
di Valter Marcone
Il 31 marzo, tra soli 10 giorni, è prevista la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, gli OPG, l’ultimo baluardo della logica manicomiale. “[i]Luoghi orrendi, indegni per un paese civile[/i]”, li ha definiti più volte il Presidente Napolitano, in cui sono ancora internate più di 700 persone (si usa proprio il termine “internati”, come nei lager).
“Devono essere chiusi gli OPG, senza proroghe e senza trucchi“. Questo lo slogan attorno al quale si stanno svolgendo le iniziative di mobilitazione in tante città italiane; tra queste il “digiuno a staffetta” promosso anche da don Luigi Ciotti.
{{*ExtraImg_237602_ArtImgRight_300x300_}}L’appello è promosso per stopOPG da Stefano Cecconi (Cgil nazionale), don Luigi Ciotti (Gruppo Abele) Franco Corleone (Garante diritti dei detenuti Toscana), Adriano Amadei (Cittadinanzattiva referente salute mentale), Denise Amerini (Fp Cgil), Stefano Anastasia e Ivan Novelli (Società della Ragione), Cesare Bondioli (Psichiatria Democratica), Antonella Calcaterra (Camera Penale Milano), Enzo Costa (Auser nazionale), Vito D’Anza, Peppe Dell’Acqua (Forum Salute Mentale), Giovanna Del Giudice e Franco Rotelli (Conf. Permanente Salute Mentale nel Mondo), Antonio Gaudioso (Cittadinanzattiva), Maria Grazia Giannichedda (Fond. Basaglia), Patrizio Gonnella (Antigone), Fabio Gui (Forum Salute e Carcere), don Giuseppe Insana (Ass. Casa di Barcellona P.di G.), Elisabetta Laganà (Presidente Conf. Naz. Volontariato Giustizia), Aldo Mazza (Ed. Alphabeta Verlag), Anna Poma (coop. Con.Tatto), Fabio Ragaini (Grusol), Alessandro Sirolli (180Amici Aq), Gabriella Stramaccioni (Libera) Gisella Trincas (Unasam), Tiziano Vecchiato (Fondazione Zancan), don Armando Zappolini (Cnca).
L’appello dice:
[i]”Chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), senza proroghe e senza trucchi, ‘. . . luoghi indegni per un Paese appena civile’. (G. Napolitano)
La data per la chiusura degli OPG si avvicina: il 31 marzo 2015 è la scadenza fissata dalla legge. Vogliamo essere sicuri che sarà rispettata. E che al loro posto non si apriranno nuove strutture manicomiali. Perciò continua la mobilitazione:
per far chiudere gli OPG al 31 marzo 2015 senza proroghe e senza trucchi
per la nomina di un Commissario per l’attuazione della legge 81/2014 sul superamento degli Opg
per fermare i nuovi ingressi e favorire le dimissioni, con buone pratiche per la salute mentale, una buona assistenza socio sanitaria nel territorio,
per evitare che al posto degli Opg crescano nuove strutture manicomiali (le cosiddette Rems: i “mini Opg” il cui numero può e deve essere invece drasticamente ridotto).
Dal primo al 31 marzo le giornate del digiuno: dedica uno o più giorni di digiuno per la chiusura degli OPG
26 febbraio, Venezia: verso il Festival dei Matti
27 febbraio, Cagliari: stopOPG con Unasam e . . . “Uomini del Sud, Percorsi di cura personalizzati e partecipati. Restituzione di diritti e opportunità per le persone internate negli Opg”
4 marzo, Firenze: “OPG addio per sempre” Convegno
13 marzo, Napoli: stopOPG interviene a “L’Orrore e L’Errore, Evasioni dai Manicomi Criminali”.
14 marzo, Milano: stopOPG all’Assemblea delle Radio della Salute Mentale
16 marzo, Roma: ore 12/13 Radio articolo 1 – trasmissione dedicata alla campagna stopOPG
18 marzo, Milano: Convegno stopOPG Lombardia.
[i]19 marzo, Pescara[/i]: Presidio stopOpg Abruzzo davanti Assessorato Sanità Regione.
20 marzo, Bologna: stopOPG interviene al Convegno: “OLTRE GLI OPG: prospettive e sfide di un incerto futuro prossimo”.
21 marzo, Brescia: ore 11/14 Parco Basaglia “Digiuno Collettivo”.
21 marzo, Contursi Terme (SA): stopOPG – Forum Salute Mentale Salerno “Per uscire dall’inferno”.
24 marzo, Roma: inaugurazione della mostra “I volti della follia”, disegni di Sambonet. Museo in Trastevere 24 marzo–3 maggio.
25 marzo, Mantova – “OPG chiuderanno davvero? Per chiudere gli OPG senza proroghe e senza trucchi”. Proiezione del film “Il viaggio di Marco Cavallo” e dibattito.
