiche da discutere non mancheranno – si legge ancora nella nota diffusa dal Comune di Avezzano – e nè questa nè altre amministrazioni, precedenti e future, potranno far sì che per un insediamento produttivo che, quando realizzato e reso esecutivo, non prima di due anni, potrà garantire a malapena ventotto unità lavorative (assorbendo solo in parte alcuni lavoratori dell’ex zuccherificio), riservandosi ulteriore personale qualificato da dover gestire motu proprio, che, sempre con il rispetto dovuto, dovranno essere contrapposte ad una incidenza del tutto negativa su un territorio di centoquarantamila persone dell’area marsica, ove l’incidenza tumorale sembrerebbe essere aumentata negli ultimi anni».
«Atto dovuto, quindi – conclude la nota – è resistere nei modi indicati nell’interesse supremo della popolazione e non cedere alle lusinghe chi per realizzare un’opera riceverà dalla Comunità europea un contributo di soli 92 ml. di euro a fronte di un investimento totale di circa 115 ml di euro».
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