
di Gioia Chiostri
Un diavolo per capello. O, forse, sarebbe il caso di dire un’Arpa per capello. Tornano, come fulmini a ciel sereno, i disagi lungo la tratta Avezzano-L’Aquila: stamattina un nuovo caso di guasto imprevisto ha smorzato gli entusiasmi mattinieri di una baraonda di pendolari (un mix eterogeneo fra studenti e lavoratori), attesi a lavoro e a lezione alle ore nove circa e approdati al capoluogo d’Abruzzo, invece, con ben 40 minuti di ritardo. Tempo impiegato in autobus: fin troppo. Risultato: un senso di abbandono misto a isteria che, oramai e da parecchio tempo, solletica gli animi dei pendolari di ‘professione’.
La corsa partente dalla città marsicana alle ore 8 e 15, infatti, si è arrestata improvvisamente all’altezza di Valle del Salto alle ore 8 e 35 circa. Motivo: un guasto di non ben precisata entità. Un nuovo disagio, quindi, per la miriade di pendolar che giornalmente combatte con l’orario – il più delle volte inflessibile – di lavoro, correndo contro e con il tempo. Sui sedili dei passeggeri, sono fioccate ancora una volta le lamentele.
{{*ExtraImg_235869_ArtImgRight_300x211_}}«Ho notato – racconta un neo pendolare a IlCapoluogo.it, ingegnere per professione – del fumo espandersi all’esterno del mezzo. Una minima percentuale è entrata anche all’interno dell’abitacolo, ma parliamo di una quantità davvero irrisoria. Per me è stato un battesimo: avevo sentito parlare di disagi e di ritardi legati al malfunzionamento dei mezzi di trasporto regionali, ma mai prima d’ora m’ero imbattuto in incidenti simili. Io, per quel che mi riguarda, sarei dovuto essere al lavoro alle ore 9 in punto del mattino, ma, ovviamente, a causa del guasto, sono arrivato alle ore 9 e 40 circa». Situazioni incresciose che condannano buona parte dei lavoratori e degli studenti ‘fuori sede’.
La nostra fonte, pendolare da circa due mesi soltanto, afferma che per ‘tamponare’ il guasto è dovuto arrivare un autobus sostitutivo, giunto sul luogo dell’incidente all’incirca 20 minuti dopo il black out del motore. Raccolti tutti gli sfortunati passeggeri dal ciglio della strada, l’autobus d’emergenza è arrivato con 40 minuti di ritardo alla prima fermata del capoluogo d’Abruzzo. Un’odissea che, per quante volte è stata raccontata, rischia di divenire la nuova barzelletta da viaggio iper convenzionale.
{{*ExtraImg_235870_ArtImgRight_300x211_}}«Ci sono state delle lamentele, ovviamente – precisa il pendolare – ma molto garbate. Io credo che, al di là del fatto che un giudizio su un servizio di trasporto cambi molto a seconda del tempo che passa, posso solo augurarmi che il servizio migliori».
Una settimana di ‘passione’ quella appena vissuta dagli abituali viaggiatori marsicani, che hanno, infatti, dovuto fare i conti con un guasto e ben due ritardi. Il lavoro è d’oro e non potervi arrivare in orario per disguidi e cause esterne di certo non appassiona il mondo dei pendolari.
{{*ExtraImg_235871_ArtImgRight_300x211_}}«A mio avviso – continua l’ingegnere – non è un vero e proprio disastro, paghiamo 22 euro di abbonamento a settimana e, sempre secondo la mia modesta opinione, non è una cifra eccessiva. Il servizio, però, a volte lascia a desiderare. Servirebbe un check-in generale per quanto concerne i mezzi che viaggiano abitualmente».
Beffa della giornata: il ritardo al ritorno per il pendolare ingegnere che, rimasto molti minuti in attesa dell’autobus delle ore 16 e 45 (il bus diretto, ossia non passante per Magliano de’ Marsi, che fa tappa alla Finmek) è tornato a casa con un evidente ritardo per via di una partenza in differita.
Il mezzo è, infatti, passato «comodamente» alle ore 17 e 10. Tante critiche, poche soluzioni. Molti pendolari perderanno, per via del ritardo evidente, le coincidenze dei vari autobus partenti da Avezzano e diretti ai paesi limitrofi, andando incontro a nuove e non volute odissee viaggianti. Quella di stamani ha sortito l’effetto di una storia infinita stereotipata. Si spera trovi, prima o poi, il suo lieto fine.
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