In Italia esistono 6 OPG, comunemente chiamati manicomi criminali.
Montelupo Fiorentino che contiene più di 200 persone, mentre la sua capienza massima è di 188.
Aversa, in provincia di Caserta, che ne contiene più di 200 sulle 150 previste.
Napoli più di 150 su 150.
Reggio Emilia più di 200 su una capienza di 190.
Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, più di 200 su 194 posti.
Castiglione delle Stiviere, Mantova, l’unico ad avere anche un reparto femminile che contiene circa 200 persone, delle quali meno di 100 sono donne.
In totale, alla fine del 2009, gli OPG avevano circa 1300 internati.
Categorie giuridiche che prevedono l’internamento in Ospedale psichiatrico giudiziario o Casa di cura e custodia:
internati prosciolti per infermità mentale (art. 89 e segg. c.p.) sottoposti al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario in quanto socialmente pericolosi (art. 222 c.p.), internati con infermità mentale sopravvenuta per i quali sia stato ordinato l’internamento in ospedale psichiatrico giudiziario o in casa di cura e custodia (CCC) (art. 212 c.p.)
internati provvisori imputati, in qualsiasi grado di giudizio, sottoposti alla misura di sicurezza provvisoria in ospedale psichiatrico giudiziario, in considerazione della presunta pericolosità sociale ed in attesa di un giudizio definitivo (art. 206 c.p., 312 c.p.p.),
internati con vizio parziale di mente, dichiarati socialmente pericolosi ed assegnati alla casa di cura e custodia, eventualmente in aggiunta alla pena detentiva, previo accertamento della pericolosità sociale (art.219 c.p.)
detenuti minorati psichici (art. 111 D.P.R. 230/2000, Nuovo regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario)
detenuti condannati in cui l’infermità di mente sia sopravvenuta durante l’esecuzione della pena (art. 148 c.p.). [/i]
{{*ExtraImg_237603_ArtImgRight_300x443_}}Per il comitato nazionale stopOPG Stefano Cecconi scrive: “[i]Cosa vuol dire “senza proroghe” è chiaro: nessuna deroga al 31 marzo 2015. “Senza trucchi” invece vuol dire che dobbiamo lottare ancora: perché al posto dei vecchi Opg non nascano nuove strutture manicomiali (i “mini Opg”), disseminate nelle regioni. Ma “Restituire un volto, un nome, dignità e diritti” è in fondo la missione di questa lotta sociale e civile: a uomini e a donne che ne sono privati proprio in quanto malati di mente. Riprendendo così il cammino segnato dalla legge 180, la “riforma Basaglia”, che decretò la fine dei manicomi. E come allora anche oggi si apre una nuova, difficile, faticosa ma esaltante stagione: non basta distruggere gli OPG, come non bastò chiudere i manicomi, bisogna costruire nelle nostre comunità – investendo nei servizi del welfare, dove il lavoro delle operatrici e degli operatori diventa cuore e motore del cambiamento, con la ricchezza del volontariato e della partecipazione – risposte concrete al bisogno che è un diritto: alla cura, alla salute e alla piena cittadinanza. Vincere con la chiusura degli Opg, e aprire una nuova stagione, è possibile perché è stata rivelata la condizione indegna delle persone internate in Opg e l’insensatezza di questi luoghi, oggi si può dunque fare giustizia. E’ proprio vero che “La verità illumina la giustizia”[/i]”.
{{*ExtraImg_237604_ArtImgRight_300x224_}}L’Abruzzo ha una sua situazione, negativa, particolare. Ben 4,8 milioni di euro sono stati impiegati per una Rems da 20 posti da realizzare a Ripa Teatina (Chieti) per il 2018, fondi per i quali gli StopOpg chiedono con forza una rimodulazione. Provvisoriamente, intanto, i 13 pazienti abruzzesi (quattro dei quali in realtà dichiarati già dimissibili) dovrebbero andare nella Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza di Guardiagrele. Una ex sede del Servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) sulla cui possibilità di installarvi una Rems si dovrà pronunciare il Tar il prossimo 25 marzo in conseguenza di un ricorso presentato. Se il Tribunale regionale darà la sospensiva, la Regione sarà fuori tempo massimo per garantire il ritorno in Abruzzo degli internati come vuole la legge e sarà con ogni probabilità commissariata con chissà quali conseguenze.
