
«Erogare i servizi di mobilità regionale in condizioni di economicità, redditività e gestione efficace ed efficiente delle risorse e degli assets, garantendo alla cittadinanza un livello di servizio di elevata qualità».
E’ questa la mission di Tua (acronimo che sta per Trasporto Unico Abruzzo), la nuova azienda unica di trasporto regionale, formata da Arpa, Sangritana e Gtm, il cui piano di fusione è stato approvato oggi dal Consiglio regionale (con il voto a favore della maggioranza, quello contrario del M5S e del Capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri, e l’astensione del centrodestra).
Una società con un capitale sociale di 39 milioni di euro, 1613 dipendenti, 890 autobus e 37 milioni di chilometri annui percorsi, con un valore della produzione di oltre 142 milioni di euro. Dato che posiziona Tua Spa al nono posto tra le 19 aziende di trasporto regionali italiane, tra la Arst Sardegna e Umbria Mobilità.
«L’obiettivo – si legge in un passaggio del piano strategico – è diventare un’azienda leader nel panorama italiano, con un assetto di governance razionale e sviluppare l’intermodalità nei sistemi di trasporti”. Traguardo da raggiungere con una serie di azioni, da portare a termine sia nel breve, che nel medio-lungo periodo. La prima, è più importante, soprattutto in fase di avviamento, è l’eliminazione delle sovrapposizioni delle tratte oggi effettuate da più vettori, in particolare per quanto riguarda i servizi ferroviari e quelli extraurbani finora assicurati da Arpa. Un’operazione che consentirà di recuperare mezzi e risorse, soprattutto nell’area metropolitana Chieti-Pescara, ma anche nel Frentano, nella Marsica, in Valle Peligna e nel comprensorio vestino. In quest’ottica, a esempio, si procederà al riassetto dei servizi nell’area Penne-Farindola-Loreto Aprutino, all’interscambio della linea suburbana Penne-Pescara con la linea urbana al capolinea di Cappelle sul Tavo, all’eliminazione delle corse automobilistiche tra Lanciano e Pescara a favore del traffico ferroviario, all’attestazione dei servizi interurbani e suburbani presso il centro commerciale Porto Allegro di Montesilvano. Ma in progetto c’è anche la realizzazione del Servizio Ferroviario Urbano, a elevata frequenza, per migliorare il collegamento sull’asse Scafa/Manoppello-Pescara, passando per il Campus universitario di Chieti e l’aeroporto d’Abruzzo. E ulteriori collegamenti ferroviari per velocizzare i tempi di percorrenza tra Chieti-Pescara e L’Aquila».
«Per il capoluogo regionale, invece, andranno implementate le sinergie con l’Ama (la società di trasporti del Comune), anche in considerazione del progetto di metropolitana di superficie tra San Demetrio e Sassa. Centrale, in ogni caso, sarà lo sviluppo delle potenzialità del sistema ferroviario, anche se inevitabilmente questo comporterà tempi di attuazione più lunghi. Nello Statuto della nuova società unica è invece stabilito che la sede dell’azienda sarà a Chieti, con sedi operative anche a Pescara e Lanciano. Località, quest’ultima, dove avrà sede la divisione ferroviaria, che continuerà a essere svolta con il marchio Sangritana. Il consiglio di amministrazione, invece, sarà formato da un numero di componenti non inferiore a 3 e non superiore a 5. Al Presidente della società spetterà un compenso pari al trattamento economico del Direttore generale della Regione. I consiglieri con delega riceveranno il 35 per cento dello stesso importo, quelli senza delega il 15 per cento».
LE REAZIONI:
MARIANI: «GRANDE RISULTATO IN POCO MENO DI UN ANNO, STRUMENTALI CONSIDERAZIONI DEL CENTRODESTRA» – «E’ un importante risultato – commenta il capogruppo del Pd Sandro Mariani – raggiunto in poco meno di un anno dall’inizio della legislatura. Appaiono strumentali le considerazioni del centro-destra che in cinque anni di governo regionale non è riuscito ad approvare la legge di riordino, nonostante fosse stata prevista da ben due leggi regionali ed una risoluzione approvata all’unanimità».
«Ringrazio i colleghi consiglieri che hanno lavorato al progetto di fusione nelle commissioni consiliari, così come un particolare merito va al sottosegretario Camillo D’Alessandro che ha seguito in prima persona la nascita della società unica», conclude Mariani.
