
Procede a rilento la ricostruzione dell’Aquila in seguito al sisma del 2009 e l’obiettivo, sulla carta, di completare la ricostruzione nel 2017 è lontano.
Come ha spiegato il sindaco Massimo Cialente, «siamo all’80% dei quartieri nuovi, dentro le mura al 10%, nella ‘Zona A’ sì e no al 3% e nelle frazioni siamo a zero». Nel frattempo, ha aggiunto, «abbiamo speso o sono stati stanziati 4 miliardi, tra la fase iniziale e le ultime tranche, necessitiamo di altri tre miliardi e mezzo».
«L’obiettivo temporale per la ricostruzione del centro storico e delle frazioni è il 2017 – ha sottolineato Cialente – Sarebbe anche a portata di mano, ora abbiamo le risorse economiche, ma mancano geometri, architetti e personale amministrativo».
Parlando a margine della seconda edizione del ‘Premio di laurea dedicato ai giovani studenti caduti all’Aquila’ nel terremoto del 6 aprile 2009, organizzata in Campidoglio, a Roma, il sindaco ha evidenziato «una sottovalutazione del personale necessario. Al governo non chiediamo assunzioni, per sgombrare il campo da manie clientelari, ma di spostare gli impiegati da altri uffici».
Parlando della prevenzione, Cialente ha spiegato che «si continua a dire che servono i piani di protezione civile, ma i terremoti non si possono prevedere. Si può fare solo un programma di prevenzione antisismica, mettendo in sicurezza il paese, con interventi anche radicali sulle città, soprattutto sugli edifici del anni ’50-’60. C’è l’obbligo di fare il tagliando all’auto, ma non sappiamo niente sulle case dove abitiamo».
Il sindaco è tornato poi a proporre «l’impegno della Cassa depositi e prestiti» e «interventi fuori dal patto di stabilità».
GABRIELLI: COMUNI INDIETRO SU PIANI PROTEZIONE CIVILE – All’evento romano, dedicato al ricordo delle vittime del sisma ma anche alla prevenzione, ha partecipato anche il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli.
«Vanno attuati i piani di protezione civile – ha detto – molti Comuni non hanno uno straccio di piano, o non è adeguato, e la cittadinanza non è informata. Abbiamo comunità poco consapevoli e quindi poco esigenti». «Io non ho poteri» per verificare l’adeguatezza del piano e sostituire i Comuni, ha aggiunto il prefetto, ma «il nuovo progetto di riforma della Protezione civile potrebbe essere una buona via».
«Io ci metto pure la faccia e sono pronto a prendermi i pomodori – ha rilevato Gabrielli – però vanno individuate le responsabilità. Se continuiamo nell’esercizio del tutti responsabili, nessuno responsabile, il cittadino non sa con chi prendersela».
«Ho due incubi notturni – ha aggiunto Gabrielli – il Vesuvio e il terremoto in Calabria. Sono queste le aree con maggiore criticità dal punto di vista della protezione civile». «Il Vesuvio e la zona dei Campi Flegrei – ha osservato il capo della protezione civile – sono l’area più rischiosa al mondo, non tanto per la pericolosità del vulcano in sé, ma per la concentrazione delle popolazione». Gabrielli ha spiegato che «il piano di evacuazione è stato aggiornato nel 2001 e lo stiamo riaggiornando in questi giorni. Dovrebbe prevedere l’evacuazione di quasi un milione di persone in 72 ore, con una parte anche via mare. E potrebbe essere pronto quest’anno».
LETTERA DI RENZI – Il presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione dell’evento romano dedicato al sisma dell’Aquila ha inviato un messaggio.
«La prevenzione non è solo la parola d’ordine del nostro governo – ha scritto – è una parola che abbiamo voluto riempire di impegni concreti, di azioni e di risorse che, per la prima volta, vengono investite per un obiettivo sempre annunciato e promesso, ma sempre puntualmente rinviato». «La notizia positiva – ha aggiunto il premier – è che si reagisce e si risale la corrente. Abbiamo esempi virtuosi di buona sicurezza raggiunta in pochi anni, Regioni, amministrazioni locali e privati cittadini hanno dimostrato che si può benissimo compiere l’impresa della sicurezza, rinviare magari il tagliando alla macchina e anticipare quello alle nostra abitazioni o farli quantomeno insieme». Renzi ha voluto sottolineare le «storie positive, di italiani che fanno gli italiani, ricostruiscono e ristrutturano, salvano e curano, proteggono e fondano». «Questo – ha concluso – è l’impegno del governo, questa responsabilità che non riguarda solo le istituzioni o la politica, ma ognuno di noi».