
In riferimento alle dichiarazioni dei consiglieri e del M5S riportate oggi sulla stampa locale, riceviamo e pubblichiamo una nota a firma del responsabile della Segreteria del Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Luigi Milano.
«In riferimento alle dichiarazioni dei consiglieri e del M5S è necessario precisare quanto segue:
1) QUESTIONE POWERCROP relativa all’impianto a biomasse nella Marsica.
Nessuno si attribuisca i meriti di una lotta che affonda le radici negli anni e che ha visto come veri protagonisti di resistenza i cittadini di Borgo Incile, di Luco e di Avezzano, con le loro Amministrazioni comunali e i Consiglieri Regionali della precedente legislatura.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, in qualità di consigliere di opposizione, è stato primo firmatario il 19.10.2010 di interpellanza al Presidente Chiodi e promotore delle risoluzioni di Consiglio dell’8.11.2011 e del 25.3.2014, tutte finalizzate ad ottenere la sospensione del procedimento autorizzatorio e ad
avviare nuove e più dettagliate istruttorie per contrastare l’insediamento dell’impianto. Lo stesso Presidente è stato anche promotore di un progetto di legge, concordato con i Comitati e le Amministrazioni locali, finalizzato ad impedire in Abruzzo impianti a biomasse con filiera lunga, con potenza superiore a 4MW, nella vicinanza di aree protette e ad una distanza inferiore a 3 Km dai centri abitati. Dunque nessun neofita della battaglia contro la centrale può rivendicare una pari attività istituzionale
coerente e continuativa nel tempo. La stessa bocciatura del
progetto nella giornata del 24 marzo 2015 da parte del Comitato VIA, rendeva del tutto opportuna una più attenta
riflessione sulle ulteriori iniziative tese ad impedire il progetto della Centrale, coerenti e possibilmente non di parte, ma unanimi. L’ansia dei consiglieri del M5S di marcare un loro impegno, del tutto marginale rispetto al blocco della centrale, è portatrice di uno stile in sede
istituzionale del tutto inopportuno.
2) QUESTIONE DELLA DETERMINAZIONE DEI “punti nascita”.
Quanto alla chiusura dei punti nascita in Abruzzo, nessuno faccia finta di essere estraneo alle dramma1che operazioni
attuali, cui il Commissario D’Alfonso è stato obbligato da precedenti scelte nazionali e regionali, le cui cause risalgono alle decisioni assunte nel 2010 con l’Accordo della Conferenza Stato Regioni e recepite dalla giunta del Presidente Chiodi con la Deliberazione 23 dicembre 2011 n. 897. Tale Deliberazione è stata recepita nel Decreto 20 febbraio 2013 n. 11 dal Commissario di Governo Chiodi, che ha istituito il Comitato Percorso Nascita Regionale.
Alle risultanze del Comitato, il Commissario D’Alfonso ha dovuto attenersi per non incorrere nella infrazione del Piano di rientro in Sanità, e non avendo alcun potere di
deroga nella sua qualità di Presidente della Regione.
A nulla valgono, oggi, le doglianze spettacolari
dell’opposizione, parte della quale ha assunto atti orientati alla chiusura allorché svolgeva funzioni di governo, che presenta richieste di risoluzioni ad effetto
visivo ma senza alcun possibile effetto pratico.
L’unica risoluzione realis1ca poteva essere quella predisposta dal Presidente del Consiglio Di Pangrazio, con la previsione di un mandato unanime al Presidente della Regione Abruzzo di negoziare una deroga con il Governo
centrale ed evitare tagli drastici. Per l’esame di quest’ultima risoluzione – insieme alle altre – era stata
lanciata la proposta da parte dello stesso Presidente Di Pangrazio, di un’apposita (e immediata) Conferenza dei
Capigruppo, purtroppo non fatta propria dai Consigliere o Gruppo Consiliare, che hanno sterilmente insis1to per la messa ai voti dei loro documenti.
3) QUESTIONE DELLA PRESUNTA AGGRESSIONE.
Al termine della riunione di
martedì scorso 24 marzo 2015, dopo che il Presidente ha sciolto la seduta, sono seguite alcune provocazioni di persone estranee al Consiglio. Sarebbe opportuno
che nessuno copra il suo atteggiamento invocando violenze altrui e addossando ad altri la responsabilità di sollevare tensioni e sobillare conflittualità, tanto più che il Presidente Di Pangrazio è stato oggetto di tali provocazioni.
Le dichiarazioni alla stampa degli stessi esponenti del M5S, secondo le quali il rispetto istituzionale lo si deve in Consiglio e non fuori da esso, sono inaccettabili e portatrici di un atteggiamento estraneo al minimo rispetto per le Istituzioni e le persone che le rappresentano. Va da
sé che un tale assunto non può che istigare a comportamen1 e situazioni che in futuro dovranno essere ben regolati e
censurati in ogni caso. Dunque nulla può essere
attribuito ad altri che vada oltre il limite della più accesa dialettica, libera e democratica, mai rimasta compressa dai vertici istituzionali. E valga il detto, appropriato al caso: “chi è senza peccato scagli la prima pietra…”. Sarà opportuno dunque che la Conferenza dei Capigruppo valuti un più attento codice dei comportamenti e
degli atteggiamenti, in particolare delle persone estranee all’Assemblea ed alla rappresentanza istituzionale».
[i]L’Aquila, 27 marzo 2015.
[i]Il responsabile della segreteria del Presidente del Consiglio regionale. Luigi Milano[/i]
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