Praticamente innocua

15 marzo 2015 | 10:19
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Praticamente innocua

di Raffaella De Nicola

E’ un bel taglio di carne ben [i]arrosolato[/i], un po’ guascone, irriverente, che ti guarda ammiccante senza le erbe amare del post terremoto, con un po’ di [i]sugna[/i], tagliato a pezzettini succulenti e condito con i ricordi [i]spiattellatti[/i] senza saudade, il nostalgico rimpianto portoghese di ciò che era.

[i]Praticamente innocua viaggio semiserio nell’Aquila post sisma[/i] è stata un’operazione cotta a puntino da subito, quando apparve nella rubrica omonima nelle pagine domenicali della rivista web News Town, insaporito dal mistero dello pseudonimo: chi cappero è Ford Prefect? Quanti anni ha ‘sto Ford? E’ forse un patito della macchina? e poi perché Perfect? E se fosse il mio analista che tanto normale non sembra? Oppure una femmina con ormoni maschili? O il cugino di mio nonno che è sposato con mia cognata?

Per non parlare degli effetti a catena anche sul sociale [i]“Ottio e se quello che gli ho mandato un accidenti era Ford Perfect”[/i]? Mentre la ricetta andava ad arricchire il carnet delle pietanze della corposa produzione letteraria tipica aquilana ecco qui che riesce dai forni fumosi di audaci e coraggiose ragazze: una nuova casa editrice, la UAO, prendeva la rubrica del giornale, la metteva in mano ad una disegnatrice deliziosa Michela D’Andrea et voilà il prodotto editoriale pronto da servire in pieno centro storico, ex locali ISEF ieri, venerdì 13 marzo. Pubblico giovane e numeroso, non solo giovane però se c’ero anche io, la nonna dell’autore e altri miscugli anagrafici.

Il Ford in questione è in realtà un ingegnere 43enne, Roberto Capezzali, non si sa se prestato più alla scrittura o alla progettualità matematica, comunque un marziano, nascosto dietro il protagonista assoluto della serata: il martini che scioglieva la lingua, aiutava i timidi e le emozioni, accompagnato da un fantastico Trio 99: fisarmonica, violino e chitarra partiti per stile e testi dalle poesie di Mario Lolli assicurando, anche senza martini, un viaggio palpitante dentro lo zibaldone folcloristico dell’aquilanità. Lui, serafico e pacifico, incassava stordito il compiacimento del pubblico per il suo libro in cui molti vi hanno visto [i]il refrain[/i] della perdita.

Io, invece, vi ho visto un dolore fatto a pezzettini, infilato nel bastoncino, arrostito ben bene, salato q.b., un bell’arrosticino mangiato voracemente, uno dietro l’altro, aiutando la digestione del suddetto dolore proprio con un taglio ironico senza l’amarezza del sarcasmo tipico aquilano. Insomma una lettura gradevole, una presentazione simpatica all’interno di un’eccellenza internazionale , la scuola di dottorato GSSI, centro studi avanzati in fisica matematica informatica e scienze sociali. Per una volta tanto contenuti pieni privi, ancora, di forma, la si sta cercando, in un mondo che è pieno di forma senza contenuti, mentre l’effervescenza naturale bolle, è al di sopra di ogni sospetto anche se la domanda principe della questione gira e rigira insoluta, animando un dibattito infuocato che sta valicando il nostro territorio: ma il martini è maschio o femmina?