{{*ExtraImg_237605_ArtImgRight_300x207_}}Lo spiega Alessandro Sirolli, già direttore del centro diurno psichiatrico dell’Aquila e referente del comitato StopOpg Abruzzo, in sciopero della fame nella giornata del 19 marzo presso la redazione del giornale on line [i]NewTown[/i]. “Il Comitato StopOpg sta facendo una forte campagna di sensibilizzazione affinché non vi siano altre proroghe alla chiusura e per segnalare la pericolosità di un superamento degli Opg solo parziale e camuffato. La legge 9 del 2012 (a cui è seguita la 81 del 2014) infatti prevede la sostituzione degli Opg con “una pluralità di strutture a limitato numero di posti/letto, ad esclusiva gestione sanitaria e con attività perimetrale di sicurezza e di vigilanza esterna, solo ove necessaria”.
Strutture chiamate residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) e che secondo gli StopOpg rischiano comunque di essere dei mini ospedali psichiatrici in cui gli utenti che hanno commesso reati verranno ugualmente internati. Tanto più se i finanziamenti andranno tutti o quasi per la loro realizzazione, piuttosto che “per i servizi di salute mentale e per progetti terapeutici riabilitativi compresi gli inserimenti lavorativi”
Antigone su http://www.osservatorioantigone.it afferma: {{*ExtraImg_237606_ArtImgRight_300x199_}}”Si rilevano da un lato la riduzione del numero di internati in O.P.G., dall’ altro l’ inadempienza delle Regioni nel dare attuazione ai percorsi di presa in carico dei pazienti sul territorio, preferendo soluzioni “di comodo” che allontanano di fatto la definitiva chiusura degli O.P.G. Per quanto riguarda la riduzione del numero di internati si è passati infatti dalle oltre 1200 persone internate nel 2012 alle 761 del 30 novembre 2014. La diminuzione del numero degli internati è lenta, ma costante. Sono dunque diminuite le presenze in O.P.G. mentre continuano ad aumentare gli ingressi (la media di ricoveri è di 77 a trimestre, praticamente un paziente al giorno). In ogni caso degli oltre 750 internati, circa la metà è dichiarato “dimissibile”, cioè andrebbe curato in strutture alternative. In sostituzione degli attuali sei O.P.G. dovrebbero nascere entro il 31 marzo le R.E.M.S. (Residenze per l’ esecuzione delle Misure di sicurezza), strutture sanitarie, con pochi posti letto (al massimo 20) e capillarmente diffuse sul territorio”.
“Vogliamo essere sicuri che la scadenza fissata dalla legge sarà rispettata e che al loro posto non si apriranno nuove strutture manicomiali – chiede Antigone – Perciò continua la mobilitazione di molte organizzazioni sotto la sigla ‘stop opg’ per far chiudere gli OPG al 31 marzo 2015 senza proroghe e senza trucchi, per la nomina di un Commissario per l’ attuazione della legge 81/2014 sul superamento degli Opg, per fermare i nuovi ingressi e favorire le dimissioni, con buone pratiche per la salute mentale, una buona assistenza socio sanitaria nel territorio, per evitare che al posto degli Opg crescano nuove strutture manicomiali”.
{{*ExtraImg_237607_ArtImgRight_300x225_}}Alle REMS crede molto anche il direttore del dipartimento di salute mentale Lanciano-Vasto-Chieti, Massimo Di Giannantonio, responsabile per l’applicazione della legge 81 per la Regione che afferma in una intervista a [i]New Town[/i]: “Con le Rems passiamo da una gestione penale e carceraria ad una gestione sanitaria, primo paese europeo a farlo. Il sistema sanitario nazionale si farà carico di queste persone creando delle strutture psichiatriche ad alta intensità che si occupano di cittadini a cui è stata limitata la libertà personale e sono stati definiti dai tribunali come socialmente pericolosi”. “Le Rems – conclude Di Giannantonio – sono un gigantesco salto in avanti perché mai e poi mai saranno delle carceri ma a tutti gli effetti saranno delle strutture di riabilitazione dove l’aspetto medico è al primo posto”.
A pochi giorni dalla chiusura degli OPG, fissata dalla Legge 81/2014 al 31 marzo, e scartata come incostituzionale l’ipotesi di una proroga dei termini, magistrati, docenti universitari, membri dell’avvocatura hanno ripercorso nel Convegno “[i]Oltre gli OPG. Prospettive e sfide di un incerto futuro prossimo[/i]”, tenutosi proprio in questi giorni, il lungo e travagliato iter legislativo che ha condotto alla legge, ne hanno sottolineato le caratteristiche sostanziali, hanno infine evidenziato le criticità applicative che ancora permangono. La registrazione audio dell’intero Convegno è disponibile sul sito di Radio Radicale: http://www.radioradicale.it/scheda/436683/convegno-dal-titolo-oltre-o-p-g-prosepttive-e-sfide-di-un-incerto-fturo-prossimo.
Perché la giustizia non esiste senza l’umanità e perché i diritti hanno bisogno di cure, come le persone, il 31 marzo sarà dunque una data importante per mettere fine agli “ergastoli bianchi“.
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