
L’eclissi si è conclusa e quasi ovunque ha mantenuto fede allo spettacolo promesso.
L’ombra della Luna ha liberato il disco del Sole, che è pronto a salutare la primavera.
L’equinozio infatti coincide con l’eclissi ed è previsto nella tarda serata, alle 23,42.
La Luna aveva cominciato a coprire il sole intorno alle 9,30 e un’ora più tardi l’eclissi aveva raggiunto il culmine, compreso in Italia fra il 40% e il 60%.
L’eclissi da noi è stata soltanto parziale, mentre la totalità è stata raggiunta solo in alcune zone artiche.
«E’ un evento che abbiamo atteso a lungo tutti, astronomi e non», ha detto l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma.
«Oltre ad essere un fenomeno suggestivo – ha aggiunto – l’eclissi è un’occasione preziosa per studiare la parte più esterna del Sole, la corona». Questa parte irrequieta del Sole è infatti – difficile da osservare in condizioni normali – ha spiegato – perché ha una luminosità molto bassa. L’eclissi è stata perciò un’occasione preziosa per osservarla, con la Luna che ha fatto da schermo naturale».
C’è anche un’altra coincidenza a rendere questa eclissi particolarmente interessante ed è il fatto che sia avvenuta a breve distanza dall’importante tempesta solare dei giorni scorsi: «è stata un’attività molto forte, quella che il Sole ha avuto nei giorni scorsi, tanto da provocare aurore visibili anche a latitudini basse. Sarà interessante – ha detto ancora Masi – vedere i dati che emergeranno dalle misure prese oggi. Le immagini della corona sono infatti importanti per conoscere l’attività solare e possiamo considerarle un’istantanea delle condizioni fisiche del Sole».