
di Gioia Chiostri
[i]IlCapoluogo.it[/i] in missione sorpresa: oggi, 12 marzo 2014, il marsicano Manuel Torres compie 18 anni. Per lui, gli speciali auguri paterni cantati. Lo spartito di una canzone come dimostrazione di affetto eterno ed infinito. Un ritornello ineffabile come consiglio, monito e ringraziamento.
Il ramo letterario che si occupa di viaggi e dintorni dovrebbe aprire una finestra innevata sull’atto di spegnere 18 candeline su di una fetta di torta di compleanno. Uno perché compiere 18 anni è l’atto di inizio di un viaggio e due perché il giorno dopo il 18esimo compleanno il festeggiato comincia ad affacciarsi sul mondo reale. Solo allora si scorge la prima neve della vita: fatta di gelo al tatto, morbidezza allo sguardo e ricordo immemore del candore al pensiero.
E nel padre che, rimuginando, guarda il proprio figlio affacciarsi alla finestra della vita, quali sono le sensazioni primitive che esplodono? Oggi, Claudio Torres, notissimo cantante, docente di liceo e artista marsicano, originario di Tagliacozzo anche se nato a Roma, ha deciso di scegliere il nostro quotidiano per augurare a suo figlio uno splendido e ricco 18esimo compleanno.
«In un mondo dove la bellezza viene spesso proposta tramite immagini che esaltano l’aspetto fisico di uomini e donne, – dice – io, invece, la vivo quotidianamente grazie al talento artistico di mio figlio Manuel e al suo sguardo intriso d’amore che illumina le mie giornate».
{{*ExtraImg_235943_ArtImgRight_300x400_}}Manuel Torres, nato il 12 marzo del 1997 sta, adesso, muovendo i primi passi sul palcoscenico colorato della vita. Musicista, studente e abile disegnatore vorrebbe calcare l’esistenza con passi simili ma non uguali a quelli paterni. Oggi proponiamo la canzone che Claudio Torres scrisse in onore della nascita di suo figlio, intitolata ‘[i]Canzone per Manuel[/i]’. Un testo soave, indeterminatamente ricco e dai confini espansivi e crescenti. ‘[i]La mia vita ricomincia osservandoti (…). Tu come girasole che insegue la luce, cercherai la verità e l’amore. Io vorrei essere eterna canzone per non lasciarti mai[/i]’, questo un passo dell’opera musicale.
Un figlio suole essere considerato come il frutto più prelibato dell’amore umano e, quando i 18 anni entrano nel raggio d’azione di questo, il gambo suole staccarsi dalla mela, lasciando cadere quest’ultima sul prato. Non troppo lontano, però, dal melo che le diede la vita e non troppo vicino alla radice che le diede l’originario nutrimento.
A 18 anni si sceglie, teoricamente, chi diventare. 18 anni, quindi, si compiono ogni giorno perché, da quel momento in poi, ogni giorno ci si sveglia adulti e ogni giorno si diventa e ci si reinventa. Ma il divenire implica, tuttavia, un ‘riconoscersi a’ e uno ‘specchiarsi in’. Entrambe queste azioni portano ad un guardarsi alle spalle, almeno per una volta. E se 18 anni si compiono per sempre, bambini ci si risveglia quando si osserva colui che ci generò, ci crebbe e ci indottrinò. Odiandolo ed amandolo nello stesso momento perché, da adulti, si ama sempre un po’ di più il padre rompiscatole, severo e imperterrito che da piccoli si amava sempre un po’ di meno, complice la matura comprensione.
Un augurio speciale dalla Redazione a Manuel Torres, che oggi diventa un uomo. A lui cantiamo: ‘[i]Ama la vita, non lasciarla mai andare via. Vivila a perdifiato e se ti stufa la sua monotonia, scrivi una canzone per ridefinirla di rigenerante e illibata allegria[/i]’.
[url”Torna alla Home Targato Az”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=154&categoryId=221[/url]