FEBBO: «RESTANO DELLE EVIDENTI CRITICITA’» – «Il gruppo di Forza Italia ha deciso di mantenere la stessa posizione assunta il 9 dicembre scorso e seppur condividendo la ratio di un progetto che nasce con il precedente governo regionale, contestiamo la scelta della società in house e per questo abbiamo ritenuto opportuno astenerci». E’ quanto dichiara Mauro Febbo a margine dei lavori del Consiglio regionale nel corso del quale è stato discusso il progetto di fusione delle Società di trasporto partecipate dalla Regione Abruzzo. «Premesso che la nostra opposizione, portata avanti anche durante le sedute delle Commissioni, mira all’interesse della Regione e della collettività – prosegue Febbo – siamo convinti che si tratta di un processo al quale bisogna arrivare ma con modalità differenti. Oggi è stato presentato un Progetto che proprio grazie a noi è tornato all’esame dell’Aula, costringendo la maggioranza a questo passaggio avendo presentato ben 750 emendamenti nella seduta del 9 dicembre. Inoltre all’esame del Consiglio è arrivata la terza stesura dello Statuto per il quale abbiamo ottenuto e preteso delle importanti modifiche, anche grazie alla collaborazione di alcuni colleghi della maggioranza».
«Restano però delle evidenti criticità che dovevano essere superate: l’esclusione dei privati, il contratto di secondo livello con i dipendenti, il taglio ai trasferimenti sul Tpl. Oggi abbiamo solo 3 certezze: un contenzioso di ben 700.000 euro, un costo del Cda di gran lunga superiore al complessivo dei tre Cda fusi e l’aumento del costo del biglietti del 5%. Come Consigliere regionale, in virtù dell’art.30 del nostro Statuto, ho chiesto che ci venisse fornito il Piano industriale che a oggi non c’è. L’unico documento che la maggioranza ha portato in Aula – conclude Febbo – è un Piano strategico di 106 pagine di nulla assoluto».
MERCANTE (MS5): «L’AZIENDA UNICA E’ UN BLUFF» – Un voto contrario quello del Movimento 5 Stelle Abruzzo al progetto di fusione per incorporazione della società GTM spa e FAS in ARPA.
«Un progetto quello della fusione – spiegano i Consiglieri regionali del M5S – che pur essendo, sulla carta, nelle nostre corde, nell’attuazione concreta disegnata dall’amministrazione D’Alfonso presenta eccessive criticità e fumosità oltre che incertezze per il futuro dei lavoratori». Il Movimento 5 Stelle «resta a favore della istituzione della azienda unica di trasporto, lo dimostra il voto favorevole dato lo scorso 9 dicembre alla legge di fusione, ma oggi era impossibile condividere i documenti presentati dalla maggioranza».
«Il piano industriale, infatti, non è mai stato inviato – continuano i consiglieri penta stellati – né tantomeno sono stati ascoltati i sindacati in merito. Il piano strategico, inoltre, più che piano è una speranza, il sogno di come vorremmo la società dei trasporti, ma non ci sono né numeri né fatti».
«Si aggiunge a questo – sottolinea il Movimento Cinque Stelle Abruzzo – un aumento dei costi dei biglietti per i cittadini, nessun risparmio sulle spese di gestione e la diminuzione quantitativa e qualitativa del servizio ai fruitori, insieme ad un’inconsistente posizione sulle eventuali responsabilità del CDA rispetto all’andamento della nuova azienda Unica. Questi sono alcuni degli elementi che ci hanno portato a non condividere questo progetto di istituzione della nuova società». Con una serie di emendamenti, presentati dal Capogruppo, Riccardo Mercante, si è cercato, poi, di migliorare quello che è senza dubbio un procedimento carente sotto troppi punti di vista. «Chi sbaglia paga; occorre iniziare ad assegnare le giuste responsabilità a tutti i livelli della macchina amministrativa ed istituzionale».
Queste le parole di Mercante per illustrare le motivazioni poste a base dell’emendamento, che stabiliva che laddove per due anni consecutivi il bilancio di esercizio della società chiudesse in perdita, i componenti del consiglio di amministrazione che avessero svolto tale funzione in entrambe gli esercizi, decadessero dalla carica e non potessero più essere rieletti nel CDA né svolgere altri incarichi in seno alla società. «L’obiettivo di questo emendamento – ha spiegato Mercante – era quello di tutelare la nascente Azienda unica dei trasporti dalla mala gestio di una dirigenza negligente ed incapace, introducendo, quindi, la possibilità di valutare l’operato degli amministratori sulla base dei risultati ottenuti. La maggioranza, bocciando l’emendamento e consentendo, conseguentemente, al CDA della nuova società di essere esente da qualsivoglia responsabilità per il proprio operato, ha dimostrato, ancora una volta, che il trattamento riservato ai vertici amministrativi è e sarà anche per il futuro ben diverso da quello usato nei confronti dei comuni lavoratori».