
di Claudia Giannone
Tornano le Giornate Fai di Primavera. Il 21 e 22 marzo anche le piccole bellezze, in parte dimenticate, della città dell’Aquila torneranno a brillare, grazie alla guida dei “Ciceroni”, rappresentanti dai ragazzi inclusi nel progetto “Fai-Scuola”.
Quattro gli istituti aderenti: il liceo artistico, il liceo musicale, l’Ipsiasar e l’Itis indirizzo Turistico. Con lezioni frontali e sul posto, i ragazzi sono ora pronti per accompagnare i visitatori nel loro tour dedicato alla cultura: il Musicale sarà coinvolto in una doppia veste, dato che allieterà i presenti con diversi concerti. Lo scopo è quello di sensibilizzare i giovani all’amore per il territorio, al rispetto per i monumenti e per le bellezze che si trovano all’interno della città: gioielli da riscoprire, senza dover uscire dai confini della regione.
«La formazione degli studenti – ha affermato Linda Ciammola – deve portare alla valorizzazione e alla conoscenza del patrimonio, per poter formare oggi dei ‘Ciceroni’, domani dei cittadini. Far conoscere ai ragazzi un pezzo della loro città significa ricostruire, o costruire, una memoria, per far comprendere loro che ci sono dei beni immateriali da conoscere e apprezzare».
Ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione anche l’assessore Betty Leone, entusiasta dell’iniziativa e del momento di riscoperta che vivrà il capoluogo. «Si tratta di un’iniziativa molto importante – ha sottolineato – bisogna affermare che un territorio ferito come il nostro può avere grandi scoperte. Tutto può rinascere: queste rinascite appartengono a noi e al territorio stesso. Riscoprire le ricchezze di un territorio in un momento in cui sembrerebbe più facile ricostruire il noto ci dà un grande slancio».
Castelvecchio Subequo e Barisciano compresi nel progetto e rappresentati dai sindaci: siti ricchi di archeologia e di siti di carattere artistico-culturale da far scoprire a tutti coloro che vorranno immergersi in un’aria di conoscenza. «Il sisma – ha concluso Francesco Di Paolo, sindaco di Barisciano – ha reso inagibile la maggior parte degli edifici di culto. Ora dobbiamo cogliere le conseguenze per ritrovare le nostre origini e la nostra storia, togliendo tutto ciò che ha rovinato la nostra architettura».